Gli rispose: โDalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perchรฉ allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno lโavrei riscosso con gli interessiโ.
Chi รจ di nobile famiglia, perchรฉ di famiglia divina ed eterna, รจ Cristo Gesรน.ย Cristo Gesรน sta per partire per fare ritorno presso il Padre. Lui รจ venuto da Dio e a Dio ora ritorna. Poi perรฒ ritornerร , ma non piรน nellโumiltร della carne. Verrร sulle nubi del cielo, come Signore e Giudice dei vivi e dei morti. Anche se oggi questa veritร non viene piรน confessata da molti discepoli di Gesรน, essa rimane in eterno veritร essenziale della missione di Cristo Signore. Lui รจ il Re dellโuniverso, il Signore, il Giudice, il Salvatore, il Redentore. Questโuomo di nobile famiglia, prima di partire, chiama dieci dei suoi servi, consegna loro dieci monete dโoro, dicendo: โFatele fruttare fino al mio ritornoโ. Questโuomo non lascia inoperosi questi dieci suoi servi. Affida loro un compito. Ognuno deve mettere a frutto la moneta dโoro ricevuta. Il tempo va da oggi fino al suo ritorno. Per noi il tempo va dalla nostra nascita alla nostra morte. Ma va anche dal giorno in cui riceviamo la moneta fino alla fine, senza interruzione. Ogni sacramento รจ una moneta speciale, particolare da mettere a frutto. Ogni carisma รจ moneta dโoro da mettere a frutto. Tutta la nostra vita รจ una moneta preziosa. Metterla a frutto per produrre altro bene รจ obbligo.
Questโuomo non รจ ben visto dai suoi cittadini. โMa i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: ยซNon vogliamo che costui venga a regnare su di noiยปโ. La delegazione รจ formata da tutti i capi del popolo. La vita di Gesรน รจ tutta tratteggiata in questa parabola. Quanti ai tempi di Gesรน avevano potere o sacro o civile o spirituale o di altra natura quasi tutti odiavano Gesรน. Non volevano che Lui si elevasse sopra di essi e lo hanno ucciso. La regalitร di Gesรน non รจ per elezione. Neanche รจ per successione ereditaria. Non รจ secondo le regole di questo mondo. Gesรน รจ Re perchรฉ dallโeternitร รจ dal Padre costituito Re dal regno eterno, regno perรฒ assai particolare. Che lโuomo voglia o non voglia che Lui regni non ha alcuna importanza. Dio non dipende da nessuna volontร umana. Cosรฌ Dio ha deciso e cosรฌ sarร per lโeternitร . Dal Padre Gesรน รจ stato dichiarato Re e Re dovrร rimanere in eterno.
Quellโuomo parte, riceve il titolo di re, torna. Fa chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Lโordine era sta chiaro: โFatele fruttare fino al mio ritornoโ. Ora si deve rendere conto. Questa veritร non dovrร essere mai dimentica e neanche cancellata dal vocabolario dogmatico, ascetico, pastorale, esegetico della Chiesa e di ogni singolo discepolo di Gesรน. Come Gesรน parte, cosรฌ Lui ritorna. Basta attendere. Oggi nessuno piรน attende il ritorno di Gesรน. O se lo si attende, lo si vede come cosa assai remota, lontana. Vi รจ totale assenza di fede, perchรฉ il ritorno di Gesรน non รจ piรน legato al giudizio. Viene o non viene, tutti si va in Paradiso. Basta che alla fede si tolga una sola veritร e tutta la Scrittura diviene un libro di menzogne, un ammasso di falsitร .
LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 19,11-28
Mentre essi stavano ad ascoltare queste cose, disse ancora una parabola, perchรฉ era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento allโaltro. Disse dunque: ยซUn uomo di nobile famiglia partรฌ per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnรฒ loro dieci monete dโoro, dicendo: โFatele fruttare fino al mio ritornoโ. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: โNon vogliamo che costui venga a regnare su di noiโ. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornรฒ e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentรฒ il primo e disse: โSignore, la tua moneta dโoro ne ha fruttate dieciโ. Gli disse: โBene, servo buono! Poichรฉ ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci cittร โ. Poi si presentรฒ il secondo e disse: โSignore, la tua moneta dโoro ne ha fruttate cinqueโ. Anche a questo disse: โTu pure sarai a capo di cinque cittร โ. Venne poi anche un altro e disse: โSignore, ecco la tua moneta dโoro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminatoโ. Gli rispose: โDalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perchรฉ allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno lโavrei riscosso con gli interessiโ. Disse poi ai presenti: โToglietegli la moneta dโoro e datela a colui che ne ha dieciโ. Gli risposero: โSignore, ne ha giร dieci!โ. โIo vi dico: A chi ha, sarร dato; invece a chi non ha, sarร tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a meโยป. Dette queste cose, Gesรน camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.
