Commento al Vangelo di domenica 17 Novembre 2019 – Enzo Bianchi

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Il tempo della fine

Enzo Bianchi

Lโ€™anno liturgico volge al suo termine e il nostro cammino riprenderร  con il tempo di Avvento, inizio di un nuovo anno. Eccoci dunque in contemplazione delle realtร  ultime, alle quali tende la nostra attesa: il Signore Gesรน apparirร  nella gloria come il Veniente. รˆ Gesรน stesso che sul finire dei suoi giorni terreni prima della sua passione e morte, mentre si trova a Gerusalemme per la celebrazione della Pasqua, di fronte al tempio, stimolato da una domanda dei suoi discepoli delinea โ€œil giorno del Signoreโ€ (jom โ€™Adonaj) quale giorno della sua venuta.

Il tempio di Gerusalemme, la cui ricostruzione da parte di Erode era iniziata circa cinquantโ€™anni prima, appariva come una costruzione sontuosa, che impressionava chi giungeva a Gerusalemme. Essa non era come le altre cittร  capitali: era โ€œla cittร  del gran Reโ€ (Sal 48,3; Mt 5,35), il Signore stesso, meta dei giudei residenti in Palestina o provenienti dalla diaspora (da Babilonia a Roma), la cittร  sede (luogo, maqom) della Shekinah, della Presenza di Dio. Il tempio nel suo splendore ne era il segno per eccellenza, tanto che si diceva: โ€œChi non ha visto Gerusalemme, la splendente, non ha visto la bellezza. Chi non ha visto la dimora (il Santo), non ha visto la magnificenzaโ€.

Anche i discepoli di Gesรน nella valle del Cedron, di fronte a Gerusalemme, o sul monte degli Ulivi erano spinti allโ€™ammirazione. Ma Gesรน risponde: โ€œVerranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarร  lasciata pietra su pietra che non sarร  distruttaโ€, parole che per i giudei suonavano come una bestemmia, al punto che saranno uno dei capi di accusa contro Gesรน nel processo davanti al sinedrio (cf. Mc 14,58; Mt 26,61). Gesรน non vuole negare la bellezza del tempio, nรฉ decretarne la distruzione, ma vuole avvertire i discepoli: il tempio, sebbene sia casa di Dio, sebbene sia una costruzione imponente, non deve essere oggetto di fede nรฉ inteso come una garanzia, una sicurezza. Purtroppo, infatti, il tempio di Gerusalemme era diventato destinatario della fede da parte di molti contemporanei di Gesรน: non al Dio vivente ma al tempio andava il loro servizio, e la loro fede-fiducia non era piรน indirizzata al Signore, ma alla sua casa, lร  dove risiedeva la sua Presenzaโ€ฆ

Gesรน, del resto, non fa altro che ammonire il popolo dei credenti, come aveva fatto secoli prima il profeta Geremia: โ€œNon basta ripetere: โ€˜Tempio del Signore, tempio del Signore, tempio del Signore!โ€™, e pensare che esso possa salvare, ma occorre vivere secondo la volontร  di Dio, praticare la giustiziaโ€(cf. Ger 7,1-15). Piรน in generale, le parole di Gesรน erano fedeli allโ€™annuncio dei profeti, che piรน volte avevano ammonito i credenti, mettendoli in guardia dal rischio di trasformare uno strumento per la comunione con Dio in un inciampo, un luogo idolatrico, una falsa garanzia di salvezza. E Gesรน con il suo sguardo profetico vede che il tempio andrร  in rovina, sarร  distrutto, non sarร  capace di dare salvezza a Israele.

Di fronte a questo annuncio del loro Maestro, i discepoli hanno una reazione di curiositร : โ€œQuando accadrร  questo? Ci sarร  un segno premonitore?โ€. A questi interrogativi Gesรน non risponde puntualmente, non formula predizioni, ma piuttosto avverte i discepoli su come รจ necessario prepararsi per โ€œquel giornoโ€ che viene. Nessuna data, nessuna risposta precisa alle febbri apocalittiche sempre presenti nella storia, tra i credenti, nessuna immagine terroristica come segno, ma delle indicazioni affinchรฉ i credenti vadano in profonditร , leggano i segni dei tempi e vivano con vigilanza il proprio oggi, mai dimenticando, ma al contrario conservando la memoria della promessa del Signore e attendendo che tutto si compia. Gli ultimi tempi sono i tempi dellโ€™allenamento al discernimento, a quellโ€™esercizio attraverso il quale si puรฒ giungere a โ€œvedere con chiarezzaโ€, a distinguere ciรฒ che รจ bene e ciรฒ che รจ male e si possono trovare le ragioni per la decisione, per la scelta della vita e il rigetto della morte.

