Don Luciano Condina – Commento al Vangelo del 13 Settembre 2020

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Facciamo nostro il perdono di Dio

Lโ€™episodio del vangelo di questa domenica riprende la tematica della relazione fraterna, giร  toccata la settimana scorsa, e ci permette di entrare nel mistero di un atto, forse il piรน complicato e difficile da compiere, che manifesta la presenza dello Spirito Santo nel cuore di un essere umano: perdonare.

Il perdono รจ un nodo centrale della nostra vita perchรฉ chi non lo fa spesso porta pesi spaventosi nel cuore. Invece chi perdona si libera dei propri e altrui errori, metabolizzando in strutture di crescita ciรฒ che prima era soltanto distruttivo.
Il debitore della parabola deve la cifra esorbitante di diecimila talenti al padrone, somma al di fuori di qualunque possibilitร  economica dellโ€™epoca: la cifra indica la teorica inestinguibilitร  del debito da parte di chi ne porta il peso. Ma il fatto che egli, subito dopo essere stato graziato, tiri per il collo un altro che, a propria volta, gli deve appena 100 denari -il prezzo di tre agnelli โ€“ attesta quanto sia insensibile alla grandezza di ciรฒ che il padrone concede. E noi con lui. Il debitore invoca: ยซAbbi pazienza con me e ti restituirรฒ ogni cosaโ€ (Mt 18,26), pur sapendo che per lui รจ impossibile rendere quella somma esorbitante. Egli usa le parole con cui i debitori incalliti sono soliti liquidare il creditore di turno.
Il problema reale non รจ il limite della pazienza del padrone โ€“ falso problema posto dal debitore โ€“ bensรฌ il contrarre perennemente debiti senza mettersi mai in discussione. La preghiera corretta sarebbe stata: โ€œperdonami per quello che ho fatto, rimettimi il debitoโ€.
Lโ€™inestinguibilitร  del debito รจ dovuta dal fatto che il perdono puรฒ essere ricevuto, ma il male fatto spesso resta e, in alcuni casi, non puรฒ essere recuperato.

Perdonare settanta volte sette: lโ€™iperbole del numero citato da Gesรน indica che il perdono non รจ solo un atto da compiere, ma una forma strutturale da assumere costantemente, strettamente connessa alla relazione con Dio. Egli รจ amore per natura, e sua natura รจ amare, quindi perdonare. Solo unโ€™unione intima con Dio ci permette di realizzare lโ€™invito di Gesรน.

Il perdono al fratello รจ dovuto perchรฉ siamo per primi debitori verso il Padre. ยซRimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitoriยป: nel Padre nostro chiediamo addirittura che usi con noi la stessa misura che noi usiamo con gli altri! Speriamo non ci ascolti, altrimenti la maggior parte di noi sarebbe spacciataโ€ฆ

รˆ fondamentale ricordare quanto Dio ci ha amati e ci ama, ritrovando nelle nostre vite gli episodi in cui certamente Egli ci ha beneficati senza merito, e amati senza condizioni. รˆ proprio il ricordo di quel perdono che Dio per primo ha concesso a noi che รจ fonte di gratitudine nel cuore; ed essa si trasformerร  a sua volta in perdono verso le mancanze dei fratelli.

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รˆ bene invocare spesso il dono dello Spirito Santo della Pietร , che conferisce allโ€™uomo il sentimento di amore filiale verso il Padre, e questo sentimento farร  percepire gli altri come fratelli, poichรฉ figli dello stesso Padre. Senza questo dono fondamentale dello Spirito gli altri saranno sempre โ€œestraneiโ€, da tollerare, da sopportare, ma impossibili da amare come fratelli.
Viviamo spesso con lโ€™idolo della giustizia nel cuore, ma se dovessimo ricevere solo ciรฒ che meritiamo sarebbe ben misera la nostra vita! Non siamo fatti per vivere di giustizia, ma di misericordia.

Ricordarlo significa far scendere la pace nel nostro cuore e nel cuore di chi ci sta vicino.

Commento di don Luciano Condina

Fonte – Arcidiocesi di Vercelli


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