Finalmente la sete di sangue che pervade il nostro cuore giunge a compimento. Chi ha voluto la morte per mantenere il possesso del proprio potere e si mostra preoccupato di salvare le apparenze della festa durante la quale non รจ bene che dei cadaveri rimangano esposti, viene alla luce. Non รจ bene vedere i cadaveri per non rovinare la festa, mentre non cโรจ problema nellโavere prodotto dei cadaveri per la nostra sete di sangue coperta dalle piรน belle intenzioni. ร giusta la morte data per difendere le nostre cose, รจ bene che prima pensiamo a noi e poi agli altri, รจ bene che difendiamo le nostre coste non guardando i cadaveri che galleggiano e, magari, pregando per loro col rosario in mano. Diamine, salviamo almeno le apparenze.
Quando le cose, cosa che avviene continuamente, hanno piรน valore delle persone, i bisogni delle cose diventano presto o tardi bisogno di sangue. Fino a che il nostro concetto di libertร รจ moltiplicazione e soddisfazione di bisogni sempre piรน numerosi e piรน grandi, la nostra umanitร sarร sempre stravolta ingenerando in noi una moltitudine di insensati e stupidi bisogni scambiati per desideri, di insulse abitudini e fantasie: non ci rimane che vivere per lโinvidia. Le cose e lโubriacatura ingenerata dalle stesse, lascerร ben presto unโubriacatura, un bisogno di sangue ben velato da un bisogno di giustizia dove io e le mie cose valgo piรน di ogni vita e di ogni persona che non sia mia o dei miei.
Credo proprio che sia tempo di ritornare col cuore allโobbedienza a Dio che รจ Padre. ร tempo di digiuno dalla moltiplicazione inutile di cose cercando il meno, la demoltiplicazione, e lasciando il piรน: la moltiplicazione disumanizzante che chiede ferocemente sangue. Abbiamo bisogno di ritornare alla preghiera come gesto primo di amore verso il Padre e i fratelli.
Gesรน lascia tutto, lascia la vita, lascia questo mondo, spossessato di tutto, anche della madre, alla fine. Di fronte a Lui vi sono i nemici, accanto a Lui stanno gli amici. Quattro donne, tra cui la madre, e il discepolo amato.
Gesรน pensa alla madre che sta perdendo Lui, Colui che lei ama. Pensa al discepolo che perde Colui che lo ama. Sa che รจ giunta lโora di lasciare entrambe e, con la sua capacitร di lasciare, crea un ponte. Colui che รจ amato da Lui รจ dato come figlio amato dalla madre che amava Cristo. La madre vien data al discepolo come colei che ama. Per questo dร alla madre il discepolo come figlio amato e dร al discepolo come madre la propria madre che ama.
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Il discepolo rappresenta tutti noi che diventiamo fratelli di Gesรน, figli dello stesso Padre.
Cosรฌ la morte non diventa separazione estrema, non diventa perdita o solo perdita, diventa consegna, diventa comunione piena. Il consegnare e il lasciare invece del prendere e del moltiplicare i nostri bisogni, diventa un digiuno dalle cose che ci porta ad avere di nuovo fame del Pane vero disceso dal cielo, ad avere fame di vita e di umanitร , riaprendo in tal modo la via alla gioia.
Ai piedi della croce, in una situazione che noi riteniamo disperata e cosa da evitare chiudendoci nelle false sicurezze dei nostri cenacoli di cose inutili e disumanizzanti, cโรจ lโincontro tra amore amante e amore amato: piรน bello di cosรฌ! Lโamore amato e lโamore amante, la madre e il discepolo, diventano motivo di continuazione della vita del Figlio in noi e per noi. Viene superata anche la barriera della morte vivendo la vita vera che รจ obbedienza al Padre vivendo da figli, che รจ digiuno dalla distruzione del mondo con la moltiplicazione di cose e bisogni, con la vita di preghiera che รจ fare allโamore con Dio e coi fratelli, in un abbraccio vitale che tutto comprende e non ha bisogno di escludere nessuno, non necessita piรน di indifferenza, non ha bisogno di bere il sangue di nessuno per essere vivo e in vita.
ร il tempo oggi in cui tutto รจ compiuto perchรฉ nasce finalmente oggi sulla terra ciรฒ che da sempre cโรจ in Dio.
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
FONTE: Scuola Apostolica
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