La scena doveva essere di quelle che abbiamo vissuto sui banchi di scuola allorquando, interrogati dal prof, facevamo a gara a chi azzeccava la risposta esatta prima dei compagni. โProf, posso dirla io? Io la so. Prof, posso dirla io? E dai, profโ. Pur di smarcare gli altri ci ritrovavamo ad alzar la mano, al alzar la voce, a metterci in piedi, a salire sulla sedia perchรฉ il prof rivolgesse a noi la sua attenzione. Una cosa simile quel giorno in quella strana aula di Cesarea di Filippo. Me li immagino gli undici: se qualcuno un giorno non esiterร a pretendere un posto in prima fila chiedendo di sedere uno a destra e lโaltro a sinistra nel regno, figuratiย come avranno sgomitato pur di riportare il trofeo della risposta giusta: โElia. Giovanni Battista. Uno degli antichi profetiโ. Nel gruppo, si sa, cโรจ sempre quello che deve avere la meglio e se per farlo riesce pure a mettere alla berlina il compagno che finora, insomma, non รจ che ci abbia fatto proprio una bella figura, tanto di guadagnato.
Pietro โ povero Pietro โ se ne stava nellโangolo, stavolta allโultimo banco. Ne aveva incassate diverse: aveva voluto camminare sullโacqua e niente, si era trovato sommerso dalle onde; pensava di essere stato garbato sul Tabor con la questione delle tende e, invece, โnon sapeva quello che dicevaโ; credeva di essere stato piuttosto largo nel proporre di perdonare fino a sette volte e, per tutta risposta, sโera visto decuplicare la posta in gioco; sapeva di essere uno dei piรน esperti pescatori e, invece, aveva dovuto apprendere che si puรฒ pescare anche quando tutto consiglierebbe che non ne vale la pena e lo aveva appreso da uno che sapeva di parole ma non certo di pesci. E tra non molto, come se non bastasse, misurerร con mano lโinconsistenza delle sue promesse da marinaio. Ce nโerano di motivi per starsene buono buono in fondo, dietro tutti. Lasciali fare, lasciali che stavolta siano loro ad esporsi.
โMa voiโฆโ.
Finchรฉ si era trattato di riportare il sentito dire, nessun problema. Ad un tratto, perรฒ, lo zoom aveva messo a fuoco proprio lui: โMa voiโฆโ, cioรจ โMa tuโฆโ. โChi sono io per te?โ. Le gambe tremano, probabilmente, la voce รจ incerta, forse, ma il cuore รจ sicuro: โTu sei tutto per me. Sei colui che non avrei mai immaginato scegliesse proprio me. Sei il Cristoโ. Chissร , forse stavolta i compagni avrebbero voluto prendersi lโultima rivincita mettendo alla berlina la risposta di Pietro. Forse erano pronti a farsi una bella risata sicuri comโerano che non lโavrebbe azzeccata. E, invece, stavolta si ritrovano essi nellโangolo.
โTu sei Pietroโฆโ.
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Chissร come saranno suonate solenni queste parole che nessun calcolo umano avrebbe mai potuto ipotizzare. A Pietro che era diventato lโultimo della classe per le tante figuracce fatte, viene riconosciuto di essere lโunico che sโera lasciato ammaestrare dal Padre stesso. Chapeau. Nei vari ambiti della vita possono valere i suggerimenti e talvolta addirittura le copiature. Non cosรฌ nella fede: la risposta la dร ognuno per sรฉ e non certo per sentito dire. E, di solito, la si dร quando meno te lโaspetti. Lโesame, infatti, cade sempre nel giorno della smentita e del fallimento, quando, forse, risulteresti il meno preparato. Non รจ forse vero che sono proprio quelli i momenti che piรน manifestano ciรฒ che di piรน autentico portiamo nel cuore? Ci sono frangenti che valgono unโintera esistenza perchรฉ ci consentono di esprimere le ragioni stesse del vivere. Risuonano ancora nelle mie orecchie le parole del bimbo di Ischia โ 7 anni appena โ che si ritrova a confessare: โIo sono la prova che Dio esisteโ. E chi glielo ha detto? Dove lo ha appreso? In unโaula di catechismo? Non credo.
โBeato te, perchรฉ nรฉ la carne nรฉ il sangue te lo hanno rivelato ma il Padre mio che sta nei cieliโ. Gli eventi della vita e il nostro modo di affrontarli sono essi a rivelare quanto stiamo consentendo al Padre stesso di ammaestrarci con la sua grazia.
La risposta vera โ non giร quella esatta โ emerge solo quando, riposti i libri, fai parlare la vita. Prova a dire cosa ti รจ successo quando mi hai incontrato.
AUTORE: don Antonio Savone
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