Guariti, perdonati e liberi
Il continuo movimento di Gesรน da una riva allโaltra (cf. v. 1; Mt 8,18), incontrando gli uomini, oggi contrasta con lโimmobilismo del โparalitico disteso su un lettoโ (v. 2), bloccato, quasi incollato, tuttโuno con il suo letto.
โGli portavano un paraliticoโ (v. 2). Questo รจ ciรฒ che noi vediamo nella scena narrata da Matteo, ma Gesรน โvede la fedeโ (cf. v. 2) di chi gli porta il paralitico, la fede che muove le montagne (cf. Mt 17,20), di chi sposta un immobilizzato. Gesรน non vede gesti clamorosi, dimostrazioni di fede sensazionali, vede un silenzioso gesto di cura, di apertura alla speranza lรฌ dove la morte ha giร messo il suo sigillo. Unโazione di fiducia, di abbandono: chi porta il paralitico riconosce la propria impotenza di fronte alla malattia e fa un gesto di consegna a colui che ha il โpotere (exousรญa)โ di guarirlo, a colui che รจ medico per le nostre vite. Gesรน che vede nei cuori e conosce i pensieri in essi custoditi (cf. v. 4) risponde con una parola che rilancia la vita. E quando guarda a noi, cosa scorge nel nostro cuore? Da cosa siamo mossi?
Gesรน, che รจ la vita, vede e agisce subito. Non gli serve tempo per calcolare, per decidere. Agisce attraverso una parola che chiede la collaborazione dellโuomo malato: โVedendo la loro fede disse al paralitico: โCoraggioโโ (v. 2). Anche Gesรน non compie azioni sbalorditive, ma fa qualcosa che spesso ai nostri occhi รจ impossibile, impensabile: ridona possibilitร alla vita. Echiede il coraggio della nostra fede. Di fronte alla nostra disperazione Gesรน dona una nuova possibilitร alla vita.
E poi Gesรน agisce alleggerendo, eliminando ciรฒ che impedisce il movimento: il peccato. Il peccato รจ una forza soggiogante, che imprigiona lโessere umano: ci fissa nei nostri fallimenti, ci immobilizza โnella fossa che ci siamo scavatiโ (cf. Sal 9,16). Gesรน opera questo alleggerimento con la sua parola liberante che raggiunge lโessere umano nel suo intimo, in quel corpo e in quellโinterioritร appesantiti da tante parole vecchie, in attesa di essere โtoccatiโ da una parola di novitร , consolati nel loro tormento, accarezzati nella loro solitudine e disperazione. E lโuomo accoglie una parola mai udita prima: la sua malattia, reputata una maledizione, รจ raggiunta dalla parola di benedizione, da una parola che libera da costrizioni interiori ed esteriori.
Gesรน vuole guarire da questa paralisi che รจ di ogni tempo e di ogni essere umano, e porta il perdono. โIl Figlio dellโuomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati. Alzati prendi il tuo letto e vaโ a casa tuaโ (v. 6). Il perdono ci solleva, ci rimette in cammino. Quel โlettoโ non รจ la nostra identitร , รจ qualcosa che ci appartiene ma non ci definisce. Gesรน libera e lascia liberi: rimanda quellโuomo alla sua origine, alla sua casa. Sarร lui ora a scegliere come vivere la sua guarigione.
Gesรน porta allโessere umano la guarigione che รจ la misericordia di Dio come dono gratuito, sempre giร avvenuto. Lo sguardo di un altro che ci guarda con amore ci puรฒ sollevare, puรฒ chiamare in vita qualcosa che noi nemmeno sapevamo di avere e di essere. Questo รจ il potere perdonante e amante di Dio. A noi รจ lasciato un potere: accettare e accogliere il perdono. Guariti siamo liberati dalle catene del peccato e possiamo tornare a vivere. Il perdono accolto,la parola liberatrice ascoltata ci fa essere ciรฒ che siamo, figli e figlie: โCoraggio, figlioโ (v. 2), sempre giร nella relazione filiale con il Padre, generati per divenire creature nuove capaci di perdono.
sorella Elisa
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