don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 17 Marzo 2022

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Tra responsabilitร  e spensieratezzaโ€ฆ

Ci aveva messi in guardia: fatevi amici con la disonesta ricchezza perchรฉ essi vi accolgano nelle dimore eterne. Lโ€™abisso di cui parla Abramo รจ possibile varcarlo solo nella misura in cui lo hai varcato qui, in vita, prendendoti cura di qualcuno, tessendo relazioni di amicizia.
La nostra storia potrebbe essere letta da tanti versanti. Uno di questi รจ quello di chi nel corso dei secoli ha alzato la voce contro la smemoratezza del cuore, la sclerocardia. La pagina evangelica odierna รจ appunto un grido contro lโ€™ostentazione di sicurezza che finisce per essere tradotta come evasione da ogni responsabilitร .

Puรฒ accadere di guardare e non vedere. I segni ci sono ma non li vedi, le voci ci sono ma non le senti. Accadeva ai tempi di Gesรน e accade ai nostri tempi. Accadeva al ricco epulone e accade anche a noi che magari non vestiamo di porpora e bisso ย e non banchettiamo lautamente ma nondimeno preferiamo rinchiuderci in un mondo autoreferenziale, tra la magia del possedere che ci affascina e il vuoto della spensieratezza che ci seduce. E lโ€™altro? Lโ€™altro, questo sconosciuto.

Accade, infatti, che una sorta di smemoratezza finisca per impedire non solo gli occhi del nostro corpo ma raggeli ogni sorta di sentimento facendoci diventare cinici (aveva cinque fratelli di cui si ricorderร  quando sarร  troppo tardi). รˆ come se davvero il passato abbia nulla da dirci e noi ci ritroviamo a giocare una partita impari tra responsabilitร  e spensieratezza.

Ora, al dire di Gesรน, ci si salva nella misura in cui accettiamo di aprire gli occhi e di non distogliere lo sguardo da ciรฒ che ci sta attorno. Salvezza come apertura degli occhi, consapevoli che il tempo a nostra disposizione รจ un tempo circoscritto: le occasioni non sono infinite e non รจ detto che una voce ancora si levi a svegliarci dal torpore in cui siamo caduti.

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Non ci sembri minaccioso un simile linguaggio: dietro affermazioni come quelle riportate dalla Parola odierna cโ€™รจ soltanto una lucida visione del reale. Ma si sa: non cโ€™รจ avvertimento che tenga per chi non vuol capire.

I beni โ€“ afferma Gesรน โ€“ non poche volte spersonalizzano la persona, le rubano persino il nome โ€“ come al ricco del racconto โ€“, fanno razzia del suo cuore. La conseguenza inevitabile รจ che lโ€™uomo perda la sua identitร  e la sua dignitร  e divenga un epulone, aggettivo dispregiativo che sta a indicare un uomo ridotto a macchina che produce e consuma senza sosta, una sorta di animale da ingrasso come testimonia il Sal 48: ma lโ€™uomo nella prosperitร  non comprende, รจ come gli animali che periscono.

โ€œLa tristezza piรน grande, alla fine della vita, โ€“ sosteneva Raoul Follerau โ€“ sarร  quella di accorgersi di non essere stati utili a nessunoโ€.
Impara dunque โ€“ ripete Gesรน โ€“ a condividere la tavola della solidarietร  in vita se non vorrai vedere rovesciata la tua condizione dopo la morte. La salvezza, infatti, รจ legata al qui ed ora della tua esistenza e ha sempre a che fare con il modo in cui ti relazioni a uomini e a cose.
Presta attenzione: potresti perderti senza neppure accorgertene.

Non restare insensibile a un appello di umanitร : in fondo che cosโ€™รจ il mendicare di un povero alla tua porta se non un invito per te a mostrarti uomo? Non abdicare a questo compito di umanitร . Non far sรฌ che la tua autosufficienza finisca per farti trascorrere la vita rincorrendo una serie di autogiustificazioni. Paradossale ma vero: il mondo di epulone รจ un mondo bloccato, non cosรฌ quello di Lazzaro. Cโ€™รจ una chiusura e una incomunicabilitร  che se prima ti isolano in una sorta di mondo felice poi finiscono per diventare la tua stessa prigione. E neanche se uno risuscitasse dai morti ci sarebbe disponibilitร  a mettersi in discussione. Per aprire gli occhi, infatti, non sono necessarie le visioni: bastano le orecchieโ€ฆ

Non cโ€™รจ Dio, infatti, non cโ€™รจ uomo, non cโ€™รจ morto che parla, in grado di distogliere chi vive ciecamente la spensierata e folle corsa della bramosia che conduce alla distruzione del mondo che ci si รจ costruiti. Chi non ama rimane nella morte (1Gv 3,14), per sempre.
Tra responsabilitร  e spensieratezza: la partita puรฒ essere vinta nel versante della responsabilitร  se solo cominci a guardare a chi sta alla porta della tua casa.


AUTORE: don Antonio SavoneFONTE CANALE YOUTUBETELEGRAM