don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 5 Aprile 2022

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Credo che quando una persona si trova alla fine della propria vita e se ne accorge, allora il tenore delle sue parole comincia ad avere una profonditร  inaspettata. Chi gli รจ accanto sente quanto possano essere vere quelle parole ma non le comprende fino in fondo.

Ci vuole sempre molto tempo a capire cosa volevano dire queste persone in quel momento. Cosรฌ รจ per Gesรน nel Vangelo di oggi. Sono parole infuocate, cariche di un senso nascosto che intuisci essere vere ma che non comprendi subito dove ti vogliono condurre:

โ€œVoi siete di quaggiรน, io sono di lassรน; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccatiโ€.ย 

Sembra lโ€™accorato appello di uno che dice: smetti di vivere solo, altrimenti alla fine affoghi. E forse questo รจ vero. Cโ€™รจ una cosa peggiore dei peccati, รจ la solitudine che crea la nostra superbia. รˆ la solitudine di chi dice โ€œnon ho bisogno di nessuno, io mi faccio da meโ€. Un credente, ma ancor prima un uomo, รจ uno che ha lโ€™umiltร  di capire che non ci si salva da soli, e non si riesce a salvare quasi niente della nostra vita se qualcuno non irrompe in quella nostra solitudine e ci aiuta.ย 

Lโ€™apertura a Dio รจ innanzitutto uno squarcio inferto alla nostra autosufficienza, รจ una finestra spalancata in una stanza dove lโ€™aria ormai รจ irrespirabile. Tutto il Vangelo รจ la buona notizia che in veritร  non siamo soli, e che una libertร  vissuta nella solitudine non รจ libertร  ma inferno, perchรฉ la gioia, come il dolore, la bellezza, come le cose difficili sono davvero vivibili solo a patto che tu abbia qualcuno con cui condividere ciรฒ che ti accade.ย 

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Siamo strutturalmente dipendenti dallโ€™altro, ma di una dipendenza che dovrebbe produrre libertร  non galera. Ma noi per paura di rimanere prigionieri di relazioni sbagliate ci condanniamo allโ€™inferno da soli. Allโ€™inferno non cโ€™รจ nessuna buona compagnia perchรฉ lโ€™unica compagnia sarร  il disprezzo che proveremo per noi stessi.

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โ€œVi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che io sono, morirete nei vostri peccatiโ€. Morire nel proprio peccato รจ un poโ€™ come cadere nelle sabbie mobili e pensare di potersi tirare fuori da soli. Soltanto qualcuno da fuori quelle sabbie puรฒ salvarci. La fede non รจ semplicemente credere che Dio esiste ma รจ lasciarsi salvare da Lui.

Molte volte pensiamo alla fede piรน come un fatto intellettuale che come qualcosa di esistenziale, concreto, appunto che ci salva la vita. Ma la fede non รจ unโ€™interpretazione della vita, ma un fatto che la cambia. Gesรน, nel Vangelo di oggi, ci dice il suo segreto: โ€œColui che mi ha mandato รจ con me e non mi ha lasciato solo, perchรฉ io faccio sempre le cose che gli sono graditeโ€.

รˆ la relazione con il Padre che rende Gesรน capace di vivere fino in fondo la sua missione. Il nostro inferno molto spesso รจ la solitudine, mentre la nostra salvezza la sperimentiamo sempre in un legame. La fede รจ sapere di non essere soli, รจ avere lโ€™interiore certezza di sapersi di Qualcuno, di sentirsi presi a cuore, amati, fino al punto di essere considerati un valido motivo per cui offrire la propria vita.

Gesรน ha dato la vita per noi, quale altro argomento convincente vogliamo ancora per esserne convinti? Dovremmo imparare a smettere di ricercare rassicurazioni per arrenderci allโ€™evidenza di questo amore che ha dato se stesso per noi.