don Paolo Squizzato – Commento al Vangelo del 13 Giugno 2021

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Ieri sera sono tornato a teatro dopo una lunga assenza. รˆ andata in scena โ€˜La vita davanti a sรฉโ€™, tratto dallโ€™omonimo e splendido libro di Romain Gary. Un Silvio Orlando in stato di grazia รจ il piccolo Momo, figlio di una prostituta lasciato alle cure di una vecchia ebrea reduce da Auschwitz, la quale si occupa di crescere i figli di prostitute che la legge non permette di tenere con sรฉ.

Momo, arabo, racconta dal suo punto di vista di bambino il dramma dellโ€™abbandono, la fatica di vivere con una donna anziana che perde la memoria in un corpo sempre piรน provato, il vivere in un palazzo che รจ un microcosmo di povera umanitร  nella banlieue di Belleville, alla periferia di una Parigi degli anni โ€˜70 del secolo scorso.

Qui Momo pian piano impara che lโ€™antidoto a quellโ€™atmosfera di โ€˜pesanteurโ€™ – per dirla con la Weil – puรฒ risiedere unicamente nellโ€™accudire un cane, e poi darlo via โ€˜gratisโ€™ perchรฉ quello รจ il suo vero bene; nellโ€™aiutare la vecchia donna a vivere sprazzi di luciditร , a superare i momenti di terrore quando il ricordo del โ€˜male assolutoโ€™ fa capolino negli incubi notturni; aiutarla a fare quei sei piani infernali senza ascensore; a non permettere che venga portata a morire in un anonimo ospedale nascondendola nel suo โ€˜rifugio ebreoโ€™ nei sotterranei del palazzo.
Alla fine, dopo unโ€™ora e mezza di monologo, Silvio Orlando, incarnando lโ€™unica grande veritร  che รจ data allโ€™uomo poter far propria, solo nel centro del palco, in un clima di sospensione, pronuncia le parole finali del libro di Gary: โ€˜Bisogna voler beneโ€™.

รˆ questo in fondo il nocciolo del vangelo; dellโ€™avventura dellโ€™uomo Gesรน di Nazareth, del suo messaggio, dei suoi gesti. Del cristianesimo. Dellโ€™umana avventura.

Sรฌ, lโ€™unica cosa veramente umana รจ voler bene. E questo bene porlo nel terreno della storia come un seme, e poi attendere nella ferma speranza che alla fine il frutto si compirร , coi suoi tempi, probabilmente molto lunghi perchรฉ solo il male ha tempi rapidi per affermarsi. Un albero impiega anni e anni per crescere. Basta un attimo per abbatterlo.

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Il contadino sa che il lavoro fatto in autunno porterร  frutto solo dopo un inverno rigido e buio, e nel frattempo sa anche di non dovere far niente; tornasse su quel campo rovinerebbe tutto. A volte il non fare รจ ciรฒ che di piรน grande e produttivo si possa compiere.
Nella vita spirituale โ€“ come nellโ€™arte – quanto meno si opera maggiormente si crea.

Il bene ha un modo tutto suo per divenire fecondo. Laddove per il mondo vi solo morte e sconfitta, il seminatore di bene intravede giร  lo stelo di grano che rompe il terreno e pregusta la fragranza del pane che se nโ€™otterrร .

ยซDormaโ€ฆ di notteโ€ฆยป (v. 27), รจ il richiamo alla morte di Gesรน. Lui, seminatore di bene รจ il seme che รจ stato gettato nel campo del mondo. E mentre per tutti era lo sconfitto richiuso in un sepolcro, il Vivente impregnava giร  di energia nuova la storia degli umani e dell’intera creazione.


AUTORE: don Paolo SquizzatoFONTECANALE YOUTUBE