Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 23 Marzo 2022

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Il Signore ci richiama alla fedeltà alla legge di Dio e all’insegnamento della Chiesa Cattolica che da duemila anni la sta conservando e tramandando e ci insegna a fuggire ogni forma di relativismo.

Le mode, i cambiamenti del costume della società non possono cambiare “un solo iota o un solo trattino della legge”. Niente e nessuno ha il potere di decretare decaduto anche il minimo aspetto della legge divina, neppure quando il mondo intero ci spinge a modificare il senso profondo del bene e del male, ad accettare il peccato in nome della libertà, della tolleranza e della realizzazione individuale, addirittura talvolta camuffandolo e spacciandolo per una forma di carità.

Per vivere pienamente la vita cristianamente è necessario accogliere il senso profondo che Dio le dona. Per il Signore questo ci ha consegnato i suoi “comandamenti”, sul Sinai prima e sulla montagna di Galilea poi; sono il suo stesso amore declinato nella vita dell’uomo. Orientare la nostra vita, le scelte, le azioni di ogni giorno non alla legge del mondo ma alla legge di Dio, perché solo Dio è giustizia, verità e salvezza per la nostra anima.

Il Signore non si limita a metterci in guardia dal trasgredire i suoi comandamenti. Non è sufficiente osservare la volontà di Dio, ci è chiesto anche di insegnarla. Insegnarla ai bambini, agli amici, ai familiari; proclamare al mondo che la legge di Dio è l’unica verità, l’unica via di giustizia e di verità, anche se questo significa andare contro la mentalità del mondo, ogni giorno sempre più tronfia di vanità e di autosufficienza.

Per riflettere

Quello che facciamo per le anime, Gesù lo tiene come fatto per sè. Egli nota nel libro della vita tutti i travagli, tutte le pene, tutte le croci che noi soffriamo per la salvezza e la santificazione delle anime. (Santa Francesca Cabrini)


AUTORI: I commenti di questo mese sono curati da Monica e Giuseppe Lami
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi