Uno spazio per lโaltro
Il ministero dellโospitalitร ย รจ il tema su cui il vangelo odierno (Lc 10,38-42) orienta la riflessione. E il vangelo rivela cheย ospitare รจ creare uno spazio per lโaltro e dare del tempo allโaltro. รย condividereย la casa e il cibo. Piรน in profonditร , ospitare significa fare di sรฉ uno spazio per lโaltro attraversoย lโascolto. Maria che ascolta la parola di Gesรน รจ immagine di unโospitalitร che non si limita ad accogliere allโinterno di una casa, ma che fa della persona stessa una dimora per lโaltro. ร interessante notare la disposizione del nostro brano allโinterno del terzo vangelo. Esso viene dopo la domanda โChi รจ il mio prossimoโ (10,29) ed รจ immediatamente seguito dalla richiesta dei discepoli a Gesรน: โInsegnaci a pregareโ (11,1). โChi รจ il mio prossimo?โ: ovvero, โChi รจ lโaltro per me?โ. Il nostro brano si apre annotando che Marta aveva una sorella: โA lei (Marta) era una sorella di nome Mariaโ (letteralmente; 10,39). E nel lettore sorge spontanea la domanda: ma lei, Marta, era sorella in rapporto a Maria? Maria in lei trovava una sorella? La qualitร di fratelli e sorelle รจ in veritร evento dinamico e in divenire, da inverarsi nel passare del tempo e nel mutare delle condizioni e delle etร della vita. Non puรฒ limitarsi al fattore biologico. Ma poi: โInsegnaci a pregareโ. Ovvero, come accogliere il Signore, come divenire sua dimora fino a riconoscere il โCristo in noiโ (Col 1,27)? Posto al crocevia di questi due interrogativi, il nostro testo risponde a entrambi ponendo la base essenziale per amare Dio e il prossimo.
Ora, in questo testo noi possiamo anche vedere la polaritร fra azione e relazione, tra il molto fare di Marta e la relazione in cui entra Maria, o possiamo vedervi il confronto tra lโillusione di sรฉ di Marta, la sua fuga da sรฉ e il suo stordimento nel molto servire e nel troppo parlare che diviene uno sparlare, un far rumore, e la forza di Maria che abita il silenzio, รจ interamente raccolta nellโatto dellโascolto, e suscita il discernimento di Gesรน che vede in lei la persona che, a differenza di Marta, ha operato una scelta. E la scelta di ciรฒ che nessuno mai le potrร togliere (10,42). Maria sceglie lโessenziale, ciรฒ senza cui tutto perde senso, Maria sceglie e abita lโunica cosa di cui cโรจ bisogno. E che le consente di non reagire alla colpevolizzazione, alle accuse, alle recriminazioni, alle bugie e allo storpiamento della realtร messo in atto dalla sorella che ricorre ai ricatti affettivi e alla manipolazione nei confronti di Gesรน: Maria abita altro e lรฌ trova la sua saldezza. Non รจ neppure vero che qui ci sia un conflitto tra le sorelle: ce nโรจ solo una che, frustrata, si annega nelย troppo: troppo fare e troppo parlare; diventa cieca per la troppa sicurezza di sรฉ, pretende di avere il controllo e dunque il potere sulla sorella e su Gesรน, si pone come vittima per suscitare la complicitร di Gesรน contro la sorella. Tutto questo, e molto altro, vi รจ in quelle poche parole: โNon ti sta a cuore di me? Non ti importa che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille che mi aiutiโ (10,40). Gelosia e uso dellโaltro, lamentarsi come vittima della cattiveria altrui per portare lโaltro dalla propria parte, parlare male della sorella con un terzo.
Sono mali noti alla vita relazionale, che ne dicono la meschinitร possibile, ma il vangelo dice che cโรจ altro, ben altro. Cโรจ lโirrinunciabile su cui puntare lo sguardo senza perdere tempo in beghe relazionali e di potere: e lโirrinunciabile รจ la relazione con il Signore costruita nel segreto della coscienza, lร dove non puรฒ giungere nessuna interferenza e nessuna intrusione. Lโunumnecessariumย รจ lโascolto quotidiano della parola di Dio che edifica lโessere di una persona e ne plasma il cuore. La cosa necessaria รจ la parola del Signore che mette a tacere le nostre parole vane e mette ordine e pace nelle nostre relazioni. Lโunica cosa di cui cโรจ bisogno รจ ciรฒ che rimane nel tempo, che non puรฒ essere tolto perchรฉ afferente allโessere stesso della persona, la vita della sua vita. Non รจ qualcosa che facciamo o misuriamo, ma รจ noi stessi. ร la vita di Cristo in noi, quella vita che dona la gioia che niente e nessuno potrร toglierci.
La tensione tra Marta e Maria non รจ un semplice litigio familiare, ma riveste una valenza ecclesiale, come appare dal testo di At 6,1ss., che va visto in filigrana dietro al brano evangelico. Nel passo di Atti si parla del malcontento sorto nella chiesa di Gerusalemme tra due componenti della comunitร : gli ellenisti si lamentano con gli ebrei perchรฉ le loro vedove erano trascurate al momento della distribuzione per i poveri. Poichรฉ amministrazione dei beni e organizzazione dei soccorsi spettavano agli apostoli (che non necessariamente erano buoni amministratori), la soluzione della questione fu trovata assegnando una prioritร al servizio della Parola, riservato agli apostoli, e affidando il servizio delle mense ai โsetteโ, istituiti per lโoccasione: infatti, โnon รจ giusto che noi trascuriamo la Parola di Dio per il servizio delle menseโ (At 6,2). Nella chiesa vi รจ un servizio prioritario che รจ il servizio della parola che dร fondamento e soliditร anche al servizio della tavola. […] Continua a leggere su Monastero di Bose.
A cura di: Luciano Manicardi
Per gentile concessione del Monastero di Bose



