Il commento al Vangelo di domenica 17 Novembre 2019, a cura di don Mauro
Sono i fedeli a render vivo un tempio, senza fede è solo una rovina.
IL DIO DEI VIVI
Ai tempi di Gesù il giudaismo si esprimeva secondo quattro grandi correnti: gli Esseni che vivevano nel deserto in una comunità autarchica e separata; gli Zeloti che volevano ritornare ad essere un regno autonomo con la lotta armata contro i romani; i Farisei, il cui pensiero è la radice dell’ebraismo moderno; ed infine i Sadducei, che erano legati alle tradizioni più antiche e che dunque negavano la resurrezione, anche se ritenevano che l’anima sopravvivesse al corpo.
La provocazione di questi ultimi ci permette di gettare uno sguardo sull’aldilà. La tentazione più frequente degli increduli è di immaginare la vita oltre la morte come se fosse del tutto simile a quella che viviamo ora. Anche questi sadducei non fanno eccezione e pensano che pure in paradiso ci si sposi. Se fosse così allora bisognerebbe mantenere la famiglia, andare a lavorare, sopportare il capoufficio. Per l’eternità? No grazie!
Questo è il loro ragionamento, e non fa una piega. L’errore sta nel valutare la realtà spirituale con le categorie umane. Il divino non ha niente a che fare con ciò che è terreno ed è quello che Gesù vuol far capire ai suoi interlocutori. Il nostro destino non è rimanere semplici uomini, ma diventare figli di Dio. San Giovanni, nella sua prima lettera, dice molto esplicitamente: saremo simili a Lui perché lo vedremo così come egli è. Essere degni dell’altro mondo significa dunque essere divinizzati. Saremo uguali agli angeli, esseri spirituali, che non hanno un corpo mortale come noi.
Il corpo in sé non è un aspetto negativo della nostra esistenza visto che è destinato alla resurrezione, cioè ad essere glorificato, ma finché siamo in vita, è soggetto alle conseguenze del peccato originale, cioè alla fatica, al dolore e alla morte. Come tutto il resto della creazione, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo, dice San Paolo (Rm 8,22). Ecco la fondamentale differenza, dopo la resurrezione non saremo più gli stessi, saremo figli di Dio.
L’altro mondo non è un luogo, un posto fatto di nuvolette, è l’incontro con l’Amore che finalmente sazia il nostro cuore. L’Apocalisse (21, 3-4) descrive in modo meraviglioso il paradiso: Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il “Dio-con-loro”. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate.
Non è possibile concepire tutto questo se pensiamo al nostro futuro eterno come ad una vita simile a quella attuale.
Letture della
XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Sorgerà per voi il sole di giustizia.
Dal libro del profeta Malachìa
Ml 3,19-20a
Ecco: sta per venire il giorno rovente come un forno.
Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio.
Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 97 (98)
R. Il Signore giudicherà il mondo con giustizia.
Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore. R.
Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra. R.
Giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine. R.
Seconda Lettura
Chi non vuole lavorare, neppure mangi.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
2 Ts 3,7-2
Fratelli, sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi.
Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi.
Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità.
Parola di Dio
Vangelo
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21,5-19
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Parola del Signore