p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 30 Dicembre 2019

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Finalmente Gesรน, dopo essere stato circonciso, riceve il suo nome: Gesรน, vale a dire โ€œDio salva!โ€.ย  Mentre Gesรน riceve il suo nome, la sua vocazione, riceve anche lโ€™abbraccio di Simeone ed Anna. Due anziani che allungano le braccia. Quellโ€™allungo delle braccia per lโ€™abbraccio che รจ essenziale ai nostri giorni scarsi di abbracci viveri. I nostri anziani, mi piace di piรน chiamarli vecchi perchรฉ piรน reale, hanno le braccia per accogliere i nostri figli, i nostri bambini. Senza bimbi non cโ€™รจ vita nรฉ futuro, senza anziani non cโ€™รจ vita che si trasmette nellโ€™abbraccio di amore. Se vogliamo vita non possiamo smettere di generare, le macchine non ci potranno mai sostituire, pena la fine del genere umano.

Ma se vogliamo vita abbiamo bisogno anche di anziani che oggi non ci mancano ma che sembrano senza senso. Lโ€™importanza dei nonni per le famiglie dโ€™oggi รจ innegabile, ma non รจ tutto. Abbiamo bisogno anche di braccia che accolgano questa vita anche senza fare nulla. Il cuore dellโ€™anziano รจ un cuore che batte, a volte forse troppo nostalgico per noi, ma pieno di vita. Un cuore che batte di ricordi che possono diventare memoriale, messa vivente nelle loro braccia e nel loro ricordare con insistenza il passato. In fondo anche la messa รจ ripetitiva e rivร  al passato. Ciรฒ che fa la differenza รจ il ricordo che diventa memoriale, pieno di passione, di vita e di partecipazione. Lo stesso lo si puรฒ dire delle braccia e del ricordo persistente dellโ€™anziano: memoriale di dono e di amore dato per noi e per la nostra vita.

Simone e Anna, due anziani che simboleggiano lโ€™Antico Testamento, finalmente possono accogliere il dono desiderato da duemila anni. Dono che รจ compimento di ogni promessa di Dio e di ogni attesa dellโ€™uomo.

Se a Natale รจ stato accolto dagli esclusi del popolo, dai pastori, dagli umili, oggi viene accolto da due persone pie. I pastori erano molti, le persone pie due, figura del resto di Israele, del lievito della comunitร  cristiana, del sale dei discepoli di Gesรน: poca roba ma lievitante e salante, consistente di vita che si disperde nel mondo. Simeone, abbiamo visto ieri, lancia sul mondo il bel canto di lode che canta la sua fine perchรฉ ha raggiunto il suo fine: bellissimo, umanamente cristiano. Oggi incontriamo Anna, figlia di Fanuele, della tribรน di Aser. Anna significa โ€œgrazia di Dioโ€; Fanuele evidenzia, nel suo significato, il โ€œvolto di Dioโ€; Aser significa โ€œfelicitร  e fortunaโ€. Questa donna, piena di grazia ha per grazia la felicitร  e la fortuna di incontrare il volto di Dio. Questa donna che supera Mosรจ che non vede Jhaweh se non di spalle, rappresenta tutti noi chiamati a vedere il volto di Dio.

Anna, presumibilmente per quei tempi, si รจ sposata a 13 anni, ha dunque vissuto la sua vita da 64 anni come vedova. Lei ci rappresenta, noi umanitร  vedova di Dio, gente senza sposo, senza la sua parte completante. Dio, lโ€™altra parte dellโ€™uomo, lei ha la fortuna di vederlo faccia a faccia e di gioire. Lei gioisce al solo vederlo, non osa toccarlo, ma lo loda e ne parla a tutti.

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Anna รจ il nostro futuro, รจ il nostro incontro finale col Padre, รจ il completamento del Testamento di Dio per lโ€™umanitร . Lโ€™incontro finale del Dio con noi con lโ€™umanitร , รจ giร  predetto e concretato in questa donna. Non so cosa pensava la gente a vedere questa donna anziana che gironzolava per il tempio. Magari andava anche in parti del tempio dove le donne non potevano, non lo so. Ma di certo, se a lei lasciavano questa libertร , la lasciavano come la si lascia un poโ€™ agli โ€œstupiditiโ€. Il pazzo, il fuori di testa, nei popoli antichi รจ sempre stato rispettato perchรฉ creduto presenza di Dio. Forse Anna era ritenuta alla stessa stregua. Lei ora รจ incarnazione del Dio con noi. Quel Dio con noi che lei annuncia a tutti coloro che incontra. Lei vive le nozze con Dio, quelle nozze che si erano interrotte piรน di 60 anni prima e che ora, a ottantaquattro anni, vengono rinverdite. Finalmente puรฒ celebrare Dio, lei che fino ad allora digiunava con suppliche, notte e giorno nel tempio, non allontanandosi mai da lรฌ.

Lei celebra Dio, lo celebra perchรฉ lo incontra, lo celebra come premessa per tutti noi. Guardando il volto di Dio lo adora, lo bacia, celebra la sua messa per il mondo. Dio, finalmente, in quellโ€™ora sperduta della vita di questa anziana, si rivela e viene celebrato. Forse per noi รจ una un poโ€™ fuori di testa, vecchietta a cui non dare molta attenzione, anziana a cui lasciare sgranocchiare le sue orazioni e i suoi rosari. Per Dio no: per Dio lei รจ la sintesi di ciรฒ che sta avvenendo per lโ€™umanitร  chiamata a contemplare il volto di Dio e ad adorare cantando la bellezza interiore e vitale di questo incontro.

Se la smettessimo di pensare ai nostri anziani solo come ad una risorsa o ad un costo, forse qualcosa ritorneremmo a capire, forse ritorneremmo ad essere capaci di cogliere in loro il dono della vita, la grazia della passione per la vita. Non rendono ma sono una resa vitale per tutti noi. Cosรฌ Anna, in quellโ€™ora chiede che ora la Luce รจ giunta grazie a quel bambino, cosรฌ che il riscatto e la liberazione possano attuarsi. Questo Bambino, ci testimonia la vecchietta Anna, รจ liberazione per tutti.

Fonte

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI


Anna parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 2, 36-40 [Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore.] C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuรจle, della tribรน di Aser. Era molto avanzata in etร , aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro cittร  di Nร zaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Parola del Signore

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