Al termine di questo anno liturgico segnato dalla pandemia che ci ha investito, stravolgendo tutte le nostre abitudini, il Vangelo ci parla del giudizio finale, ci viene presentato come avverrร ; Gesรน รจ presentato come giudice, particolare, diverso, si identifica in ciascuno di noi a tal punto da dire โse sei povero io sono povero con te, se sei malato io soffro con te, sei hai sete io avverto lโarsura, se fai del bene le mie viscere si riempiono di gioiaโ.
Non basta dare una moneta al mendicante allโuscita delle nostre chiese o lungo le strade delle nostre cittร , non basta lasciarci emozionare dalle raccolte in TV o sui social per la fame nel mondo o per le mille associazioni e iniziative solidali a loro collegate, non basta mandare il messaggino; รจ tutto molto piรน difficile, ci viene chiesto oggi di farci carico dei poveri, cercare di capire con lโaiuto dello Spirito Santo e la condivisione fraterna nella comunitร , come aiutare una persona che รจ finita nei guai, trovare soluzioni insieme con lei per come venirne fuori.
Penso alle tante famiglie che in questo momento sono in isolamento, tanti che hanno contratto il virus, ci chiedono la caritร di una preghiera, di un messaggio, di una chiamata, impariamo ad essere prossimi in questo momento con i piccoli gesti quotidiani. Impariamo a riconoscere nel volto del fratello sofferente il volto di Cristo in maniera speciale nel povero, nellโammalato, nel bisognoso e sarร Lui a riconoscere noi quando lo incontreremo!
Ricordandoci che Dio non si ferma al peccato commesso ma va oltre, guarda al bene compiuto, saremo infatti giudicati sullโAmore! Alla fine di tutto cosa resterร ? โLโamore, solo lโamore, quello dato e quello ricevuto.โ
Commento a cura di don Guido Santagata della Parrocchia Santa Maria Assunta-Duomo di Sant’Agata de’Goti (BN)
- Pubblicitร -
