Don Joseph Ndoum – Commento al Vangelo del 31 Luglio 2022

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Liberi dai beni terreni per incontrare Cristo

La celebre frase che apre e chiude il libro di Qoelet, โ€œVanitร  delle vanitร , tutto รจ vanitร , costituisce il tema conduttore di questa domenica. Il termine ebraico (โ€œHebelโ€), tradotto con โ€œvanitร โ€ significa anzitutto โ€œinconsistenzaโ€, โ€œvuotoโ€. Non si tratta soltanto della precarietร  del mondo e delle cose create, ma dellโ€™attivitร  umana nel suo insieme. Lโ€™autore sacro si rende, quindi, conto che tutto lโ€™impegno e la fatica degli esseri umani non hanno consistenza. Qoulet puรฒ sembrare troppo pessimistico, ma in realtร  egli passa in rassegna le varie attivitร  e imprese in cui si faticano gli uomini, e conclude che โ€œnon cโ€™รจ alcun vantaggio sotto il soleโ€.

Anche il successo sociale ed economico, alla fine rivela la sua radicale inconsistenza, poichรฉ chi ha lavorato con sapienza e successo dovrร  poi lasciare i suoi beni a un altro โ€œche non vi ha per nulla faticatoโ€. Sullo sfondo di questโ€™ultima affermazione, si profila lโ€™esperienza della morte che porta allo scoperto la radicale inconsistenza di tutto. La riflessione di Quolet รจ frutto di esperienza. Egli considera la condizione umana con sano realismo. La saggezza o sapienza, che inizia con la presa di coscienza del limite radicale di tutto il creato, consiste qui a vivere ogni esperienza umana come un dono e non come una proprietร  inalienabile.

Su questo filone sapienziale si innesta anche il brano evangelico. A Gesรน viene richiesto un intervento per fare da giudice o arbitro in una controversia circa la spartizione dellโ€™ereditร . Secondo le prescrizioni della legge veterotestamentaria, al primogenito spetta il doppio dellโ€™ereditร . Il fratello minore vorrebbe allora far valere il suo diritto contro lโ€™abuso del primogenito . I beni invece di essere veicolo di comunione e di relazione, sono per lui cose da accumulare, da difendere, e finiscono per chiuderlo in una prigione. Non uscirne, se non difficilmente. Gesรน rifiuta di intervenire, ma rivolge ai due fratelli e alla folla presente questo avvertimento: โ€œGuardatevi e tenetevi lontani da ogni cupidigia, poichรฉ anche se uno รจ nellโ€™abbondanza, la sua vita non dipende dai suoi beniโ€. Infatti, la vita รจ un dono di cui nessuno puรฒ disporre in modo assoluto e inalienabile. Chi pensa al contrario si illude.

Quindi, per illustrare la sua dichiarazione, Gesรน racconta la parabola di questo ricco proprietario agricolo, di fronte a una stagione fortunata, che gli ha dato un raccolto eccezionale, che pensa ad ampliare i magazzini in modo ad avere riserve che gli assicurano un futuro felice. Per dare vivacitร  a questa illusione, Gesรน riporta il soliloquio di quel proprietario: โ€œAnima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni, riposati, mangia, bevi e datti alla gioiaโ€. Anche questo viene dalle mani di Dio; perรฒ, questa coscienza manca al ricco agricoltore della parabola.

Purtroppo, il suo discorso solitario notturno viene interrotto da una terribile sentenza divina: โ€œStolto, questa notte stessa ti sarร  richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarร ?โ€. Nel linguaggio biblico, lo โ€œstoltoโ€ รจ chi agisce come se Dio non esistesse, e che non tiene conto del limite della propria esistenza. Questo ricco proprietario viene definito โ€œstoltoโ€ perchรฉ crede che molto denaro significhi molta vita. Perchรฉ fonda la propria sicurezza sullโ€™avere e non sullโ€™essere. Perchรฉ non capisce che la vita va riempita di amicizia, di dono, di relazioni, di condivisione, ma non di cose. Non cโ€™รจ posto qui per lโ€™avarizia, lโ€™aviditร  dei beni con lโ€™idolatria.

Gesรน chiude il suo insegnamento con un ammonimento implicito: โ€œCosรฌ รจ di chi accumula tesori per sรฉ, e non arricchisce davanti a Dioโ€. Si tratta di fare un uso sapiente dei beni. Nella prospettiva evangelica, la condivisione dei beni a favore dei poveri รจ lโ€™unico investimento sicuro, cioรจ il tesoro nei cieli, โ€œdove i ladri non arrivano e la tignola non consumaโ€. La vita e i beni non dovrebbero mai essere considerati come un fine, come una realtร  che prende il posto di Dio: Dio รจ lโ€™unico fine che dร  e fonda ogni vita.

Don Joseph Ndoum


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