don Andrea Vena – Commento al Vangelo di domenica 15 Maggio 2022

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Cosa dice la Parola/Gesรน

Siamo giunti alla V domenica di Pasqua. Lโ€™itinerario liturgico โ€“ Scuola di vita fin qui compiuto ci ha permesso innanzitutto di prendere atto che Gesรน รจ risorto, รจ vivo! Questo รจ il fondamento della nostra fede: come la pietra del sepolcro รจ stata ribaltata, cosรฌ non ci sarร  pietra โ€“ che siano le fatiche, le difficoltร , le caduteโ€ฆ a impedirci di vivere una vita di gioia e di speranza: nulla potrร  piรน inchiodarci nelle nostre fragilitร : il Signore sempre รจ pronto a rialzarci per riprendere il cammino (Domenica di Pasqua). Certo, non si tratta di una โ€œbacchetta magicaโ€, ma di un itinerario che chiede tempo, crescita, fiducia e aiuto del Signore risorto, come ci ha testimoniato lโ€™esperienza di Tommaso, grazie al quale abbiamo compreso che non serve vedere-toccare per credere, ma che credendo possiamo vedere-toccare la presenza di Dio in ogni momento (II domenica di Pasqua, 24 aprile). Questo รจ possibile nella misura in cui impariamo a vivere con profonditร , maturitร , vigilanti per cogliere la presenza di Gesรน lungo la riva della nostra vita (III domenica, 1ยฐ maggio). Un cammino lungo il quale non saremo soli e disorientati, ma dove Gesรน stesso si fa nostra Guida, nostro buon pastore (IV domenica, 8 maggio).

A noi รจ chiesto di restare uniti, crescere nella fiducia reciproca, facendo della condivisione un tratto distintivo del nostro essere discepoli del risorto, come ci ricorda lโ€™esperienza dei primi discepoli raccontataci nella I lettura di oggi, tratta dagli Atti degli Apostoli: โ€œRiunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fedeโ€. Si noti che il protagonista รจ Dio: โ€œQuello che Dio aveva fattoโ€ฆโ€: il discepolo del risorto riconosce che la trama della vita รจ Dio a tesserla. Non un Dio-padrone, ma Padre amorevole, come emerge dal testo di Giovanni: โ€œFiglioliโ€, dove il termine originale รจ ancor di piรน grande impatto: โ€œFiglioliniโ€. Eโ€™ un appellativo che sta ad indicare la confidenza tra Gesรน e i suoi discepoli. Con questa premessa, che ci ha concesso di contestualizzare il vangelo, entriamo nel testo.

vv. 31-32: ยซโ€œQuando Giuda fu uscito dal cenacolo, Gesรน disse: โ€œOra il Figlio dellโ€™uomo รจ stato glorificato, e Dio รจ stato glorificato in lui. Se Dio รจ stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherร  da parte sua e lo glorificherร  subitoโ€ยป.

Lโ€™avverbio di tempo โ€œOraโ€ rivela che Gesรน ha glorificato Dio e che Lui stesso, il Figlio, รจ stato glorificato. Se notiamo con attenzione, questo avviene quando Giuda tradisce e quando Pietro rinnega. Insomma, รจ incastonato da due momenti di fragilitร , di buio. Ebbene, la gloria di Dio sta nel fatto che Gesรน anzichรฉ reagire al male col male, reagisce con misericordia, secondo il comandamento dellโ€™amore che Lui stesso vive e mostra come vivere. Questo รจ il modo con cui Gesรน glorifica il Padre: amando. E, ยซโ€œsubitoโ€ โ€“ dice il testo โ€“ Dio lo glorificherร โ€ยป. Ancora oggi il cristiano, il discepolo del risorto, รจ invitato a glorificare Dio sullโ€™esempio di Gesรน, obbedendo al Padre del cielo. Unโ€™obbedienza che pare illogica agli occhi umani, ma รจ nellโ€™unica logica di Dio che รจ amore.

vv. 33: ยซโ€Figlioli, ancora per poco sono con voiโ€ยป.

Non si tratta di una semplice durata cronologica, come a dire โ€œtra poco vado viaโ€, quanto unโ€™espressione che richiama i profeti quando annunciavano che il โ€œtempo si fa breveโ€ prima che giunga la salvezza (cfr Is 10,25). In Giovanni questa espressione la troviamo piรน dโ€™una volta (cfr Gv 7,33, 12,35, 14,19). Anche per noi dunque il tempo si fa breve, รจ tempo di abbracciare la causa del Vangelo, la causa stessa di Gesรน: โ€œil tempo รจ compiuto e il regno di Dio รจ vicino: convertitevi e credete al vangeloโ€ (Mc 1,15).

