Il ritorno dei discepoli (6,30-32)
30 Gli apostoli si riunirono attorno a Gesรน e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. 31 Ed egli disse loro: ยซVenite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un poโยป. Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano piรน neanche il tempo di mangiare. 32 Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte.
30: – Gli Apostoli tornano da Gesรน, si riuniscono attorno a lui e gli riferiscono lโesito della loro missione. Eโ Gesรน il punto di riferimento della nostra vita, รจ Gesรน il centro della Chiesa, รจ Gesรน a cui continuamente bisogna fare capo. Lโimportante รจ stare con Gesรน: Marco ci dice che il discepolo รจ colui che sta con Gesรน. Dobbiamo stare con il Signore, dobbiamo avere una vita intensa con lui. La fede non รจ unโideologia, la fede non รจ una serie di nozioni, la fede non รจ una serie di concetti, la fede รจ il nostro amore con il Signore: se amiamo il Signore, se siamo caldi di Lui, cuore a cuore con Lui, allora siamo cristiani.
– Gli Apostoli โfanno e insegnanoโ: sono i due verbi che vengono usati per descrivere lโazione di Gesรน: โfannoโ (โGesรน facevaโ; 3,8) e โinsegnanoโ: il verbo โinsegnareโ viene usato in Marco 21 volte.
31: – I discepoli si radunano intorno a Gesรน e Gesรน che cosa fa? Li manda in ferie: รจ molto bello questo. Si sottolinea lโimportanza delle pause, dei distacchi, dei luoghi solitari. Lโimportanza della contemplazione, del ritirarsi, del fare deserto, dellโessere, in una societร come quella attuale in cui ciรฒ che conta รจ la produzione, รจ la moltiplicazione dellโattivitร , la moltiplicazione delle riunioni, e si emargina chi non รจ piรน capace di fare. I malati, gli anziani, sono messi in disparte, perchรฉ non producono piรน: Gesรน ci ricorda che il credente รจ lโuomo dellโessere, e non del fare.
Questo รจ un invito importantissimo, soprattutto per la Chiesa oggi, una Chiesa che spesso ha la tentazione della managerialitร per annunciare meglio il Regno. Ma questo non รจ cristianesimo: per proclamare meglio Cristo preghiamo di piรน, stiamo di piรน con lui, ascoltiamo la sua Parola, perchรฉ la sua Parola, ci ha detto Marco nel libretto delle parabole (Mc 4,1-34), รจ un seme che cresce da solo, sia cheย lo innaffiamo o che non lo innaffiamo. Dunque bisogna sempre stare attenti a non indulgere alla potenza di questo mondo, a non pensare come i pagani: il cristiano basa la sua predicazione sulla follia della croce, โscandalo per i Giudei, stoltezza per i paganiโ (1 Cor 1,17-31), non sulla forza degli uomini. Paolo insiste che Dio si รจ divertito a scegliere ciรฒ che per il mondo รจ stolto, spazzatura, per farne lo strumento della sua evangelizzazione (1 Cor 1,18-25).
Santa Teresa di Gesรน Bambino รจ la patrona delle missioni, ed รจ morta tisica a 24 anni, senza essere mai uscita dalla sua cella di monaca di clausura, ed รจ la piรน grande missionaria, insieme a San Francesco Saverio, che invece ha girato tutto il mondo, ed รจ morto in unโisola della Cina.
Questo brano di Marco ci fa riflettere: la cosa piรน importante รจ la preghiera, รจ la forza intrinseca della Parola, la โexousรฌaโ e la โdynamisโ, lโautoritร e la potenza della Parola di Dio che da sola porta avanti il Regno, non i nostri sforzi banali.
32: – I discepoli devono salire sulla barca per allontanarsi dalla folla (come aveva fatto Gesรน al cap 3), non hanno tempo per mangiare (si diceva lo stesso di Gesรน al cap 3,20), si ritirano in un luogo deserto (come aveva fatto Gesรน al cap 1).
Cosa vuol dire questo? Il cristiano รจ โalter Christusโ, โun altro Cristoโ: la sequela di Cristo รจ imitazione di Cristo. Cristo รจ il nostro modello: noi dobbiamo operare come Gesรน, dobbiamo insegnare come Gesรน, dobbiamo vivere come Gesรน.
