ยซDonna, perchรฉ piangi? Chi cerchi?ยป. Nel pianto di Maria di Magdala possiamo riconoscere il pianto di ciascuno di noi, la disperazione delle nostre ore piรน buie. ร come se, leggendo questo passo del Vangelo, Gesรน si chinasse su di noi per chiederci โperchรฉ piangi?โ. La domanda di infinita tenerezza รจ giร in grado di colmare, per la cura che esprime, le nostre piรน profonde ferite.
Gesรน, avendo sconfitto la morte, avendo vinto il peccato, non si innalza su un trono regale, non dimentica le fragilitร umane, ma anzi si abbassa a guardare da vicino la nostra sofferenza e sostenerla. Meditare questo passo ci permette di avere lo sguardo privilegiato di chi puรฒ osservare dall’esterno una scena: quante volte ci sembra di non trovare la traccia di Dio nelle nostre vite? E quante altre volte, ripiegandoci su noi stessi, alziamo al cielo il nostro personale โEloรฌ, Eloรฌ, lemร sabactร ni?โ?
Ma, ecco, non ci accorgiamo che il Signore รจ esattamente di fronte a noi, รจ con noi nel nostro pianto, ci osserva con sguardo amorevole, e se tendiamo l’orecchioโtramite la Parolaโci annuncia una liberazione che in quel momento siamo incapaci di sperare. La nostra vita non si conclude nelle nostre miserie, nรฉ nel dolore che non possiamo comprendere; la prospettiva di salvezza viene a dirci che esiste un progetto piรน grande che ora noi non siamo capaci di vedere, ma che include anche noi e le nostre piรน profonde attese.
Aver fede รจ credere che il Signore ci ha pensati felici nell’Eternitร , in comunione con Lui.
AUTORI: I commenti di questo mese sono curati da Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi
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