Il discorso inaugurale
โLe parti meno decentiโ. In generale si passa veloci su questo versetto che fa parte della seconda lettura di questa domenica, che infatti รจ stato tralasciato: certamente per pudore, perchรฉ alcuni vedono nelle parole di Paolo una allusione alle parti genitali (e senza dubbio intendeva queste), altri perchรฉ non vedono come nel corpo ci debbano essere parti piรน decenti o meno decenti.
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Certamente questo fatto di decenza รจ un fatto di cultura. Ma il silenzio su questa frase nasconde qualcosa di importante. In effetti di che cosa si tratta? Assimilare il corpo alla Chiesa e alle nostre comunitร . Le parti meno decenti, come le parti piรน delicate (come lโocchio per esempio) designano gli uomini; i Giudei, i pagani, gli schiavi e gli uomini liberi e anche i membri delle comunitร nella diversitร delle loro funzioni.
Paolo ci spiega che piรน un uomo รจ debole, piรน modesta รจ la sua funzione, piรน bisogna trattarlo con rispetto e amore. Cosa cโรจ di piรน miserabile di uno svampito in una comunitร intelligente e distinta? E il povero, colui che non ha potuto accedere alla cultura, colui che non ha saputo sbrigliarsi nella vita? Sono le persone a cui dobbiamo riservare la nostra attenzione. Gli altri non ne hanno bisogno. Nella comunitร credente tutto รจ condivisione, lโonore e il disonore; non possiamo escludere dal corpo i membri che non ci piacciono: โla testa non puรฒ dire ai piedi: non ho bisogno di voi!โ. Abbiamo anche bisogno dei poveri e dei peccatori.
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Gesรน nella sinagoga fa un discorso programmatico improntato su Isaia. Ci dice, in riferimento alla profezia, ciรฒ che รจ venuto a fare. Ci dice immediatamente che non รจ questione di personaggi della comunitร โmeno decentiโ: i poveri, i prigionieri, i malati, gli oppressi. In conclusione, ciรฒ che ha detto San Paolo non รจ un consiglio, ma un formale impegno verso gli altri. Non ha detto di non dimenticare i poveri, ma di considerare i poveri. Gesรน ha ricevuto lโunzione dello Spirito per riabilitare gli uomini caduti. Per questo รจ venuto ed รจ questo che anche noi dobbiamo fare. Questi uomini meno decenti, che noi vogliamo nascondere, sono infatti lโimmagine di ciรฒ che noi siamo; tutti gli uomini sono salvati da Cristo. Nessuno puรฒ dire che non ne ha bisogno. Tutti formiamo un solo corpo.
Il corpo nella sua diversitร . Dio ci ha creati separandoci, cioรจ superando il caos, lโindistinto e piazzando ogni cosa al posto giusto, relativo al posto degli altri. Differenza e relazione.
Dio crea la diversitร , diversifica, perchรฉ Lui stesso รจ diverso (noi diciamo Padre, Figlio e Spirito Santo). Eโ dunque insieme che formiamo lโimmagine di Dio. Tutto questo richiama lโimmagine del corpo presentata nella seconda lettura. Nessuno da solo รจ un corpo โฆ Ciascuno ha bisogno dellโaltro per fare corpo. Questo bisogno รจ apertura; rompe la nostra autosufficienza. La diversitร รจ il trampolino e il terreno dellโamore. Il frutto dellโamore รจ lโunitร .
Il peccato รจ far leva sulla diversitร per fare il contrario dellโamore: la divisione, lโesclusione, lโignoranza di colui che รจ diverso. Gesรน , venendo a chiamare in un unico corpo pubblicani e peccatori e ad integrare nella comunitร gli esclusi, supera il nostro peccato. Ma non lo fa dallโesterno con una specie di condiscendenza, ma si fa lui stesso โpeccatoโ ed escluso. Eโ di lร che, con noi, rifร il percorso in senso inverso e il ritorno allโunitร . Allora sarร realizzato โlโunico Dio, e Uno รจ il suo nomeโ(Zac 14,9). E noi al nostro posto โunicoโ nellโunitร stessa di Dio.



