Ed egli mi disse: โPrendilo e divoralo; ti riempirร di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarร dolce come il mieleโ. Cosรฌ dice lโangelo a Giovanni nel libro dellโApocalisse.
Continua poi: โPresi quel piccolo libro dalla mano dellโangelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come lโebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta lโamarezzaโ (Ap 10, 9-10).
ร lโesperienza che anche oggi siamo invitati a compiere: ascoltare la Parola di Dio รจ mangiare di questo piccolo libro. Mentre lo mangiamo lo sentiamo dolce al palato. La sua dolcezza toglie tutta lโamarezza che abbiamo in bocca dopo la notte. Questo libro sana il nostro alito che sa dei miasmi notturni che hanno accompagnato il nostro corpo. ร dolce come il miele perchรฉ ci conduce nel tempio di Dio, che รจ la creazione, e ci mostra i verdi pascoli. Mangiando di questo piccolo libro siamo portati a vivere una dimensione che non ci รจ consueta e che non fa parte della nostra esperienza umana. Mangiando di questo libro siamo condotti nel tempio di Dio, nella โmia casa che sarร casa di preghieraโ. Entrando in questo tempio noi rimaniamo meravigliati della bellezza di questo tempio, di questa casa di Dio, di questo suo cuore che batte per noi.
Ma questo libro mangiato, nellโascolto, entra in noi con tutta la dolcezza della tenerezza di Dio. Se lo sentiamo dolce mentre lo gustiamo in bocca, diventa poi amaro nelle viscere, nel nostro stomaco. ร devastante quando arriva nel nostro stomaco, sembra indigesto, ci sentiamo avvelenati.
Nel tempio del Signore, che รจ il nostro corpo, noi sentiamo il Signore, Parola vivente da noi mangiata in tutta la sua dolcezza, che scaccia tutti i venditori del tempio. Sentiamo Lui che rovescia i tavoli della nostra compiacenza e del nostro commercio, anche quello pio. Sentiamo la sua voce che grida dentro di noi: โdella casa del Padre mio avete fatto un covo di ladriโ.
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ร amaro sentire tutto lo scombussolamento dentro di noi, รจ devastante. Questo piccolo libro rischia di rimanerci sullo stomaco. La reazione รจ quella di rigettarlo, di vomitarlo per ritornare a stare bene. Sentiamo questo libro come un boccone amaro che ci avvelena e ci uccide.ย Vorremmo non averlo mai mangiato, vorremmo non averlo mai ingoiato, vorremmo non averlo mai ascoltato. Cerchiamo il modo di evitare di mangiarlo ancora, ci diamo da fare per poterlo uccidere. Come gli scribi vorremo fare morire questo piccolo libro, questa Parola vivente incarnata in noi e mangiata da noi.
Ma non sappiamo come fare, non sappiamo che cosa fare. Ricordiamo la dolcezza del suo gusto di miele, ma allo stesso tempo sentiamo tutto lo sconvolgimento che opera dentro di noi.
E ci troviamo ad un bivio: o non ascoltare piรน questa Parola tanto devastante oppure farla divenire motivo della nostra esistenza; o non vogliamo piรน sentire tutta lโamarezza che porta dentro di noi e rinunciamo alla dolcezza del miele della Parola, oppure accettiamo lโopera che questo piccolo libro da noi mangiato opera in noi.
Accogliamo che il nostro corpo, che il nostro spirito, che la nostra persona diventi luogo di salvezza, luogo dove il Signore fa pulizia, luogo che diventa tempio di Dio cioรจ casa di preghiera? Oppure cerchiamo di allontanare da noi tutta lโamarezza di questo banchetto? Preferiamo tenerci il nostro alito cattivo oppure lo saniamo nelle profonditร delle viscere mangiando questo dolce libro tanto amaro?
Nel nostro quotidiano lasciamo che Gesรน Parola vivente continui a operare in noi, oppure la rigettiamo lontano perchรฉ troppo attaccati ai nostri commerci interiori e alla salvaguardia di ciรฒ che tanto ci piace, di ciรฒ che non crea amarezza nel nostro stomaco ma, proprio con la sua dolcezza, avvelena la nostra esistenza?
Vorremmo uccidere questa parola ma non sappiamo come fare โperchรฉ tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nellโascoltarloโ; perchรฉ ci accorgiamo che tutta la bontร della nostra esistenza dipende da queste labbra, dipende dal nutrimento di questo piccolo libro.ย E allora rimaniamo interdetti, non sappiamo piรน che fare.
Non ci resta che ritornare alla visione dellโangelo che ci porge il piccolo libro da mangiare e ricordare, ricordare la dolcezza di questo cibo che purifica le nostre viscere con la sua amarezza tanto vera quanto liberante e per questa amarezza tanto dolce se la ascoltiamo veramente fino in fondo mangiando di gusto.
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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