34-35: ยซโ€Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, cosรฌ amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altriโ€ยป.

Prima che essere un comandamento lโ€™amore รจ un dono: โ€œVi doโ€: โ€œCome il Padre ha amato me, cosรฌ anchโ€™io ho amato voiโ€ (Gv 15,9). La sorgente dellโ€™amore รจ dunque il Padre che ama Gesรน, il quale nel suo โ€œvi doโ€ dona tutta la sua vita, quella che vive dallโ€™eternitร  con il Padre e lo Spirito: Gesรน dร  la vita per noi. La novitร  di questo comandamento sta nel fatto che รจ legato alla โ€œnuova alleanzaโ€: โ€œQuesto calice รจ la nuova alleanza del mio sangue, che รจ versato per voiโ€ (Lc 22,20, che realizza la profezia di Geremia. โ€œEcco, verranno giorni, oracolo del Signore, nei qualiโ€ฆconcluderรฒ unโ€™alleanza nuovaโ€, Ger 31,31 ). Gesรน ha inaugurato la โ€œnuova alleanzaโ€ nel suo sangue, cioรจ nel dono della sua vita: ecco, il comandamento nuovo, รจ nella logica del dono, del servizio, dellโ€™amore. In questo โ€œcomandamento-donoโ€ cโ€™รจ tutto il suo testamento. La nuova alleanza non รจ una regola nuova, ma una vita nuova: vita donata. E qui sta la โ€œdifferenza cristianaโ€ o, invertendo i termini, la vita cristiana si fa differenza: una vita che sullโ€™esempio e lโ€™aiuto di Gesรน si fa dono, e da questa differenza il discepolo di Gesรน viene riconosciuto: โ€œDa questo tutti sapranno che siete miei discepoliโ€, conclude il vangelo (v. 35). I discepoli del risorto sono coloro che partecipano alla vita di Gesรน, alla sua novitร , al suo dinamismo. Ecco dovโ€™รจ custodito il segreto della gioia del credente in Gesรน, del suo ottimismo: accogliere la vita come un dono, donare la vita in dono. Che รจ in fondo la logica dellโ€™Eucaristia, quando Gesรน si dona nel pane e nel vino che diventano suo corpo e sangue, ossia vita donata. San Giovanni lo mostra visibilmente nel racconto della lavanda dei piedi di Gesรน ai discepoli (cfr Gv 13). Quando poi i discepoli si ritrovano per condividere quanto Dio stesso ha compiuto per mezzo loro (cfr I lettura), non fanno che condividere quanto lโ€™amore vince sullโ€™odio, quanto la luce vince sulle tenebre (cfr versetto iniziale: Gesรน pronuncia queste parole quando Giuda esce dal cenacolo, ed รจ notte).

Non sono le parole, i discorsi, le omelie che cambiano la vita, ma รจ quando lโ€™amore si fa parola-vita che tutto cambia. Infatti lโ€™evangelista usa il verbo โ€œagapeโ€ (amore senza contraccambio) e non โ€œfiliaโ€ (amare di amicizia: ti voglio bene perchรฉ tu mi vuoi bene). รˆ questo amore libero e gratuito fino a sembrare uno spreco, che farร  la differenza cristiana, come un tempo lo fece la donna entrata in casa che versรฒ olio profumato e costoso ai piedi di Gesรน e che Giuda etichettรฒ come un inutile spreco (cfr Mc 14,3ss). Cosa che rischiamo di fare anche noi quando cominciamo a mettere dei paletti alla logica dellโ€™amore: si, ma. Dove cโ€™รจ sempre il rischio, la tentazione che la logica umana prenda il sopravvento sulla logica di Dio.

Il ritrovarsi dei discepoli descritti nella I lettura รจ un ritrovarsi riconoscendo lโ€™agire amorevole di Dio dentro la vita: e cosรฌ dovrebbe essere per noi. Invece, talvolta, il nostro ritrovarsi รจ per parlarci addosso, fare progetti, anche pastorali costruiti nella nostra testa, รจ per organizzare chissร  quali iniziativeโ€ฆper poi domandarci โ€“ se e quando si fanno le verifiche perchรฉ non hanno funzionato o, se hanno funzionato, perchรฉ non hanno retto nel tempo. Confrontandoci con la parola odierna, forse capiamo che stiamo sbagliando qualcosa. Urge ripartire dal Signore Gesรน, perchรฉ ยซโ€œLui solo รจ la vita della mia vita: In Lui si assomma tutto quello che io vorrei, tutto quello che io cercoโ€. In fondo a coloro che incontrano Gesรน siano essi la samaritana, Zaccheo, la Maddalena, il giovane riccoโ€ฆ Gesรน non chiede preventivamente coerenza di comportamenti o certificati di buona condotta, chiede di legarsi alla sua persona, di lasciarsi abbracciare da un amore che non pone condizioni e non conosce confiniโ€ยป (Lepori).

