MARIA, IL SALUTO DI DIO
Maria รจ stata raggiunta da un annuncio clamoroso: sarร la madre del Messia. Ma questa lieta notizia non la fa ripiegare in un compiacimento narcisistico per lโelezione che Dio le ha riservato. Raggiunge subito Elisabetta sua parente che si trova al sesto mese di gravidanza, dunque in gestazione abbastanza avanzata. Certamente per verificare di persona il segno datole dallโarcangelo Gabriele, ma soprattutto perchรฉ per Maria lโaltro, con i suoi bisogni, viene prima di tutto.
Nel partire subito per assistere sua cugina vediamo giร un amore piรน maturo della sua giovanissima etร . Del resto Maria รจ donna piena di grazia (Lc 1,28): cosa significasse ciรฒ non lo sapeva neppure lei; anzi, non dimentichiamo che questa affermazione le procurรฒ unโiniziale grande turbamento (Lc 1,29). Reazione di una giovane donna che ha la giusta misura di sรฉ stessa, segno di unโumiltร che non permette alla mente di pensare che quel che si ha o che si รจ ricevuto, possa essere prodotto suo.ย
Piena di grazia: cosรฌ piena da bastarle un semplice saluto per generare, in chi lo riceve, una risposta dโamore grata, espressa in una lode benedicente (Lc 1,40-41). Elisabetta รจ consapevole di quel che avviene e spiega ad alta voce che quel saluto รจ il detonatore della sua gioia (Lc 1,44). Infatti, quel saluto porta la salvezza in carne e ossa in casa sua! Saluto, salute, salvezza: sono parole che hanno significativamente la stessa radice.
Chi incontra Maria incontra tutto ciรฒ, poichรฉ incontra la nuova Arca della presenza divina, il tabernacolo della nuova Alleanza che Dio stabilisce non piรน scrivendola sulla pietra, ma prendendo forma personalmente nella nostra carne umana. Elisabetta, nel suo stato, vive in simbiosi di gioia con suo figlio. Come Davide allโarrivo dellโArca dellโAlleanza (2Sam 6,13-15), Giovanni danza nel grembo di sua madre, spingendola a pronunciare parole inaudite e profetiche: a che debbo che la madre del mio Signore venga a me? (Lc 1,43) Quanto piรน il dono รจ imprevisto e non proporzionato alla nostra umana attesa, tanto piรน il cuore avverte che il Dio in cui si crede รจ โil Dio delle sorpreseโ, un Dio che sarร sempre โpiรนโ di quanto si possa immaginare.
Dopa averla benedetta, Elisabetta, sempre mossa dallo Spirito, proclama anche la beatitudine di Maria, perchรฉ ha creduto nellโadempimento di ciรฒ che il Signore le ha detto (Lc 1,45). La sua fede ha permesso al Signore di innescare un processo storico che ha cambiato le sorti della umanitร , processo che la stessa Maria decanta nel suo magnificat a Dio. Proprio non capisco come mai, nella odierna liturgia della quarta domenica di Avvento, la chiesa non abbia previsto di farlo proclamare. In fondo, il vangelo di oggi รจ la solenne celebrazione della vita nellโincontro di due madri visitate dalla imperscrutabile misericordia di Dio.
Due donne che lo glorificano con tutto sรฉ stesse, perchรฉ hanno โtoccato con manoโ la presenza divina che compie i suoi disegni e le sue promesse tra i poveri e gli umili della terra. In questa prospettiva, il Natale di Dio tra gli uomini ormai vicino sarร cartina di tornasole del suo inequivocabile modo di operare nella storia, ma anche possibile diagnosi sullo stato della nostra fede. Se sussulteremo di gioia davanti allโannuncio degli angeli, sarร realmente un Natale di sostanza. Diversamente, sarร la solita festa patinata piena di regalini e decorazioni, piena di dolcezze e di auguri, piena di prelibatezze e di musiche intrattenitrici. Piena di tutto, ma che non fa spazio a Dio.
AUTORE: d. Giacomo Falco Brini
FONTE: PREDICATELO SUI TETTI



