La regola dโoro, la regola dโargento e quella di ferro.
Dopo le beatitudini proclamate nel vangelo della scorsa domenica, continua il discorso in pianura secondo Luca. Stiamo andando al cuore del discorso del Maestro, dove predomina lโetica dellโamore: lโamore per i nemici, il donare gratuitamente, il non giudicare, il porgere lโaltra guancia.
La pagina di oggi puรฒ essere suddivisa in due parti: a) vv. 27-35: lโamore per il nemico; b) vv. 36-38: lโamore fraterno. Alcune caratteristiche di queste parole di Gesรน si possono cosรฌ semplicemente sintetizzare: ciรฒ che regge lโintero discorso รจ il verbo agapao, amare; i detti di Gesรน sono di stile sapienziale (non vi รจ un vero e proprio ordine logico); i verbi sono soprattutto allโimperativo. Commenta don Carlo Broccardo ยซGesรน ammassa una serie di comandi che puntano tutti nella stessa direzione: scardinare la logica della reciprocitร ยป.
Nei versetti di questa domenica il tema, dunque, รจ lโamore per il nemico, con la famosa regola dโoro al v. 31: ยซCome volete che gli uomini facciano a voi, cosรฌ anche voi fate a loroยป. Per commentarla si puรฒ fare riferimento a un libro biblico sacro per i cristiani, e stimato ma non riconosciuto canonico dagli Ebrei, il libro di Tobia. Al capitolo quarto si racconta del padre Tobi che saluta il figlio che parte per un lungo viaggio, e tra le tante raccomandazioni che gli dร gli propone anche quella che รจ stata chiamata la โregola dโargentoโ: ยซNon fare a nessuno ciรฒ che non piace a teยป (Tb 4,15). Si tratta di uno dei suggerimenti piรน acuti e utili che un padre possa dare a un figlio, e significava, in ultimo, non far del male a nessuno. ร senza dubbio un principio morale importante, e impegnativo: se tutti seguissero questa regola, nessuno riceverebbe male dallโaltro.
Nella tradizione giudaica questa regola si trova anche allโinterno di una storia che vede come protagonista due rabbini del primo secolo, di poco precedenti Gesรน, Hillel e Shammai: ยซUn pagano si presentรฒ a Shammai e gli disse: โConvertimi, a condizione di imparare tutta la Torร nel tempo in cui si puรฒ stare ritti su un solo piedeโ. Shammai lo mandรฒ via col bastone che aveva in mano. Si presentรฒ allora a Hillel, il quale lo convertรฌ, dicendogli: โCiรฒ che a te non piace, non farlo al tuo prossimo. Questa รจ tutta la Torร , il resto รจ commento, vaโ e studiaโ (Talmud babilonese, Shabbat 31)ยป. La regola si trova anche in uno scritto cristiano, la Didachรจ, molto legato allโambiente giudaico: ยซTutto quanto vuoi che non sia fatto a te, nemmeno tu fallo ad altriยป (1,2). Gesรน, perรฒ, nel Discorso della pianura / montagna, si rifร a questa regola volgendola in forma positiva: ยซTutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loroยป. Rispetto alle raccomandazioni di Tobi al figlio, o di rabbi Hillel, qui perรฒ non si tratta semplicemente di non fare qualcosa agli altri, ma, anzi, di fare quello che desidereremmo fosse fatto da altri. La formulazione in questo senso implica maggiore libertร e creativitร , e ricorda che anche le omissioni possono essere un male. Quanta differenza tra la regola dโoro e quella di bronzo, e soprattutto tra queste e quella che un predicatore statunitense, non cattolico, di fine โ800 (Theophilus Brown Larimore) chiamava la โregola di ferroโ: la differenza che si esprime nella forza di chi prevarica sugli altri.
In conclusione: se mai si deve seguire la regola di ferro, oggi nemmeno applicare la โregola dโargentoโ basta piรน, perchรฉ porta solo a difendersi, a pensare a se stessi, a centrarsi in modo autoreferenziale sui propri problemi. Lโunica via per la giustizia รจ la regola dโoro.
Nella seconda parte del vangelo di oggi (vv. 36-38) si parla invece dellโamore per i fratelli e del non giudicare. La parola chiave qui รจ un aggettivo, misericordioso, espresso in greco con un termine raro, oiktirmon, che significa aver compassione di qualcuno, partecipare alla sorte di qualcuno.
