โEn archรจ en o lรณgosโ. Cosรฌ suona in greco โ lingua originale โ la prima frase del vangelo di oggi, il maestoso prologo di Giovanni.
La radice di lรณgos รจ da ricercarsi nel verbo greco lรฉgo, infinito di lรฉghein che significa โmettere insiemeโ, raccogliere. E anche parlare, dato che parlando si mettono insieme parole. Per questo lรณgos si puรฒ anche tradurre con โparolaโ.
Lรณgos รจ da intendersi perciรฒ come principio relazionale unificante, forza, energia che lega, tiene insieme i singoli minuscoli costituenti della materia (oggi potremmo parlare di onde e particelle) facendo emergere sistemi โ risultato di aggregazioni โ man mano sempre piรน complessi e organizzati. La vita insomma nella sua complessitร .
Ecco, il lรณgos รจ la forza aggregante perchรฉ la vita possa avanzare verso il suo compimento.
Giovanni ci sta dicendo quindi che in tutto ciรฒ che esiste, abita un principio unificante, un โprincipio di beneโ che tiene unito e che fa emergere la vita verso la sua fioritura.
โE il lรณgos era Dioโ continua il prologo. Questa energia รจ divina, principio di bene, โintelligenteโ in quanto vincitrice sul caos, Amore che edifica: โtutto รจ stato fatto per mezzo di luiโ, e abita lโinfinitamente piccolo come lโinfinitamente grande. Sta dunque al centro della creazione, al centro di ogni cosa, al centro di noi stessi come forza che vince sulle potenze disgreganti che ci abitano, e al contempo lavora costantemente alla versione migliore di noi stessi.
E lโuomo Gesรน, in un determinato momento della storia, attraverso il suo stile di vita, la sua parola, il suo agire ha โincarnatoโ questo lรณgos, gli ha dato carne, lโha reso visibile, toccabile. Quel principio che da sempre รจ energia, pura potenzialitร si รจ reso visibile โ rivelato โ nelle parole e nei gesti del nazareno, assumendo un volto, un sorriso, facendosi lacrime e carezze. Gesรน uomo di Nazareth invita oggi ciascuno di noi, a prendere contatto con questo lรณgos che abita la creazione e quindi noi creature, lasciarlo agire, collaborarci, perchรฉ da una parte ne possiamo divenire sempre piรน manifestazione, incarnazione e dallโaltra niente meno che figli di Dio (v. 12).
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AUTORE: don Paolo Squizzato
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