Morte, perdita, strappi, cadaveri: di questo leggiamo nella pagina della Scrittura che oggi meditiamo, magari allโinizio di un nuovo giorno, aurora di vita. Allora รจ lecito chiedersi: come questa parola, che nella fede accogliamo come parola di Dio, รจ annuncio per noi โ allโalba di un nuovo giorno della nostra vita โ di una buona notizia, di una promessa di vita?
Certamente lโascolto di questi versetti del Vangelo di Luca รจ esigente. Ci richiede la pazienza di un ascolto umile, fiducioso, che sa scrutare un linguaggio paradossale: quello che abbiamo ascoltato, ovvero un linguaggio che parla di catastrofi future per salvare il nostro presente, per imparare a vivere lโoggi alla luce del โregno di Dioโ.ย
Lโautore di questi versetti, lโevangelista Luca, poche righe prima aveva scritto: โIl regno di Dio รจ in mezzo a voi!โ (Lc 17,21). Scrivendo il suo racconto, Luca ha per intento quello di mostrare come in Gesรน questo Regno si รจ reso piรน trasparente, piรน denso, piรน visibile nella storia. Ma non ancora โpienoโ: ci sarร una maturazione che porterร alla pienezza definitiva. โVerranno giorni โฆโ (v. 22): Gesรน รจ colui che dร inizio ai tempi nuovi, la storia del Regno che viene, che matura progressivamente fino al โgiorno in cui il Figlio dellโuomo si manifesterร โ (v. 30), fino a quella pienezza dei tempi che solo Dio conosce.
Con le sue immagini apocalittiche, il racconto ci vuole aprire a questa prospettiva: la prospettiva di un tempo โorientatoโ a un fine. La nostra storia ha un senso, una direzione, un fine, anche se a noi โ annegati nella nostra routine fatta di mangiare, bere, sposarsi, lavorare, eccetera (cf. vv. 27-28) โ spesso sfugge. Il racconto ci invita a riflettere proprio su questo: se noi non siamo coscienti, nel nostro quotidiano, del senso ultimo della storia, allora ci sfuggirร anche il senso profondo della nostra personale esistenza. Ovvero, se la nostra fede in Cristo non orienta la nostra percezione della storia del mondo, allora anche la mia personale storia non ha senso, non ha orientamento: verso dove cammino? Mangio, bevo, mi sposo, lavoroโฆ sรฌ, ma perchรฉ?ย
Ci possiamo trovare nella nostra vita di fronte a questo terribile interrogativo, che ci lascia come morti. O meglio, che ci rivela come, pur vivendo โ mangiando, bevendo, sposandoci, lavorando โ, tuttavia siamo come morti, simili ai cadaveri di cui parla questo racconto (cf. v. 37). E allora la Parola di oggi ci offre unโaltra prospettiva per tornare a rivivere la nostra vita, con i suoi ritmi e le sue occupazioni quotidiane, da vivi e non da morti: ritrovare il senso, la direzione.
Un senso che รจ giร nascosto nellโimpasto delle nostre giornate: โIl regno di Dio รจ in mezzo a voiโ (Lc 17,21). In modo silenzioso, discreto, affatto appariscente: โIl regno di Dio non viene in modo da attirare lโattenzioneโ (Lc 17,20). Un senso che si puรฒ ritrovare ogni giorno con la โsempliceโ ma esigente conversione della nostra logica di vita: dal trattenere al perdere, dalla conquista al dono, dal โper meโ al โper teโ. Oggi e nellโultimo giorno โ della nostra esistenza individuale e della nostra storia universale โ sarร questa la logica che ci aprirร alla vita: โChi cercherร di salvare la propria vita, la perderร ; ma chi la perderร , la manterrร vivaโ (v. 33).
fratel Matteo
Puoi ricevere il commento al Vangelo del Monastero di Bose quotidianamente cliccando qui