Il primo servo sembra non avere limiti nella natura. Il secondo ha qualche limite nella sua natura. Ha fatto quanto ha potuto. Nel terzo servo i limiti non sono della natura, ma del pensiero governato dalla falsitร , dalla menzogna, dallโassenza della veritร . Questo limite del pensiero induce la volontร a nascondere la moneta in un fazzoletto. Per il pensiero governato dalla falsitร โ qui siamo in una falsitร colpevole โ la volontร si orienta verso il totale disinteresse dellโordine del re. Prima di ogni comprensione, scienza, conoscenza, cโรจ sempre una obbedienza da fare. Sempre il pensiero va sacrificato allโobbedienza ad ogni ordine ricevuto. La comprensione della volontร rivelata del padrone avviene o mentre si obbedisce o dopo aver obbedito. Raramente si passa prima per la via della comprensione. Al suo Signore lโuomo deve ogni obbedienza. Se il Signore gli dona un comando, quel comando va osservato, perchรฉ รจ nellโobbedienza ad esso che รจ posta la vita dellโuomo. Se il comando รจ disatteso, dalla vita si passa nella morte e dallโabbondanza nella privazione. Questa veritร oggi รจ negata o con le parole e gli insegnamenti o con i fatti. Lโuomo ha deciso di vivere come gli pare. Non vuole avere nessun legame con il suo Signore. Nessuna relazione con il suo Creatore, con il suo Dio. Lโuomo vuole essere creatura senza il Creatore. Anzi neanche piรน vuole essere creatura di un Creatore. Si proclama essere fatto dal caso, dalle circostanze, da un evoluzionismo cieco. Lโuomo si dice il frutto del nulla. La storia gli testimonia perรฒ che se lui rompe il legame con il suo Dio, il suo Creatore, il suo Signore, la vita lascia il posto alla morte, il bene al male, la giustizia allโingiustizia, la sapienza alla stoltezza, la virtรน al vizio. Oggi รจ questa la decisione dellโuomo: non avere altro Dio al di sopra di sรฉ. Lโuomo รจ Dio di se stesso.
Ogni dono di Dio รจ dato perchรฉ porti frutto, molto frutto. Quando il dono di Dio non porta frutto, la responsabilitร รจ solo dellโuomo. Dio รจ somma ed eterna giustizia. Mai dona qualcosa allโuomo che lโuomo non possa far fruttare. Lui sa di cosa siamo fatti e cosa possiamo portare, fare, operare. Perchรฉ il Re ordina che la moneta dโoro venga donata a colui che ne ha giร dieci? Perchรฉ questโuomo ha attestato con il suo impegno una capacitร non comune. Ha superato il secondo di ben cinque monete. Lui ci sa fare.ย Il re รจ sicuro, certo che nelle sue mani la moneta produrrร un frutto. Come si puรฒ constatare il re opera per conoscenza anche storica o per conoscenza argomentativa. Lui ha visto. Ha constato. La storia attesta e certifica. La storia รจ la prova dellโuomo. Senza la storia tutti possono affermare ogni cosa sulla propria persona. Quando poi si entra nella storia, tutto viene messo in luce: bontร e malvagitร , sapienza e stoltezza, virtรน e vizio. Abramo puรฒ dire di amare Dio sopra ogni cosa. La storia testimonia che realmente lui lo ama al di sopra di tutto. Anche Gesรน puรฒ dire di amare il Padre in ogni cosa. La storia attesta che Lui lo ama anche con lโofferta della sua vita. Di ogni dono ricevuto si dovrร rendere conto. Attesteranno per noi non le nostre parole, ma le nostre opere. Lโopera รจ la giustizia per lโuomo. La Madre di Dio ci aiuti ad entrare nelle divine profonditร della parabola a noi raccontata da Cristo Gesรน.
Nota: Questo commento al Vangelo รจ gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuitร .



