โRallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi!โ. Queste parole che lโapostolo Paolo rivolse ai Filippesi, sono rivolte anche a noi come a dirci che non cโรจ piรน motivo di essere nella tristezza, perchรฉ il Signore รจ ormai vicino. La stessa Liturgia si colora di gioia come per commentare visivamente le parole di Paolo: โNon angustiatevi per nulla, ma in ogni necessitร esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio custodirร i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesรนโ.
Sรฌ, questa Liturgia รจ la nostra preghiera e il nostro ringraziamento al Signore perchรฉ ci dona la pace che custodisce i nostri cuori e i nostri pensieri. Dio non รจ indifferente ai nostri pensieri e alle nostre preoccupazioni; anzi, ci segue, ci ascolta; ma ci ricorda che cโรจ qualcosa di piรน grande delle nostre preoccupazioni e delle nostre angosce: la Parola di Dio, fonte della nostra forza e della nostra gioia.
Questa terza domenica di Avvento ci porta sulle rive del Giordano accanto al Battista che predicava la โbuona novellaโ. Il Vangelo ci prende come per mano e ci accompagna sulla via per raggiungere la gioia. La gioia, infatti, non nasce da noi e dalle nostre opere ma fuori da noi, nasce dallโascolto della buona novella annunciata dal profeta. La sua predicazione, infatti, non รจ astratta e lontana, ma fa nascere il desiderio e la domanda su come raggiungere la gioia, su come vivere la salvezza. Le folle che ascoltavano il Battista chiesero: โChe cosa dobbiamo fare?โ. ร la stessa domanda che fece la folla di Pentecoste dopo aver ascoltato la predicazione di Pietro. Non fu cosรฌ per il giovane ricco; e se ne andรฒ triste.
Anche quel fariseo, che stava in piedi nel Tempio, se ne andรฒ senza la felicitร del perdono. Chi non riconosce il proprio limite, chi รจ sazio di se stesso, chi non rinuncia alle proprie abitudini, chi non taglia con il proprio orgoglio, chi pensa di aver fatto il possibile, chi non ascolta, non chiede di andare oltre e chiude cosรฌ la porta al Signore che viene. Costui non ha bisogno nรฉ di Gesรน nรฉ della sua parola. Le folle, invece, che si recavano da Giovanni chiedevano: โChe cosa dobbiamo fare?โ.
Questa domanda รจ di ogni discepolo; ed รจ particolarmente la domanda di questo tempo di attesa, di questo tempo di Avvento. Essa, infatti, risveglia il cuore dalla pigrizia e rimette in movimento lโascolto. Senza questa domanda la predicazione resta di fatto inascoltata e in certo modo viene come bloccata. ร il dramma di un mondo, di un uomo, che non chiede piรน cosa cambiare, restando cosรฌ prigioniero dei propri ragionamenti e dei propri sentimenti. Ma questa chiusura diviene incredulitร , come scrive lโevangelista Giovanni: โVenne tra i suoi, ma i suoi non lโhanno accoltoโ. Non รจ accolto perchรฉ non trova posto, come quella notte a Betlemme.
- Pubblicitร -
LโAvvento ci riporta attorno al Battista, assieme a quella folla che, come scrive Luca, โera in attesa e tutti si domandavano in cuor loroโ. In questo tempo anche noi dobbiamo interrogarci, โdomandarci in cuor nostroโ cosa cambiare nella nostra vita, cosa fare per essere discepoli fedeli del Signore, come camminare per obbedire alla sua parola.
La risposta cโรจ, Giovanni continua a predicare e a indicarci la strada. Le sue parole ci giungono chiare, e riguardano ciascuno di noi, qualunque sia la nostra etร o la nostra condizione, i nostri meriti o i nostri peccati. Nessuno รจ escluso dalle parole di Giovanni e nessuno รจ dispensato dal chiedere cosa fare. La risposta del Battista รจ fatta di parole semplici e concrete, perchรฉ nessuno le disperda nei meandri dei propri pensieri.
Ai pubblicani rispondeva: โNon esigete nulla di piรน di quanto vi รจ stato fissatoโ, ossia non seguite la voracitร degli istinti, e non lasciatevi soggiogare dalla ricerca dei vostri bisogni, veri o falsi che siano. ร facile, infatti, che la quotidianitร della vita renda tutti noi dimentichi delle parole evangeliche portandoci cosรฌ a vivere in modo vorace e insaziabile. Giovanni chiede di diventare seri, onesti e leali. Ed esorta i soldati a rinunciare alla violenza, a non fare del male agli altri. E con semplicitร aggiunge: โNon maltrattate e contentateviโ. ร un richiamo a un comportamento dolce e umano nei confronti degli altri, chiunque sia e qualunque sia il proprio ruolo. Un richiamo opportuno in una societร , come la nostra, dove รจ facile trattar male, soprattutto chi non si conosce e chi non si teme. E poi chiede di contentarsi. ร un richiamo al limite, alla saggezza di non correre dietro le proprie soddisfazioni consumandole una dopo lโaltra, facendolo anche a costo di calpestare gli altri.
Cโรจ poi la gente che ascolta Giovanni. ร gente che non sta male, che ha due tuniche e ha da mangiare. ร la gente del nostro mondo e delle nostre cittร . La risposta di Giovanni รจ da meditare: โChi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare faccia altrettantoโ. ร anche questa una risposta semplice, chiara. ร necessario interrogarci su come dar da mangiare a chi non ne ha, e come vestire chi non ha di che vestirsi. La mensa quotidiana, durante lโanno, e i pranzi che le nostre comunitร organizzeranno nel giorno di Natale sono una risposta concreta a questa richiesta evangelica.
Ma nello stesso tempo sono anche un interrogativo a questo nostro mondo tanto spesso avaro e cattivo. Come restare tranquilli quando tanti nel mondo non vestono e non mangiano? Questa รจ certamente una grande questione del nostro tempo. Un tempo nel quale continuano a morire di fame milioni di persone, tra la grande e crudele indifferenza della maggioranza. Tale indifferenza chiede a noi di allargare ancor piรน il cuore alla caritร , di fare ancor piรน spazio ai poveri e ai deboli. Se nel mondo si continuano a lasciar fuori i deboli e i poveri, a noi รจ chiesta una maggiore generositร , รจ chiesto di allargare il cuore sino agli estremi confini perchรฉ โnessuno dei piccoli vada perdutoโ.
La predicazione di Giovanni invita a guardare oltre se stessi, come lui stesso faceva. La sua umiltร e la poca considerazione che aveva di sรฉ lo rendevano pronto nellโattesa e profondo nello sguardo. Per questo a tutti diceva: โViene uno che รจ piรน forte di me, al quale non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezza in Spirito Santo e fuocoโ. In questo annuncio si nasconde il motivo della nostra gioia, una gioia forte, come canta il profeta Sofonia: โEsulta e rallegrati con tutto il cuoreโฆ perchรฉ il Signore tuo Dio in mezzo a te, รจ un salvatore potenteโ. Egli infatti viene ad abitare in mezzo a noi e a guidare i nostri passi perchรฉ anche noi, come il Battista, continuiamo ad annunziare a tutti la โbuona novellaโ del suo regno.
Per gentile concessione di mons. Paglia. – FONTE
Qui tutti i commenti al Vangelo delle domeniche precedenti di mons. Vincenzo Paglia