Per concludere perรฒ vogliamo accennare a come le parole di Gesรน, cosรฌ esigenti, sono state interpretate nella storia, ovvero nei modi piรน svariati: letture allegorica, escatologica, fondamentalista, sociologicaโฆ, molte di queste letture sono poi risultate infondate. Due correnti di pensiero sono particolarmente interessanti per il nostro discorso. La prima cattolica, lโaltra protestante.
Nella storia dellโinterpretazione cattolica del discorso della montagna e delle parallele parole di Luca, ha avuto fortuna quella โ consolidatasi nel medioevo โ che presentava due livelli di adesione a Gesรน Cristo e alle sue parole. Per alcuni, si pensava, รจ possibile vivere le esigenti parole del Maestro: ma possono farlo se si ritirano dal mondo, mettendo cosรฌ volontariamente in pratica i consigli di Gesรน, dati perรฒ non a tutti, ma solo ad alcuni โchiamatiโ; per altri, invece, la massa dei battezzati, soltanto alcune parole del discorso della montagna venivano ritenute obbliganti, i precetti. Questa posizione viene standardizzata da Tommaso dโAquino, per il quale tutti sono chiamati a vivere secondo i precetti o i comandamenti necessari alla salvezza; un certo numero, chiamato allo stato di perfezione, รจ invitato a seguire i consigli evangelici che il Signore ha aggiunto ai precetti della Legge; i comandamenti implicano un obbligo, i consigli sono lasciati alla libera opzione. Questa interpretazione perรฒ non era diffusa, sembra, nei primi secoli della cristianitร , dove invece si credeva che le esigenze del discorso della montagna si rivolgessero a tutti e da tutti potevano essere vissute.
A questa comprensione delle parole evangeliche si puรฒ agganciare quella della cosiddetta โortodossia luteranaโ. Qui nasce una estremizzazione dellโatteggiamento nei confronti del discorso della montagna: la โteoria dellโinattuabilitร โ (Jeremias). Le parole di Matteo e di Luca della montagna (pianura) non si possono mettere in pratica fedelmente, cosรฌ come la Legge dellโAntico Testamento non puรฒ essere attuata fino in fondo. Ma perchรฉ allora Gesรน avrebbe detto ai discepoli quella parola che chiede di amare i nemici, di porgere lโaltra guancia, ecc.? ยซAffinchรฉ ciascuno, volendola seguire, faccia esperienza della sua condizione peccatrice e, messo in questo modo alle strette dalla disperazione, si apra per mezzo della fede alla grazia che salvaยป (Dumais). Insomma, unโetica impraticabile per principio.
Cosa puรฒ aver portato, da una parte, a credere che Gesรน non si rivolgesse a tutti (distinzione tra precetti e consigli), e, dallโaltra, a pensare che il discorso della pianura (della montagna) fosse inattuabile? Forse la paura di metterlo in pratica o il prezzo da pagare per farlo? Meglio โsmontarloโ, in qualche modo velato (non โvaleโ per tutti), o anche esplicito (non si puรฒ vivere). Giustamente allโinterno del protestantesimo reagisce Dietrich Bonhoeffer. Martire del nazismo, commenta in Sequela il discorso della montagna, arrivando a scrivere: ยซChi usa la Parola di Gesรน diversamente che agendo, dร torto a Gesรน, nega il sermone sulla montagna, non mette in atto la sua parola. Dal punto di vista umano ci sono infinite possibilitร di intendere e di interpretare il sermone sulla montagna. Gesรน conosce una sola possibilitร : andare e obbedireยป. Le parole del teologo riformato interrogano ancora oggi la nostra coerenza e ci sfidano. Il discorso della pianura di Luca si puรฒ mettere in pratica, non grazie alle nostre capacitร , ma con lโaiuto di Dio. Lโetica cristiana รจ praticabile, purchรฉ tenga al centro la grazia.
In questo senso si apre la celebrazione eucaristica di oggi, pregando con la preghiera colletta: ยซPadre clementissimo, che nel tuo unico Figlio ci riveli lโamore gratuito e universale, donaci un cuore nuovo, perchรฉ diventiamo capaci di amare anche i nostri nemici e di benedire chi ci ha fatto del maleยป (Secondo formulario).



