BISOGNA FAR FESTA CON DIO, ALTRIMENTI NON Eโย DIO
Secondo lโodierno testo di Lc 15, davanti a Gesรน Cristo gli uomini si dividono in 2 categorie di persone. Quelli che lo ascoltano e quelli che mormorano su di lui. Alla prima categoria appartengono pubblicani e peccatori: gente che ha una pessima reputazione, gente ferita, persone che non ce la fanno proprio a sistemarsi e vivere una vita per bene. Alla seconda categoria appartengono invece scribi e farisei, ovvero campioni di vita religiosa e dalla buona fama presso gli uomini, persone che hanno sempre una parola su tutto, influenti, oggi diciamo influencer, persone che sanno stare al mondo e cadono sempre in piedi.
Nota immediata dellโevangelista: i primi si avvicinano a Gesรน, dei secondi non lo si dice. Perchรฉ? La Bibbia afferma ripetutamente che la mormorazione allontana da Dio. Come ci ricordava la 2a lettura di domenica scorsa (1Cor 10,10), una gran parte del popolo eletto cadde nel deserto per le continue mormorazioni. Ma a ben vedere, con questa celebre parabola che chiude il trittico di Lc 15, Gesรน dirige il suo insegnamento proprio a tutti quelli che rientrano nella seconda categoria. Lโamore di Dio vuole salvare a tutti i costi chi ad esso si sottrae volutamente.
La prima categoria รจ ben rappresentata dal figlio minore della parabola. Storie di chi, correndo dietro alle illusioni di questo mondo, si ritrova deluso e impoverito dalle proprie scelte. Persone che, toccando il fondo del male in cui sono impelagate, avvertono nel profondo una misteriosa nostalgia che li spinge a far memoria di quanto si รจ ricevuto (Lc 15,14-17). Persone che sentono questa nostalgia perchรฉ hanno il coraggio di riconoscere il vuoto che cโรจ nella propria anima: sono dunque aperte alla rivelazione che Dio vuol donare di sรฉ stesso. Infatti, รจ sufficiente questo movimento interiore provocato dalla nostalgia per far scoccare lโora suprema della conoscenza di Dio.
Notate la preparazione delle parole del figlio prima dellโincontro: nel riconoscere di aver sbagliato tutto, non sentendosi piรน degno di essere chiamato โfiglioโ, si propone la richiesta da fare a suo padre di non essere trattati come tali (Lc 15,18-19). E invece ecco la sorprendente scoperta, ancor prima che il ragazzo proferisca queste sue parole. Vedendolo rientrare, il padre esplode in un comportamento assolutamente inspiegabile, correndogli incontro come un giovinetto e coprendolo di abbracci e baci (Lc 15,20). Poi i comandi diretti agli inservienti che hanno un solo significato e scopo: โtu mi dici che non sei piรน figlio e vuoi essere considerato come un servo qualsiasi? Io invece ti dico che sei sempre mio figlio e per questo ordino subito una festa grandiosa con tutti, perchรฉ ora sei qui con me.โ (Lc 15,22-24)
La seconda categoria รจ altrettanto ben rappresentata dal figlio maggiore. Gente fedelissima ai suoi doveri, talmente fedele che la loro stessa vita arriva a identificarsi con il proprio dovere. E, come tutti quelli che interpretano la vita come un dovere, si perde la sensibilitร alla festa e alla gioia. Il figlio ferma un inserviente e chiede ragione di musica e danze che giungono alle sue orecchie. La risposta di questi scova nei meandri del suo cuore โil peccato del giustoโ: egli si indignรฒ e non voleva entrare in casa (Lc 15,26-28a).
Cioรจ, sulla soglia di casa, provรฒ un sentimento di profondo rifiuto della scena a sorpresa che si presentรฒ alle sue orecchie e non ancora agli occhi. Come dire: non puรฒ vedere chi รจ e che cosa fa Dio colui che prima non lo ascolta e non lโaccoglie. Qui vediamo lโintento piรน intimo della parabola raccontata da Gesรน. Raggiungere a tutti i costi chi รจ gli vicino solo apparentemente, perchรฉ ha il cuore lontano da lui. Suo padre allora uscรฌ a supplicarlo (Lc 15,28b). Adesso si possono capire meglio le parole di Paolo nella seconda lettura: vi supplichiamo in nome di Cristo, lasciatevi riconciliare con Dio (2Cor 5,20). La supplica del padre della parabola รจ la supplica dellโapostolo.
Ora si delineano meglio i tratti del volto del padre, vero protagonista della parabola. Un padre che inizialmente sembra aver problemi con un solo dei figli, e che alla fine pare ne avesse con entrambi. Ma รจ il padre che ne ha, o non sono forse i figli ad avere qualche problema con lui? Egli si manifesta al figlio piรน giovane con un amore non umano, in unโasimmetria della condotta che non puรฒ essere spiegata razionalmente, ma che potremmo riassumere cosรฌ: โfiglio, tu mi offendi e mi abbandoni ma io non ti mollo e ti amo ancora di piรนโ: che amore รจ questo?
Poi si manifesta al piรน grande con una incredibile umiltร e una supplica struggente, perchรฉ non puรฒ sopportare nemmeno lโidea che egli non rientri a casa a far festa insieme a lui. E fa appello non alla sua ragione, ma al suo cuore: figlio, tu sei sempre con me e tutto ciรฒ che รจ mio รจ tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perchรฉ questo tuo fratello era morto ed รจ tornato in vita, era perduto ed รจ stato ritrovato (Lc 15,31-32) Qui non ci sono argomentazioni, cโรจ solo la dichiarazione di una necessitร , comprensibile solo a chi รจ disposto ad andare oltre la propria giustizia, cioรจ oltre lโimmagine equivoca che si ha di Dio. Dio infatti, รจ molto di piรน della sua legge: Deus misericordia est.
AUTORE: d. Giacomo Falco Brini
FONTE: PREDICATELO SUI TETTI



