p. Alessandro Cortesi opSono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.
Il tema della chiamata ritorna nella prima lettura e nel vangelo. La vocazione del profeta Isaia e la vocazione di Simone sono paradigma della vocazione di ogni credente.
La chiamata di Isaia รจ posta in un contesto liturgico e solenne, nellโanno 740 a.C. Isaia รจ un sacerdote di Gerusalemme, e vive unโesperienza particolare di vicinanza di Dio proprio mentre sta per svolgere il culto. Tra le volute dellโincenso nello spazio sacro percepisce la gloria di Dio: Dio che si manifesta a lui rimane tuttavia inaccessibile. Il racconto esprime questo presentando la reazione di Isaia che dice la sua piccolezza di fronte alla santitร di Dio. E subito dopo il segno delle labbra toccate dal carbone dellโaltare racchiude unโinvestitura ad essere portatore di una parola proveniente da Dio che รจ come fuoco che purifica e consuma.
โChi manderรฒ e chi andrร per noi?โ. Isaia risponde โEccomi, manda meโ. Due movimenti compaiono in questo racconto di chiamata: da un lato lโirrompere di una iniziativa inattesa, sorprendente da parte di Dio, che si rende vicino in modo irresistibile. La sua vicinanza trasforma non lascia indifferenti. Dโaltro lato la disponibilitร ad un coinvolgimento per una missione: โeccomi manda meโ. Accettando la chiamata Isaia sceglie di entrare nel rischio della fede. Cosรฌ sarร il suo annuncio tutto centrato su di un richiamo al credere come unica esperienza per trovare stabilitร e senso (Is 7,9b). Nelle sue parole proporrร la fiducia nel Dio dellโalleanza in contrasto alla ricerca d sicurezza nellโuso delle armi e per via di alleanze con gli imperi del tempo. Isaia si farร portatore del sogno messianico, di un tempo nuovo di pace e gioia in cui le spade saranno trasformate in vomeri e le lance in falci, un tempo di giustizia in cui un bambino sarร principe della pace (Is 9,5; 11,6).
Luca presenta la chiamata di Simone in un contesto diverso, di lavoro, di quotidianitร , sulle rive del lago. Dopo una notte di fatica Simone, pescatore esperto e conoscitore dei segreti del lago, rientrava a riva con la sua barca vuota. Segno di un fallimento e di delusione. La parola di Gesรน raggiunge questi pescatori sfiduciati che gli dicono โabbiamo faticato โฆ non abbiamo preso nullaโ. Gesรน invita Pietro a prendere il largo e a gettare le reti ancora. Da questo invito accolto prende le mosse un nuovo partire: โSulla tua parola getterรฒ le mie retiโ. La pesca รจ abbondante oltre ogni attesa e misura. Eโ un esito che supera ogni previsione umana.
Il racconto indica cosรฌ la feconditร nuova che รจ generata nella vita dalla parola di Gesรน accolta. Pietro avverte cosรฌ la sua condizione di peccatore davanti alla forza della parola di Gesรน. E rimane cambiato dalla forza della sua parola. Cโรจ una insistenza propria di Luca sulla parola di Gesรน che genera cose nuove nella vita di chi lโaccoglie. Lo stupore รจ il sentimento che permea il racconto. Pietro anzichรฉ essere allontanato, viene chiamato da Gesรน ad essere pescatore in modo nuovo. Sarร chiamato ancora a gettare reti nuove sulla parola di Gesรน: โpescatore di uominiโ indica un modo di orientare lโesistenza a servizio degli altri.
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Luca sottolinea anche un altro aspetto della chiamata, la disponibilitร nello scegliere una nuova gerarchia delle cose importanti nella vita. Tutto il resto vale meno rispetto al seguire Gesรน e la sua parola. Si tratta di una scelta di povertร , propria dei discepoli, che diviene via di libertร da quanto puรฒ essere di peso e far perdere lโessenziale. โNon temereโโฆ La vita al seguito di Gesรน non รจ esperienza di paura ma di gioia nuova.