Finchรฉ il nostro ritrovarci non sarร  un leggere la realtร  nella quale siamo immersi e scoprire/condividere la gioia di quanto Dio opera in noi, attorno a noi, e fuori di noiโ€ฆnon andremo lontano. โ€œBenedirรฒ il tuo nome per sempre, Signoreโ€, canteremo nel salmo. Ciรฒ che conta รจ amare e amarsi come Lui, โ€œCome io ho amato voiโ€, non raccontare quanto bravi siamo noi! Lโ€™amore che Gesรน ci โ€œdaโ€™โ€ ha un โ€œcomeโ€: il modello รจ Gesรน stesso. Cโ€™รจ amore e amoreโ€ฆnoi siamo chiamati ad amare โ€œcome Gesรนโ€. Non dunque un amore โ€œoccasionaleโ€, generico, ma quello di Gesรน, โ€œcomeโ€ Lui stesso ha vissuto accogliendo tutti, morendo-donandosi in croce, perdonando i nemici. La proposta di Gesรน non รจ una teoria tra le tante, ma รจ vita concreta, reale, vincente! E la risurrezione dice che รจ una proposta vincente, lโ€™unica vincente, visto che รจ un amore che โ€œha ribaltatoโ€ anche la pietra della morte! Lโ€™amore di Gesรน ribalta ogni logica!

Gesรน ha amato โ€œcomeโ€ il Padre ha indicato. Amare โ€œcomeโ€ Lui significa imparare a dirigere le nostre forze, le nostre energie in modo ordinato verso una unica direzione: il Padre. A volte noi amiamo ma in modo disordinato, fino a consumare forze ed energie e senza concludere granchรฉ. Rincorriamo nostre โ€œideeโ€ e nostri โ€œprogettiโ€, ma forse non puntiamo a ciรฒ che รจ essenziale: โ€œNon sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio?โ€ (cfr Lc 2,41ss); โ€œMarta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per troppe coseโ€ฆMaria ha scelto la parte miglioreโ€ (Lc 10,38ss). Gesรน รจ il nostro modello, il nostro metro di misuraโ€ฆche รจ senza misura! La misura di Gesรน รจ la croce, che รจ abbraccio eterno verso tutti. Che รจ amore che si dona obbedendo al Padre fino allโ€™ultimo, evitando di cercare scorciatoie umane (cfr Mc 8,23: โ€œLungi da me satana, perchรฉ tu mi sei di scandalo, perchรฉ pensi secondo gli uomini e non secondo Dioโ€). Solo Dio sa dare giusto orientamento alla vita e al nostro amarci gli uni gli altri, nella veritร , perchรฉ Lui รจ Veritร  (cfr Gv 12,44) di cui noi ben poco sappiamo (cfr โ€œCosโ€™รจ la Veritร โ€, domandรฒ Pilato, Gv 18,38). Ecco allora che lโ€™amore รจ un dono e quindi unโ€™arte da scoprire e imparare. In fondo, se ci pensiamo, nella vita abbiamo bisogno di maestri in molti campi, ma rischiamo di muoverci da autodidatti nel campo piรน importante, quello che maggiormente ci caratterizza, sprecando tempo ed energie, divenendo incapaci di mostrare in pienezza quella bellezza di cui siamo portatori: lโ€™amore di Dio in noi.

Ma cosa strabiliante, ci รจ stato ricordato domenica scorsa, รจ il fatto che non veniamo lasciati vagare nella lontananza ma il Signore ci viene sempre incontro con amore misericordioso (cfr padre misericordioso Lc 15), come buon pastore che non vuole che nessuno si perda, e per questo dร  la vita (domenica scorsa).

