La comunitร alla quale Luca scrive ha vissuto il trauma della distruzione di Gerusalemme e del tempio da parte dellโoccupante romano. Davanti alle disgrazie e alla potenza del male il vangelo cerca di dare un senso per i credenti affinchรฉ non restino schiacciati e possano integrare lโaccaduto in una storia piรน globale che abbia un significato spirituale. Qual รจ la parola che Dio pronuncia su questi eventi drammatici?
Nella storia ogni volta che le potenze del male si sono scatenate รจ sorta lโidea della fine del mondo e del giudizio di Dio su di esso. Sofonia aveva detto: โร vicino il grande giorno del Signore, giorno dโira, di angoscia, di rovina e di sterminio, giorno di grida di guerra sulle cittร fortificate โฆ gli uomini hanno peccato contro il Signoreโ (cf. Sof 1,14-18).
โQuelli infatti saranno giorni di vendetta, affinchรฉ tutto ciรฒ che รจ stato scritto si compiaโ (Lc 21,22): Gesรน rilegge la storia alla luce delle parole dei profeti. Ma per lui la โvendettaโ si รจ trasformata in pianto: โGerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli โฆ e voi non avete voluto. Ecco la vostra casa รจ abbandonata a voiโ (Lc 13,34-35). Gesรน propone una lettura realista che mette in rilievo laย responsabilitร umana in quello che succede. La sete di potere e di gloria senza limiti della potenza romana da un lato, e lโindurimento del cuore da parte dei responsabili religiosi che si sono lasciati alienare dallโaltro, non potevano che portare al disastro. Chi sceglie le vie peccaminose ne paga poi le conseguenze. Nel Deuteronomio la Scrittura testimonia di un Dio pieno di passione amorosa per la vita e la felicitร degli esseri umani: โIo ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione. Scegli dunque la vita โฆ amando il Signore, tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a luiโ (Dt 30,19-20).
Il giudizio di Dio, in Gesรน, diventa pianto e sofferenza per i piรน vulnerabili di fronte alle catastrofi che sono le guerre, le distruzioni e lโodio. Lui pensa subito alle donne incinte e a quelle che allattano. Evidentemente sono le piรน esposte mentre accudiscono la vita presente nella sua piรน grande fragilitร e la vita futura. Diventano il primo bersaglio di quelli che scelgono le vie di morte e che sembrano liberi di seminare paure, angosce e sterminio a piacimento.
Dove troviamo una speranza in questa descrizione tanto angosciosa quanto realista? La speranza รจ nel giudizio di Dio. Egli non puรฒ impedire le scelte disumane, ma nella fede sappiamo che il regno di Dio รจ tra di noi nella presenza del Figlio dellโuomo venuto a visitarci. Contemplandolo sulla croce, capiamo che รจ venuto a condividere la nostra sofferenza invece di attuare un giudizio tremendo a immagine della violenza umana. Il suo giudizio รจ liberatorio perchรฉ รจ quello dellโamore e della misericordia per tutti quelli che accettano di riceverli. Siamo invitati ad alzare il capo, nella fede che la nostra liberazione dal peccato รจ vicina in lui.
- Pubblicitร -
sorella Sylvie
Puoi ricevere il commento al Vangelo del Monastero di Bose quotidianamente cliccando qui
