
Soffermerei allora lโattenzione, in questa mia riflessione, sul percorso di โ guarigione โ del cieco, che lo porta, a mano a mano, ad acquistare la piena libertร interiore.
Il tutto per poi confrontare il suo โ percorso evolutivo โ con quello โ statico โ degli altri personaggi del racconto.
โ Uomo โ, โ Profeta โ, โ Signore โ sono le tre parole che scandiscono il cammino del cieco.
Quando viene interrogato per la prima volta e gli viene chiesto chi gli avesse ridato la vista risponde: โ Lโ uomo che si chiama Gesuโ โ.
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Eโ la prima tappa: Gesuโ viene considerato un โ bravโ uomo โ.
Quando, poi, i farisei, dopo una disputa tra loro, gli chiedono: โ Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi? โ, risponde: โ ร un profeta โ.
Eโ la seconda tappa: Gesuโ non รจ piรน solo un uomo ma un profeta, un uomo di Dio, etimologicamente un โ uomo che parla per/al posto di Dio โ.
Quando, infine, dopo essere stato cacciato dai farisei, รจ Gesuโ stesso a rivelargli di essere โ il Figlio dellโuomo โ e a porgli la domanda: โ Tu credi nel Figlio dellโuomo? โ, egli risponde: โ Credo, Signore โ.
Eโ la terza tappa: Crede in Gesuโ ed ha riconosciuto in lui il Signore della sua vita, il suo Salvatore.
Il percorso รจ concluso.
Eโ un uomo completamente libero interiormente.
Il percorso del cieco รจ quello della โ guarigione del cuore โ, che siamo chiamati a fare tutti noi.
Allโinizio sentiamo parlare di Gesuโ come di un uomo che ha fatto del bene.
La figura umana ci attrae, ci affascina, ci incuriosisce…ma non puรฒ la nostra fede fermarsi allโumano di Gesuโ in quanto, se cosiโ fosse, Cristo non sarebbe nulla piรน di tanti altri grandi uomini, filantropi, santi, che hanno attraversato la storia.
Il nostro percorso, pertanto, deve partire dallโuomo Gesuโ per poi riconoscere in lui un profeta, uno che โ parla per/al posto di Dio โ, che ci istruisce sul presente della nostra vita per darle un futuro di felicitร .
Riconoscere in lui un profeta giร ci rende fortemente liberi, capaci di fare delle scelte forti, anche socialmente pericolose, cosiโ come fa il cieco che, interrogato dai farisei, quasi li irride ( โ volete forse diventare anche voi suoi discepoli? โ ) per poi inchiodarli dinanzi allโevidenza ( โ Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla โ ).
Qual รจ la conseguenza di questa libertร interiore?
Essere insultati ed emarginati ( โ I farisei gli replicarono : ยซSei nato tutto nei peccati e insegni a noi?ยป. E lo cacciarono fuori. ).
Dobbiamo pertanto essere consapevoli che il percorso di โ guarigione โ, che ci porta a non far piรน scelte di comodo, a non scendere a compromessi, ma a prendere posizioni nette, dettate dalla Parola, in tutte le situazioni della nostra vita, ci condurrร ad essere sbeffeggiati, insultati, quasi cacciati dal contesto sociale, schiacciato sul โ pensiero unico โ che non accetta i profeti, cioรจ coloro che sono liberi, e, quindi, pericolosi per il sistema.
Riconoscere Gesuโ come profeta รจ quindi un passo importantissimo ma…manca ancora un ulteriore step.
Riconoscere che lui รจ il Signore della nostra vita, il nostro Salvatore, non solo colui che โ parla al posto di Dio โ ma Dio stesso.
Solo se facciamo questo ulteriore passo non ci peseranno gli insulti, gli isolamenti, le minacce che ci arriveranno dal mondo, perchรฉ saremo consapevoli che, adempiendo al comandamento nuovo che lui ci ha potato con la sua venuta ( โ Credi in me โ ), non dobbiamo temere nulla perchรฉ lui รจ con noi.
โ Non temere โ.
Questโespressione รจ ripetuta nella Bibbia 365 volteโฆ.รจ come se il Signore, ogni giorno dei 365 di cui si compone lโanno, ci fosse vicino e ci ricordasse di non aver paura perchรฉ lui รจ con noi.
Questo รจ il cammino interiore che auspico a me e a tutti quanti voi.
Mi/vi auguro sempre un cammino, perchรฉ, se ci si ferma, ci si trasforma in uno degli altri personaggi che incontriamo nel Vangelo di oggi.
La gente.
La gente non fa un passo, รจ nella completa stasi interiore, รจ distratta, assente, indifferente, talmente presa dal suo vano fare che non si accorge delle meraviglie che le accadono intorno.
Coloro i quali erano โ vicini โ al cieco, dopo che il Signore lo ebbe guarito, non si accorsero neppure della guarigione, arrivando a dire che colui il quale ci vedeva non era il cieco ma uno che โ gli assomiglia โ.
E allora…attenzione a non essere come la gente, indifferente a tutto.
Se il nostro cuore vive nellโindifferenza, scuotiamoci e mettiamoci in cammino.
I genitori del cieco.
Neanche loro sono liberi. Hanno paura del potere, non vogliono compromettersi, esporsi, demandano ad altri, non assumono posizioni ( โ come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’etร , parlerร lui di sรฉ. Questo dissero i suoi genitori, perchรฉ avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano giร stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga โ ).
