La Liturgia della Chiesa, in questa prima domenica dopo Pentecoste, celebra la festa della Santissima Trinitร . E non รจ casuale mettere in relazione la Chiesa, che muove i primi passi nel giorno della Pentecoste, con il mistero della Trinitร . I discepoli, dopo aver ricevuto lo Spirito Santo, escono dal Cenacolo, ove si trovavano โper pauraโ, ed iniziano a comunicare il Vangelo e a battezzare i primi convertiti alla fede. Obbedivano cosรฌ a quanto Gesรน aveva loro ordinato prima di lasciarli: โAndate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santoโ (Mt 28,19). Nel giorno di Pentecoste la confusione delle lingue e la divisione del genere umano, simboleggiate da Babele (Gen 11,1-9), vennero vinte dalla predicazione evangelica che, senza distruggere le differenze dei linguaggi, riuniva i popoli della terra nellโunica famiglia di Dio.
Nella festa della Trinitร Dio squarcia il velo che copre il suo mistero, rompe il silenzio sulla sua vita intima (dietro la parola greca mysterion cโรจ appunto il significato di โtacereโ) e ci fa cogliere la veritร sul mondo fatto a sua immagine e somiglianza. Le Scritture sottolineano in ogni pagina lโinconoscibilitร del mistero di Dio. Egli abita in una luce inaccessibile che โlโuomo non puรฒ vedere continuando a restare in vitaโ. Dio stesso perรฒ ha rotto il silenzio e solo Lui poteva farlo per rivelarsi agli uomini โcon prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio tesoโ, come dice la lettura odierna tratta dal primo dei tre discorsi solenni di Mosรจ nel Deuteronomio. E non basta.
Dio โmolte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlioโ (Eb 1,1-2), aggiunge la Lettera agli Ebrei. E nel giorno di Pentecoste il Signore Iddio dal cielo riversa sui discepoli lo Spirito Santo perchรฉ fosse lui come aveva detto lo stesso Gesรน a guidarli verso la veritร tutta intera.
Ebbene, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, che oggi contempliamo nella Trinitร , sono la radice, la fonte, il sostegno della Chiesa nata nel giorno di Pentecoste, segno dellโunitร di tutto il genere umano. La Chiesa non nasce dal โbassoโ, ossia non รจ il risultato della convergenza degli interessi delle persone che la compongono, non รจ il frutto dellโimpegno o dello slancio di cuori generosi, non รจ la somma di tanti individui che decidono di stare assieme, non รจ lโassociazione di persone di buona volontร per realizzare uno scopo nobile. La Chiesa viene dallโalto, dal cielo, da Dio. E, ancor piรน precisamente, da un Dio che รจ โcomunioneโ di tre Persone. Esse ma รจ solo un balbettio da parte nostra si vogliono a tal punto bene lโuna con lโaltra da essere una cosa sola. Da tale Comunione dโamore nasce la Chiesa e verso tale Comunione essa cammina, trascinandosi lโintera creazione. La Trinitร รจ origine e termine della Chiesa, come รจ origine e termine della stessa creazione.
Per questo la Chiesa รจ anzitutto e soprattutto mistero. Mistero da contemplare, da accogliere, da rispettare, da custodire, da amare. Ed รจ un mistero di comunione. Solo in questa prospettiva si puรฒ comprendere la Chiesa come comunitร , come un corpo strutturato. Pertanto chi ascolta il Vangelo con il cuore non รจ solo accolto in una comunitร organizzata. ร soprattutto accolto nel mistero stesso della Trinitร , nella comunione con Dio. Noi viviamo nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. Ed รจ un grande e inestimabile dono. Ma รจ anche un compito.
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La Chiesa che nasce a Pentecoste non รจ neutra. Essa ha nella sua stessa costituzione una vocazione: il servizio dellโunitร e della comunione. Mentre il mondo in cui viviamo sembra stregato dagli egoismi di singoli, di gruppi, di categorie, di nazioni che non sanno (spesso non vogliono) alzare lo sguardo oltre il proprio particolare, oltre i propri interessi cosiddetti nazionali, la Chiesa della Pentecoste, nata dalla Trinitร , ha il compito di ricreare la carne lacerata del mondo, di ritessere la comunione ferita e spesso distrutta tra i popoli. Lo Spirito effuso nella comunitร dei credenti dona una nuova energia, come scrive Paolo nella Lettera ai Romani: โVoi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottiviโ (Rm 8,15). E Gesรน, prima di inviare gli apostoli, dice loro: โIo sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondoโ (Mt 28,20).
La forza che il Signore dona ai suoi figli cura la carne dellโumanitร ferita dallโingiustizia, dalla cupidigia, dalla sopraffazione e dalla guerra e costituisce lโenergia per alzarsi e incamminarsi verso la comunione. Era il disegno di Dio sin dallโinizio della creazione. Cโรจ, infatti, una corrispondenza tra il processo creativo e la vita interna di Dio stesso. Non a caso Dio disse: โNon รจ bene che lโuomo sia soloโ. Lโuomo inizialmente significava sia uomo che donna non era stato creato ad immagine di un Dio solitario, ma di un Dio amore. Ogni singola persona e lโumanitร intera non saranno se stesse al di fuori della comunione, solo allโinterno di essa sono salvi. Il Vaticano II ricorda a tutti i credenti che Dio non ha voluto salvare gli uomini singolarmente, ma radunandoli in un popolo.
La Chiesa nata dalla comunione e ad essa destinata si trova perciรฒ ad essere impegnata nel vivo della storia di questo nostro tempo come lievito di amore. ร un compito alto ed urgente che rende davvero meschine (e colpevoli) le liti e le incomprensioni interne. Aveva ragione il grande patriarca Atenagora, quando affermava che sarebbe stato pericoloso un mondo che si globalizzava senza la spinta dellโunitร delle Chiese cristiane. In effetti, una globalizzazione senza lo spirito cristiano rischia di essere senza anima. E purtroppo non mancano le conferme. La festa della Trinitร รจ un invito pressante ai cristiani a incamminarsi con piรน decisone verso la loro unitร visibile per essere lievito di comunione tra i popoli.
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Per gentile concessione di mons. Paglia. Commento tratto dal suo sito.
Qui tutti i commenti al Vangelo delle domeniche precedenti di mons. Vincenzo Paglia



