Cosa dice la Parola/Gesรน
Continua il nostro cammino alla Scuola di Gesรน come ci รจ proposto dalla Liturgia. Il testo odierno del vangelo riprende lรฌ dove si era interrotto domenica scorsa. Allโespressione di Gesรน pronunciata nella Sinagoga di Nazaret โOggi si รจ compiuta la Parola che avete uditaโ โ segue oggi la dura reazione degli uditori. Segno che fin dallโinizio del ministero di Gesรน, la Parola รจ โtaglienteโ (cfr Eb 4,12). Si spiega cosรฌ perchรฉ la liturgia ha scelto come I lettura la vocazione del profeta Geremia, concentrando lโattenzione lรฌ dove Dio dice a Geremia: โTu stringi la veste ai fianchi, alzati e dรฌ loro tutto ciรฒ che ti ordinerรฒ: non spaventarti di fronte a loroโฆ oggi io faccio di te come una cittร fortificataโฆ Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perchรฉ io sono con te per salvartiโ. Forte di questa certezza il salmista puรฒ cantare: โLa mia bocca, Signore, racconterร la tua salvezzaโฆ Sii tu la mia rocciaโฆ sei tu la mia speranza, la mia fiduciaโฆ proclamo le tue meraviglieโ. Con questa chiave di lettura, entriamo dunque nel testo del vangelo.
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vv. 21-22: ยซIn quel tempo, Gesรน cominciรฒ a dire nella sinagoga: โOggi รจ si compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltatoโ. Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: โNon รจ costui il figlio di Giuseppe?โ.
Domenica scorsa il vangelo ci ha presentato gli inizi della vita pubblica di Gesรน, contrassegnati dal segno della consolazione, annunciata dai profeti, attesa da tutte le genti, essa si compie nella vita del Signore Gesรน, nel suo essere consacrato dal Padre per portare a tutti lโannuncio della grazia (cfr Lc 4,1421). Nel vangelo di oggi, che รจ la prosecuzione di domenica scorsa, troviamo la reazione della gente: tenuto conto che Gesรน si trova a Nazaret, la โgenteโ non sono i lontani, quanto i suoi, quelli di casa, quelli che lo conoscono, che lo hanno visto crescere. ยซNon รจ costui il figlio di Giuseppe, il figlio del falegname?ยป. E cosรฌ Gesรน fin da questo suo primo atto pubblico si rivela quale ยซsegno che viene contraddetto e che svela i pensieri profondi di molti cuoriยป (Lc 2,34-35), come aveva profetizzato il vecchio Simeone su di lui quando, quaranta giorni dopo la nascita, egli era stato presentato al tempio (2 febbraio, festa). โNon รจ costui il figlio di Giuseppe?โ: la gente rifiuta il vangelo perchรฉ ad annunciarlo รจ il โfiglio di Giuseppeโ! Troppo normale! Due domeniche fa il vangelo ci aiutava a comprendere che Dio non chiede cose straordinarie, ma parte dalle โanforeโ che siamo e abbiamo; escludere lโovvietร o la normalitร รจ escludere dalla nostra vita โlโOggiโ nel quale la Parola si realizza.
vv. 23-27: ยซMa egli rispondeva loro: โCertamente voi mi citerete questo proverbio: โMedico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria!โ. Poi aggiunse: โIn veritร io vi dico: โnessun profeta รจ bene accetto nella sua patria. Anzi, in veritร io vi dico: vi erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia se non a una vedova di Sarepta di Sidone. Cโerano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato se non Naaman il Siroโ.
