CEMBALI SQUILLANTI
A differenza dei veri servitori di Dio, come San Paolo, gli scrivi e i farisei non operano per la gloria di Dio e non ringraziano Dio con gioia per la sua grandezza, ma semmai โ come il fariseo della parabola -, ringraziano Dio per averli resi migliori degli altri.
Inizia oggi la lettura della Prima lettera di San Paolo apostolo ai Tessalonicesi, che accompagnerร la liturgia eucaristica per oltre una settimana. In questo testo, che รจ lo scritto piรน antico del Nuovo Testamento, si puรฒ cogliere il grande entusiasmo per la diffusione del Vangelo della giovanissima comunitร cristiana, nata in un contesto pagano. I primi cristiani attendevano un ritorno imminente del Signore Gesรน. Poichรฉ questโattesa si prolungava, Paolo ricorda che nessuno conosce il giorno della Parusรฌa, che potrebbe essere vicino o molto lontano; ciรฒ che conta รจ che i cristiani rimangano nella pace, cercando di essere costantemente vigili e sobri, come se ogni giorno fosse lโultimo, ed evitando di tornare a comportarsi come un tempo, quando vivevano nelle tenebre.
La lettera inizia, secondo il tipico stile Paolino, con un ringraziamento a Dio: ยซRendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti lโoperositร della vostra fede, la fatica della vostra caritร e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesรน Cristo, davanti a Dio e Padre nostroยป.
Troviamo qui elencate le tre virtรน teologali, ovverossia le virtรน infuse dello Spirito Santo attraverso il battesimo: la fede, la speranza della caritร . Ognuna di queste virtรน รจ qualificata attraverso tre sostantivi: rispettivamente lโโoperositร โ, la โfaticaโ e la โfermezzaโ.
Paolo ringrazia Dio prima di tutto per ยซlโoperositร ยป della fede dei Tessalonicesi. Unโoperositร che si traduce nel cambiamento esteriore della vita, cioรจ โ come si legge poco dopo โ nella rinuncia agli idoli, a uno stile di vita mondano, basato sulla ricerca egoistica della ricchezza e del piacere fine a se stesso, per servire il Dio vero. Se la fede non รจ operosa, come scrive anche San Giacomo, รจ morta. Se, invece, รจ operosa รจ destinata a diffondersi, come scrive Paolo, a tal punto che tutti parlano della conversione dei Tessalonicesi! In secondo luogo, Paolo parla della fatica della caritร . ร interessante lโaccostamento di queste due parole. Nella Prima lettera ai Corinzi lโApostolo scrive che la caritร รจ prima di tutto โpazienteโ o, secondo unโaltra traduzione, โmagnanimaโ, cioรจ capace di soffrire e di sopportare tutto per il bene dellโaltro. Non dobbiamo spaventarci se la caritร comporta fatica, perchรฉ senza fatica non cโรจ vera caritร ! ย Infine, Paolo parla della fermezza della speranza. La speranza cristiana non รจ qualcosa di aleatorio, come quando si spera nel bel tempo. Ma รจ una profonda e radicata certezza interiore, dono dello Spirito Santo che abita in noi, paragonata, nella stessa lettera, a un โelmoโ (5,8) che tiene lontana la tristezza e il pessimismo (cf, 4,13), poichรฉ nel cuore cโรจ la convinzione che Cristo alla fine trionferร su ogni male, anche sul peggiore che รจ la morte.
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Tuttโaltra atmosfera si respira nel Vangelo, dove ci troviamo nel capitolo 23ยบ di Matteo, che raccoglie le invettive di Gesรน contro lโipocrisia degli scribi e dei farisei. Apparentemente anchโessi sono al servizio del regno, perchรฉ osservano in modo scrupoloso tutte le tradizioni religiosi e legali, ma in realtร โ dice Gesรน โ essi chiudono il regno davanti alla gente, senza potervi entrare e senza lasciar entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Perchรฉ? Perchรฉ sono concentrati soltanto su questioni esteriori rituali, su problemi di puritร e di impuritร , su unโosservanza formale della legge, e perdono di vista il precetto piรน importante: quello dellโamore verso Dio e della misericordia verso prossimo. Cosรฌ facendo non possono riconoscere Gesรน e allontanano anche i migliori dal regno dei cieli. Li inducono a una religiositร malata, fatta di scrupoli e manie, allontanandoli da una religiositร semplice e sana, basata su piccoli sacrifici quotidiani di amore e sulla sottomissione gioiosa della propria volontร a quella di Dio.
A differenza dei veri servitori di Dio, come San Paolo, gli scrivi e i farisei non operano per la gloria di Dio e non ringraziano Dio con gioia per la sua grandezza, ma semmai, come il fariseo della parabola, ringraziano Dio per averli resi migliori degli altri, perchรฉ fedeli anche nei dettagli alle tradizioni dei loro padri. Ma sono ciechi e guide di ciechi perchรฉ privi di amore e colmi di aviditร , di giudizi e di superbia! Come scrive san Paolo, sono come โcembali squillantiโ, perchรฉ amano proferire tante belle parole per attirare la compiacenza degli uomini, ma dentro sono vuoti e privi di amore!
Il Signore ci preservi dalla falsa religiositร esteriore, lamentosa e senza amore e ci conceda una fede umile e operosa, una caritร paziente e una speranza certa. Amen.