Se la paura, il compromesso, dominano la nostra vita, non possiamo proseguire nel percorso di guarigione.
I farisei
Sono i piรน schiavi di tutti.
La loro arroganza, la loro presunzione di essere i migliori, i depositari della veritร , li porta a non riconoscere lโevidenza, lโeffettuazione del miracolo da parte di Gesuโ.
E allora mettono in moto la โ macchina del fango โ: รจ un peccatore, ha fatto il miracolo di Sabato trasgredendo la legge.
Sono completamente morti dentro; le loro โ buone pratiche โ non li hanno minimamente resi umani e non riescono ad essere felici per lโuomo guarito, cercando solo pretesti per accusare Gesuโ.
Sono loro, in definitiva, i piรน ciechi di tutti, e Gesuโ prova a farglielo capire dicendo loro: โ Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane โ.
Sta dicendo cioรจ loro che se non riconoscono il loro peccato di presunzione ( โ Noi vediamo โ ) non potranno mai comprendere di essere bisognosi di perdono e di aver necessitร di iniziare un cammino di conversione.
E allora, per noi tutti, un esercizio finale.
Poniamoci due domande e proviamo, dopo aver meditato sul brano, a rispondervi:
-
in quale dei personaggi della parabola, nella nostra condizione attuale, ci riconosciamo di piรน ( la gente, i genitori del cieco, i farisei, il cieco )?
-
mi sento โ interiormente libero โ ?
Buona Domenica e…buona meditazione a tutti.
Vangelo di oggi, in continuitร con quello di ieri, ci consente di comprendere pienamente quali siano gli atteggiamenti e il modo di pensare dellโuomo religioso rispetto allโuomo di fede.
Gesuโ pone in parallelo la preghiera del fariseo e quella del pubblicano.
Ora, noi lettori della Parola sappiamo tutti che i farisei erano i โ buoni โ, coloro i quali โ osservavano tutte le regole โ, โ pregavano durante tutta la giornata โ e adempivano ai loro doveri civili, pagando โ le decime โ di quello che possedevano.
I pubblicani, invece, erano i โ cattivi โ, coloro i quali riscuotevano le tasse per lโoppressore romano…facendoci pure la cresta sopra!!!
Puoโ mai essere che รจ il โ pubblicano โ ad essere giustificato e non il โ fariseo โ?
Sembra un assurdo.
E, invece, la risposta a questo paradosso nasce dalla prima frase del Vangelo di oggi, in cui leggesi che il Signore dice questa parabola โ per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri โ.
Ecco il problema del fariseo: ha lโintima presunzione di essere giusto.
Intimo significa profondo, radicato, interno.
E cosโ รจ la cosa piรน intima?
Il cuore.
Il cuore del fariseo รจ quindi pieno di presunzione, dalla quale nascono โ il disprezzo degli altri โ e โ lโesaltazione del proprio io โ, che lo inducono a โ ringraziare โ il Signore non dei doni ricevuti ma per โ non essere come gli altri uomini e nemmeno come il pubblicano โ.
Ecco quali sono le conseguenze dellโessere un uomo religioso: si seguono le norme, le regole, e, soprattutto, si prega non perchรฉ si comprende che in questo modo si crea una relazione con il Padre celeste, da cui nasce lโassunzione del suo agire, connotato da amore e misericordia, ma per sentirsi โ bello โ, โ pulito โ, โ meritevole โ dinanzi a lui.
In questo modo, perรฒ, si finisce per perdere completamente di vista lโessenziale, per sprecare la propria vita e per sentirsi dire, al momento del giudizio finale: โ Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli โ ( Mt, 25,41 ).
Il pubblicano, diversamente dal fariseo, assume un atteggiamento di umiltร .
Sa di aver commesso molti peccati, tanto รจ vero che si ferma โ lontano โ dal tempio e โ non osava neppure alzare gli occhi verso il cielo โ ( il fariseo arriva fino al tempio e stava diritto ), riconosce il proprio niente e si scioglie recitando la famosissima preghiera del cuore: โ O Dio, abbi pietร di me, peccatore โ.
Il pubblicano, rispetto al fariseo, non รจ pieno di se e, quindi, affida il suo niente a Dio, conscio che lโunica cosa che puรฒ fare รจ chiedere pietร per i suoi errori.
E questo atteggiamento di umiltร lo porterร ad essere giustificato.
E a me, a te, a noi, cosa mi/ci dice questa parabola?
Interroga il tuo cuore, รจ liโ la tua veritร .
Se riconosci la tua miseria, i tuoi tanti peccati, bene, pentiti, portali a Dio, impegnati a non ripeterli e, stai certo, lui avrร pietร di te e โ sarai giustificato โ.
Se, invece, sei pieno di te, ti ritieni giusto, fermati, fai un esame di coscienza e prendi atto che anche tu sei un peccatore bisognevole, come tutti, di perdono.
Torna in te e chiedi a Dio โ abbi pietร di me โ.
E allora anche tu sarai giustificato, perchรฉ il Signore sta aspettando il tuo ritorno, sta aspettando che tu lo conosca intimamente e che lo ami nei fratelli.
Il tutto come ci dicono le meravigliose parole della prima lettura di oggi, tratta dal libro del profeta Osea, un cui stralcio vi lascio come ristoro del cuore per questa giornata: โ Venite, ritorniamo al Signore:โฆ…Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta รจ sicura come l’aurora..poichรฉ voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio piรน degli olocร usti โ.