E proprio perchรฉ non si ferma alle impressioni superficiali degli uomini, la Parola/Gesรน svela i pensieri dei loro cuori, la non-accoglienza proprio nella sua cittร , tra i suoi, a casa sua (cf. Gv 1,11)! Ma come suo stile, quando gli si chiede dei segni ma gli si nega la fede, Gesรน si rifiuta (cfr Mt 12,38; 13,58ss): egli infatti sa che il โsegnoโ puรฒ confermare la fede, ma non fondarla (Gv 11,46). Cosรฌ, attingendo dalla Scrittura, mostra ai suoi concittadini che non sta accadendo nulla di nuovo, ma si rinnova quello che รจ sempre accaduto a tutti i profeti. ร accaduto a Elia, ascoltato solo da una vedova straniera, una fenicia di Sarepta di Sidone (cf. 1Re 17); รจ accaduto a Eliseo, il successore di Elia, che potรฉ operare la guarigione dalla lebbra solo a favore di un pagano, Naaman il Siro (cf. 2Re 5). Sรฌ, i profeti hanno sempre trovato accoglienza e ascolto non tra i credenti di Israele, bensรฌ tra i non credenti provenienti dalle genti. Dio, quando il suo popolo viene meno, apre nuove vie, anche con i pagani.
vv. 28-30: Allโudire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro cittร , per gettarlo giรน. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Dallโiniziale stupore si passa allโaccusa fino alla โsantaโ collera. Elementi che ritroveremo tutti durante il suo processo: si fa Dio! Ma Gesรน, come il profeta Geremia โ prima lettura โ sa di dover assolvere a un compito che non รจ quello di accontentare la gente, ma di annunciare la salvezza alle genti, mettendo in conto che queste โgli faranno guerraโ (I lettura). Gesรน, ยซpassando in mezzo a loro riprende il suo camminoยป, va avanti per la sua strada: ยซAscoltino o non ascoltino, un profeta si trova in mezzo a loroยป (Ez 2,5)…
Cosa dice a me oggi la Parola/Gesรน
La prima catechesi pubblica di Gesรน si scontra con la durezza dei cuori dei suoi concittadini. Al dono della Parola i suoi rispondono con โcuori ribelliโ. Ma dal fallimento della sua predicazione Gesรน non trae motivo di sconforto o delusione, anzi. Scorge in tale evento la conferma della sua identitร : รจ un profeta e, come nella chiamata di Geremia, รจ consapevole di dover obbedire a Dio e non agli uomini, forte della certezza che Dio Padre รจ e resterร con Lui: โIo sarรฒ con te per salvartiโ. Lo รจ stato con Geremia, lo รจ stato con Gesรน e ora Gesรน lo รจ con me e ciascuno di noi. Ai โServi della Parolaโ (domenica scorsa), il Signore รจ e resterร sempre a fianco. Questa รจ la ragione ultime della gioia e della serenitร che contraddistingue chi crede in Gesรน. Cโรจ una missione affidata a me e ciascuno di noi e chiede di essere svolta qui ed ora, โoggiโ, non perchรฉ ce la siamo scelta, ma perchรฉ il Signore mi e ci ha chiamati a questo (cfr Amos 7,14: โNon ero profeta nรฉ figlio di profeta: ero un pastoreโฆil Signore mi prese e mi disse: va, profetizza). Non perchรฉ siamo piรน o meno bravi, ma perchรฉ cosรฌ ha voluto lui (con questa logica ha chiamato Matteo il pubblicano, non ha aspettato che si convertisse, ma lo ha chiamato affinchรฉ stando con Lui imparasse a cambiare).
Ma andiamo con ordine. Prima di essere un discepolo che segue, devo essere un ascoltatore chiamato a credere. Perchรฉ anchโio, anche noi, rischiamo talvolta o spesso di essere come gli abitanti di Nazaret: di pretendere dei โsegniโ per credere, anzichรฉ credere per vedere che tutto รจ segno di Dio. Anche noi rischiamo di scartare la normalitร della vita, che รจ il segno piรน grande e bello che Dio ci offre ogni giorno, e ricercare continuamente i fatti straordinari! Ma Dio si serve dellโanfora di questa vita, non di altro (cfr due domeniche fa).
