Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 12 Novembre 2021

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Morte, perdita, strappi, cadaveri: di questo leggiamo nella pagina della Scrittura che oggi meditiamo, magari allโ€™inizio di un nuovo giorno, aurora di vita. Allora รจ lecito chiedersi: come questa parola, che nella fede accogliamo come parola di Dio, รจ annuncio per noi โ€“ allโ€™alba di un nuovo giorno della nostra vita โ€“ di una buona notizia, di una promessa di vita?

Certamente lโ€™ascolto di questi versetti del Vangelo di Luca รจ esigente. Ci richiede la pazienza di un ascolto umile, fiducioso, che sa scrutare un linguaggio paradossale: quello che abbiamo ascoltato, ovvero un linguaggio che parla di catastrofi future per salvare il nostro presente, per imparare a vivere lโ€™oggi alla luce del โ€œregno di Dioโ€.ย 

Lโ€™autore di questi versetti, lโ€™evangelista Luca, poche righe prima aveva scritto: โ€œIl regno di Dio รจ in mezzo a voi!โ€ (Lc 17,21). Scrivendo il suo racconto, Luca ha per intento quello di mostrare come in Gesรน questo Regno si รจ reso piรน trasparente, piรน denso, piรน visibile nella storia. Ma non ancora โ€œpienoโ€: ci sarร  una maturazione che porterร  alla pienezza definitiva. โ€œVerranno giorni โ€ฆโ€ (v. 22): Gesรน รจ colui che dร  inizio ai tempi nuovi, la storia del Regno che viene, che matura progressivamente fino al โ€œgiorno in cui il Figlio dellโ€™uomo si manifesterร โ€ (v. 30), fino a quella pienezza dei tempi che solo Dio conosce.

Con le sue immagini apocalittiche, il racconto ci vuole aprire a questa prospettiva: la prospettiva di un tempo โ€œorientatoโ€ a un fine. La nostra storia ha un senso, una direzione, un fine, anche se a noi โ€“ annegati nella nostra routine fatta di mangiare, bere, sposarsi, lavorare, eccetera (cf. vv. 27-28) โ€“ spesso sfugge. Il racconto ci invita a riflettere proprio su questo: se noi non siamo coscienti, nel nostro quotidiano, del senso ultimo della storia, allora ci sfuggirร  anche il senso profondo della nostra personale esistenza. Ovvero, se la nostra fede in Cristo non orienta la nostra percezione della storia del mondo, allora anche la mia personale storia non ha senso, non ha orientamento: verso dove cammino? Mangio, bevo, mi sposo, lavoroโ€ฆ sรฌ, ma perchรฉ?ย 

Ci possiamo trovare nella nostra vita di fronte a questo terribile interrogativo, che ci lascia come morti. O meglio, che ci rivela come, pur vivendo โ€“ mangiando, bevendo, sposandoci, lavorando โ€“, tuttavia siamo come morti, simili ai cadaveri di cui parla questo racconto (cf. v. 37). E allora la Parola di oggi ci offre unโ€™altra prospettiva per tornare a rivivere la nostra vita, con i suoi ritmi e le sue occupazioni quotidiane, da vivi e non da morti: ritrovare il senso, la direzione.

Un senso che รจ giร  nascosto nellโ€™impasto delle nostre giornate: โ€œIl regno di Dio รจ in mezzo a voiโ€ (Lc 17,21). In modo silenzioso, discreto, affatto appariscente: โ€œIl regno di Dio non viene in modo da attirare lโ€™attenzioneโ€ (Lc 17,20). Un senso che si puรฒ ritrovare ogni giorno con la โ€œsempliceโ€ ma esigente conversione della nostra logica di vita: dal trattenere al perdere, dalla conquista al dono, dal โ€œper meโ€ al โ€œper teโ€. Oggi e nellโ€™ultimo giorno โ€“ della nostra esistenza individuale e della nostra storia universale โ€“ sarร  questa la logica che ci aprirร  alla vita: โ€œChi cercherร  di salvare la propria vita, la perderร ; ma chi la perderร , la manterrร  vivaโ€ (v. 33).

fratel Matteo


Fonte

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