Gli altri guardandoci debbono dire: โLuigi, Paolo, Beppe, Carlo, Marilena, Marina, sono altri Gesรนโ, e da parte nostra dobbiamo modellare la nostra vita sulla vita di Gesรน. Quando siamo nella prova, quando siamo nella tentazione, dobbiamo dire: โCome si comporterebbe Gesรน al mio posto?โ. Quando devo fare delle scelte di vita quotidiana, lโunica domanda a cui devo soggiacere รจ questa: โII Signore al mio posto cosa sceglierebbe?โ. II discepolo imita il Signore. Gesรน รจ il nostro modello. A volte nella vita abbiamo delle difficoltร : allora ricordiamoci che abbiamo questo modello, che รจ Cristo, il punto di riferimento piรน sicuro.
Gesรน si commuove (6,33-44)
33 Molti perรฒ li videro partire e capirono, e da tutte le cittร cominciarono ad accorrere lร a piedi e li precedettero. 34 Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perchรฉ erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
33: – Che significato ha la barca in Marco? La barca รจ il simbolo della Chiesa: รจ tutta la Chiesa che si muove con Gesรน.
La folla si muove con una velocitร impressionante: i discepoli con Gesรน attraversano il lago in barca, e la folla invece, che corre e fa tutto il giro del lago, arriva prima. Che cosa vuole dire questa velocitร della folla? Eโ la fretta di chi corre verso il banchetto escatologico, imbandito dalla Sapienza, di chi ha fame e sete della Parola di Dio.
34: – Per Luca e Giovanni il miracolo avviene sulla riva orientate, a Betsaida; per Marco avviene sulla riva occidentale: difatti al v. 45 manderร i suoi a Betsaida, sullโaltra riva.
– Gesรน โvide molta folla e si commosse (esplanchnรฌsthe)โ. Di fronte ad ogni infermitร o bisogno, Gesรน โsi commuoveโ, โsente compassioneโ. Sono termini molto forti, che ritroviamo nei Vangeli per esprimere i sentimenti del Signore di fronte al lebbroso: โMosso a compassione (splanchnisthรจis), stese la manoโ (Mc 1,41);ย alle folle senza guida e affamate: โSento compassione (splanchnรฌzomai) di questa folla, perchรฉ… non hanno da mangiareโ (Mc 8,2); alla gente che non ce la fa piรน: โVedendo le folle ne sentรฌ compassione (esplanchnรฌsthe) perchรฉ erano stanche e sfiniteโ (Mt 9,36); ai malati: โSentรฌ compassione (esplanchnรฌsthe) per loro e guarรฌ i loro malatiโ (Mt 14, 14); alla vedova di Naim: โIl Signore ne ebbe compassione (esplanchnรฌsthe) e le disse: ยซNon piangereยปโ (Lc 7,13)โฆ Eโ sempre usato il verbo splanchnรฌzomai, che indica commozione viscerale, traducendo lโebraico rehamin, che propriamente esprime le viscere, la sede delle emozioni, il nostro โcuoreโ: รจ una forma plurale di rรฉhรจm, il seno materno, lโutero femminile: รจ il fremito di una madre per i suoi figli, รจ unโemozione intensissima.
II nostro Dio non รจ il motore immobile di Aristotele, il nostro Dio รจ un Dio che soffre, รจ un Dio che piange, รจ un Dio che si commuove, quando vede la sofferenza degli uomini. Eโ il Dio veramente Amore, รจ il Dio che partecipa ai patimenti degli uomini, e si fa carico del loro dolore: รจ il grande mistero della Croce presentatoci da Marco.
– โEbbe compassione di loro perchรฉ erano come pecore senza pastoreโ. In tutto lโAntico Testamento รจ Dio stesso il Pastore di Israele. Gesรน รจ Dio Pastore che viene per la pace del suo Popolo, e il Messia Pastore, รจ il Pastore Modello che dร la vita per le sue pecore (Gv 10), sollecito anche per le pecore che non sono del suo ovile, pronto a ricercare la pecora smarrita. Qui Dio esprime la sua misericordiosa pastoralitร con il dono prima della Parola e poi del cibo.
– โSi mise a insegnare loro molte coseโ: รจ necessaria prima una catechesi per capire il mistero del Pane che verrร offerto nel brano seguente.
Carlo Miglietta
C. MIGLIETTA, EDIFICHEROโ LA MIA CHIESA. Perchรฉ (e come) essere Chiesa secondo la Bibbia, Gribaudi, Milano, 2010, con presentazione di S. E. Mons. Guido Fiandino