Se spesso la gloria degli uomini รจ arricchirsi, fare di testa propriaโ€ฆla gloria di Gesรน รจ gloria dellโ€™amore! Gesรน ha vinto con lโ€™amore e nellโ€™amore, fino a vincere il peccato, il male, la morte. E cosรฌ, chiede Gesรน, deve valere per noi se vogliamo essere riconosciuti discepoli del Risorto: โ€œNoi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perchรฉ amiamo i fratelliโ€ (cfr 1Gv 3,14). Qui cโ€™รจ tutta la vita cristiana: ยซDa questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altriยป.

Se Gesรน ci ha amati quandโ€™eravamo ancora peccatori, fragili, deboliโ€ฆtraditori e rinnegatori, cosรฌ siamo chiamati a fare anche noi. Lui รจ il nostro metro di misura, la nostra regola, il nostro riferimento. Se non ci sintonizziamo nellโ€™amore di Gesรน โ€“ modello e forza โ€“ troveremo sempre cavilli per giustificarci e per giudicare, ma saremo fuori dalla logica del vangelo! Se imparassimo fino in fondo a vivere la logica dellโ€™amore di Gesรน, allora anticiperemo la visione di Giovanni descritta nella II lettura tratta dal libro dellโ€™Apocalisse: โ€œVidi un cielo nuovo e una terra nuovaโ€ฆDio asciugherร  ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarร  piรน la morte nรฉ lutto nรฉ affanno perchรฉ le cose di prima sono passateโ€ (testo che richiama la profezia di Ezechiele, 37, e quindi di Genesi 2: la creazione). E Colui che sedeva sul trono disse: โ€œEcco, io faccio nuove tutte le coseโ€ยป. Questi cielo e terra nuova sono giร  inaugurati da Gesรน: con la sua vita, morte e risurrezione. Come un tempo Dio creatore affidรฒ allโ€™opera dellโ€™uomo il creato perchรฉ โ€œlo coltivasse e lo custodisseโ€ (Gen 2,15), cosรฌ ora spetta a noi coltivare e custodire i cieli nuovi e la terra nuova. Questo significa che non possiamo far finta che non ci siano, non possiamo tornarcene sui nostri passi come i due di Emmaus (cfr Lc 24), o tornare alle nostre cose e abitudini come i discepoli che se ne tornarono a pescare (Gv 21): questo โ€œoggiโ€ รจ il momento che Dio ci ha affidato per assolvere al nostro compito!

Ma per farlo รจ necessario cambiare orientamento (i due di Emmaus tornarono indietro di corsa, e cosรฌ i discepoli della pesca) e guardare con gli occhi di Gesรน, non i nostri. Guardare con lo sguardo del โ€œdiscepolo amatoโ€ capace di cogliere la Sua presenza nei segni che vede: al sepolcro quando โ€œvide e credetteโ€ (Gv 20,8), sulla barca quando esclamerร  โ€œEโ€™ il Signore!โ€ (Gv 21,7). Uscire dalle nostre prospettive, dai nostri calcoli, dai nostri progetti e, come ci รจ stato ricordato quindici giorni fa, gettare le reti della vita dallโ€™altra parte (cfr Gv 20,1ss), lasciando risuonare in noi la Parola del vangelo e imparando a guardare in modo nuovo, non tanto ai nostri risultati umani, comunque feriti dal peccato e dalla gelosia (cfr Gen 4, Caino e Abele), ma a quanto il Signore opera in noi, con noi e attorno a noi, e spesso nonostante noi! E gli occhi di Gesรน sono occhi di amore e di simpatia, di accoglienza e di perdono. รˆ tutta unโ€™altra cosa! รˆ la vita dei discepoli del risorto!

Cosa rispondo io oggi alla Parola/Gesรน

Colletta anno C (preghiera dopo il canto del gloria)

O Padre, che tutto rinnovi nel tuo Figlio glorificato, faโ€™ che mettiamo in pratica il suo comandamento nuovo e cosรฌ, amandoci gli uni gli altri, ci manifesteremo al mondo come suoi veri discepoli.

Signore Dio,

a te innalzo il mio grazie per la fiducia che riponi

nellโ€™affidare alle mie fragili mani

il compito di custodire e coltivare i cieli nuovi e la terra nuova

da Te inaugurati.

A te innalzo il mio grazie o Signore,

per la fiducia che coltivi

ย 

nellโ€™affidarmi il dono-comandamento di amare come Tu ci hai amato.

Nellโ€™essere grato, aiutami, o Signore,

a compiere quanto mi chiedi, perchรฉ quanti incontrerรฒ, vedendomi,

possano a loro volta credere in Te.


Il commento al Vangelo di domenica 15 maggio 2022 curato da don Andrea Vena. Canale YouTube.