Se ci pensiamo bene, siamo strani! Se la Parola รจ troppo a portata di mano โ โEโ il figlio di Giuseppeโ โ non crediamo perchรฉ รจ troppo โcome noiโ. Se la Parola รจ impegnativa, non ci va bene perchรฉ non ce la facciamo. E in questo modo, viviamo come sempre! Invece dobbiamo lasciarci trafiggere dalla Parola: โMi hai sedotto, Signore, e mi sono lasciato sedurreโ (Ger 20,7). Questo รจ lo stile con il quale iniziare questo tempo ordinario della liturgia e, ripeto, della vita. ร nel โqui ed oraโ che Dio mi parla: questa vita concreta รจ โlโOggiโ nel quale la Parola si realizza in Gesรน e in ciascuno di noi se glielo permettiamo. Non devo nรฉ nascondermi perchรฉ รจ troppo grande, nรฉ sottovalutarla perchรฉ troppo โbanaleโ. Dio sa come raggiungermi, spetta a me e a ciascuno di noi decidere di accoglierla: โIo sto alla porta: se uno mi apre io entroโฆโ (Ap 3,20). Lโunica cosa รจ fidarsi del Signore Gesรน, della sua Parola di salvezza. Si tratta di lasciarci curare il cuore da Gesรน, di far sรฌ che la sua grazia sciolga le โribellioniโ di autonomia che ci portiamo dentro, frutto del peccato originale (Gn 3): questa continua e perenne presunzione di voler fare da soli, di voler esser dio!
Solo un cuore puro, rinnovato dallโamore, sarร capace di aprirsi alla novitร ; sarร capace di scorgere in ogni โattimo della vitaโ i segni di Dio, perchรฉ tutto รจ segno per chi ama Dio. E qui si spiega perchรฉ Gesรน ci ha invitato a diventare come bambini, a farsi piccoli, perchรฉ a loro รจ annunciata la buona novella (Lc 4: 18 mi ha inviato ad evangelizzare i poveri). Questi sono i poveri del Vangelo, capaci di fare spazio alla novitร , senza pregiudizi. Sono i piccoli, i poveri i privilegiati, perchรฉ capaci di lasciarsi curare, come gli abitanti dei villaggi di Galilea che accolsero Gesรน, al contrario degli abitanti di Nazareth.
Gesรน รจ venuto per me, per ciascuno di noi per guarire il peccato del cuore, quel peccato che rende incapaci di credere e riconoscere che Dio mi ama. Ci ama. E pur di curarci, Dio si fatto Uomo, si รจ fatto carne in Gesรน. Dobbiamo lasciarci curare, lasciarci amare perchรฉ questo รจ lโunico modo per seguirlo con libertร di spirito. Senza tentennamenti. Senza vergogna, senza il timore di perdere gli amici pur di restare fedeli allโAmico e alla missione da Lui ricevuta. Con coraggio e gioia. Il coraggio di sapere che Lui รจ al mio e nostro fianco, รจ la gioia di sapersi e sentirsi amati dallโAmore eterno. Ed รจ quanto faranno i primi pescatori: Simone, Andrea, Giacomo, Giovanniโฆ che sarร il vangelo di domenica prossima.
Cosa rispondo io oggi alla Parola/Gesรน
Colletta (anno C)
Signore Dio nostro, che hai ispirato i profeti perchรฉ annunciassero senza timore la tua parola di giustizia, faโ che i credenti in te non arrossiscano del Vangelo, ma lo annuncino con coraggio senza temere lโinimicizia del mondo.
Io rispondo cosรฌ
Signore Gesรน, nel tuo ministero
anche Tu hai incontrato fatiche e resistenze, critiche e ostacoli.
Non ti sei fermato nรฉ rassegnato,
ma forte della fiducia nel Padre tuo,
hai continuato, fedele, la tua missione,
camminando lungo le vie del tuo tempo.
Signore, col battesimo
mi hai chiamato e affidato il compito di narrare le tue meraviglie
in questo particolare mio tempo storico. Ricolmo del tuo Spirito,
aiutami ad arrampicarmi lungo i sentieri della storia per raccontare con gioia e coraggio
la tua Parola,
forte della certezza che Tu, mio Signore, sarai sempre con me per proteggermi.
Tu, mia salvezza e mia gioia.
Il commento al Vangelo di domenica 30 Gennaio 2022 curato da don Andrea Vena. Canale YouTube.



