don Marco Pozza – Commento al Vangelo di domenica 14 Giugno 2020

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Prendimi e mangiami

Hai voglia tu a dire che il corpo non conta niente: soltanto chi non ha stima del suo potrebbe mettere la firma per una petizione simile. Tant’รจ che, certune volte, quando si son perduti tutti gli appoggi non rimane che fare affidamento su se stessi, sulle proprie forze. Sul proprio corpo, per l’appunto. Avere un corpo โ€“ occhi, mani, braccia, gambe, piedi – รจ possedere un basamento per star in piedi nel mondo. Un corpo, poi, quando si intreccia con un altro รจ l’arnese primordiale per diventare figli, padri, uomini e donne. L’ultima pietร , quando il corpo non sta piรน in vita, รจ quello di deporlo nella terra: riposi in pace (Amen). C’รจ chi muore in piedi, chi muore in battaglia, chi muore di vecchiaia. C’รจ anche chi, penso al mio grande amico Annibale Barca, il grande condottiero cartaginese, decide di porre fine al suo corpo, suicidandosi, pur di non cadere in mani nemiche. Dall’uso che uno fa del suo corpo, potranno anche risalire alla vastitร  dell’anima sua. Cristo, in fatto di corpo, non fu da meno. Somigliรฒ piรน ad Annibale che al vecchio morto per vecchiaia. Non si suicidรฒ, perรฒ: anticipรฒ la cattura nemica nascondendosi in petti amici: ยซPrendete, questo รจ il mio corpoยป (Mc 14,22)

Accadde che, appena seppe d’avere i giorni contati, giocรฒ a nascondino di fronte a suoi amici, ai suoi detrattori, al mondo intero. Con la morte sul collo, si mise a scrivere il testamento piรน carnale che la storia abbia mai piรน letto: ยซChi mangia la mia carne, beve il mio sangue rimane in me e io in luiยป. Fino ad allora se n’erano sentite di tutti i colori in questioni d’amore. Mai, perรฒ, tra amanti s’era giunti che uno dicesse all’altro: โ€œMangiami, masticami!โ€ per dirgli quanto grande fosse l’amore accarezzato. Qui, dove mai nessun uomo o donna si era esposto, Cristo si fece apripista di una nuova misura d’amore. Mangiare รจ incorporare un territorio: per chi s’accosta all’Eucaristia, mangiare รจ incorporare Cristo, coi suoi misteri folli e bambini. Se il mondo รจ tutto un mangia-mangia, l’invito di Cristo รจ quello d’essere mangiato dagli amici.

Che non abbiano piรน fame – ยซChi mangia di questo pane vivrร  in eternoยป (cfr Gv 6,51-58) -, รจ questa la preoccupazione dell’Amore prima di lasciare gli amici da soli a guadagnarsi la giornata: che non abbiano a patire la fame, che non tornino a casa dicendo che non ha dato loro da mangiare. Una pagnotta strana l’Eucaristia: ยซE’ un segno ciรฒ che appare โ€“ recita la sequenza nel giorno del Corpus Domini -: nasconde nel mistero realtร  sublimiยป. Ricevuta, non si consuma mai: quell’avanzo di pane azzimo รจ Cristo in carne ed ossa. La quale cosa รจ buffa, anche assai bizzarra: per mesi ci siamo lamentati di non poterci accostare all’Eucaristia senza ricordare che, presa nel giorno della prima comunione, quell’Ostia non s’รจ mai usurata. Andavamo alla disperata ricerca di un tabernacolo dal quale prendere Dio e ci siamo scordati che quel tabernacolo eravamo noi, tabernacoli ambulanti in cerca di un Dio che giร  possediamo.

Il cristiano, dunque, lo riconosci da cosa mangia: ยซUno non puรฒ pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato beneยป (V. Woolf). In fatto d’amore, Cristo non teme paragoni: non s’รจ mai spogliato del tutto, la sua nuditร  รจ una conquista lenta. Pur possedendone completamente il corpo, capita a tutti di conoscerlo appena-appena, sempre piรน lentamente di come si vorrebbe fare. Mostrarsi troppo nudi รจ autorizzare l’altro a giocare, o a fare del male: la nuditร  di Dio รจ un dono, una grazia. Eccola: ยซIl corpo di Cristoยป (Amen. Grazie!) Nella mia infanzia, cosรฌ semplice d’apparirmi di una solaritร  spaventosa, ricordo che la scelta del menรน prevedeva solamente due opzioni: prendere o lasciare. Imparai lรฌ, seduto coi piedi sotto la tavola, che con certi amori son soltanto due le scelte possibili: prendere o lasciare. Anche Cristo, la Carne da mangiare, si sottopone alla dura legge della nonna: โ€œO mangi quello che ti ho preparato, oppure salti la cenaโ€. Non era ferocia, era l’amore di chi voleva che i bimbi mangiassero bene. Per poi un giorno mangiare (da) Dio: e non aver piรน fame per tutti i giorni.

Commento a cura di don Marco Pozza

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(Qui tutti i precedenti commenti al Vangelo di don Marco)

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