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Il primo avvertimento di Gesรน รจ una messa in guardia di fronte a quelli che si presentano come detentori del Nome di Dio: โ€œEgรณ eimi, Io sonoโ€. Tale pretesa coincide con lโ€™arrogarsi una centralitร , un primato e unโ€™autoritร  che appartengono solo al Signore. Mai il credente discepolo di Gesรน puรฒ affermare: โ€œIo sonoโ€, ma piuttosto deve sempre proclamare: โ€œIo non sonoโ€ (cf. Gv 1,20-21) e fare segno, indicare il Cristo Signore (cf. Gv 1,23-36). Purtroppo gli umani cercano sempre un idolo in cui mettere fede, una sorta di tempio che li garantisca e โ€“ come insegna tristemente la storia โ€“ finiscono per trovarlo o in persone che vengono nel nome di Gesรน ma in realtร  sono contro di lui, o in istituzioni umane: istituzioni liturgiche, teologiche, giuridiche, politiche, che magari si proclamano volute da Cristo stesso, mentre in realtร  sono scandalo e contraddizione alla fede autentica! Gesรน avverte: โ€œNon andate dietro (opรญso) a loroโ€, perchรฉ lโ€™unica sequela รจ quella indicata da Gesรน stesso e testimoniata dal Vangelo, la sequela dietro a lui, lโ€™unico maestro, lโ€™unica guida (cf. Mt 23,8.10). Senza dimenticare che quando Luca, verso lโ€™80 d.C., mette per iscritto queste parole di Gesรน, conosce quante volte falsi profeti e impostori si sono presentati al popolo (cf. At 5,36-37; 21,38).

I cristiani, inoltre, devono saper distinguere la parousรญa, la venuta finale, accompagnata da eventi che mettono fine a questo mondo, da avvenimenti sempre presenti nella storia: guerre, rivoluzioni, terremoti, carestie, cadute di cittร , tra cui la stessa Gerusalemmeโ€ฆ Oltre a ciรฒ, vanno messe in conto le violente persecuzioni che i discepoli di Gesรน conosceranno fin dai primi giorni della vita della chiesa (cf. At 4,1-31). Come Gesรน รจ stato perseguitato fino alla morte, cosรฌ pure avverrร  per i suoi discepoli e le sue discepole, perchรฉ le autoritร  religiose non possono accogliere la buona notizia del Vangelo, la fine dellโ€™economia del tempio, la fine del primato della Legge e del vincolo della discendenza giudaica; e le autoritร  politiche non possono sopportare la giustizia vissuta e predicata da Gesรน! Ma cosa sono le persecuzioni se non unโ€™occasione di rendere testimonianza a Cristo? Il discepolo lo sa: guai se tutti dicono bene di lui (cf. Lc 6,26), ma beato quando lo si insulterร , lo si accuserร  e lo si calunnierร  dicendo ogni male di lui, solo perchรฉ egli rende eloquente nella sua vita il Nome di Cristo (cf. Lc 6,22; Mt 5,11).

E questo non accadrร  solo nellโ€™ordinarietร  dei giorni, ma ci saranno anche dei tempi e dei luoghi in cui i cristiani saranno arrestati e condotti a giudizio davanti alle autoritร  religiose, gettati in prigione e trascinati davanti ai governanti e ai potenti di questo mondo, quelli che esercitano il potere e opprimono i popoli, ma si fanno chiamare benefattori (cf. Lc 22,25). Lโ€™ora della fine certamente ha il potere di incutere paura, ma questa non deve diventare inibizione per il cristiano, non deve diventare terrore o confusione, bensรฌ occasione per ritemprare la fiducia in Dio e la speranza nel suo Regno: la nostra sola paura dovrebbe essere quella di perdere la fede!

Ma il discepolo sa che nulla potrร  separarlo dallโ€™amore di Cristo, nรฉ la persecuzione, nรฉ la prigione, nรฉ la morte (cf. Rm 8,35). Anzi, Gesรน gli assicura che nellโ€™ora del processo gli saranno date parola e sapienza per resistere ai persecutori, che non potranno contraddirlo. In ogni avversitร , anche da parte di parenti, familiari e amici, il cristiano non deve temere nulla. Deve solo continuare a confidare nel Signore Gesรน, accogliendo la sua promessa: โ€œCon la vostra perseveranza salverete la vostra vitaโ€. Ecco la virtรน cristiana per eccellenza, lโ€™hypomonรฉ, la perseveranza-pazienza: รจ la capacitร  di non disperare, di non lasciarsi abbattere nelle tribolazioni e nelle difficoltร , di rimanere e durare nel tempo, che diviene anche capacitร  di sup-portare gli altri, di sopportarli e di sostenerli. La vita cristiana, infatti, non รจ lโ€™esperienza di un momento o di una stagione della vita, ma abbraccia lโ€™intera esistenza, รจ โ€œperseveranza fino alla fineโ€ (cf. Mt 10,22; 24,13), continuando a vivere nellโ€™amore โ€œfino alla fineโ€, sullโ€™esempio di Gesรน (Gv 13,1). Ecco perchรฉ questa pagina evangelica non parla della fine del mondo, ma del nostro qui e ora, del tempo che precede la fine: la nostra vita quotidiana รจ il tempo della difficile eppure beata (cf. Gc 5,11) e salvifica perseveranza.

Qui tutti i precedenti commenti al Vangelo della domenica

Fonte: Monastero di bose

Letture della
XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ ANNO C

Prima Lettura

Sorgerร  per voi il sole di giustizia.

Dal libro del profeta Malachรฌa
Ml 3,19-20a

ย 
Ecco: sta per venire il giorno rovente come un forno.
ย 
Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerร  โ€“ dice il Signore degli eserciti โ€“ fino a non lasciar loro nรฉ radice nรฉ germoglio.
ย 
Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerร  con raggi benefici il sole di giustizia.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 97 (98)
R. Il Signore giudicherร  il mondo con giustizia.

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore. R.
ย 
Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra. R.
ย 
Giudicherร  il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine. R.

Seconda Lettura

Chi non vuole lavorare, neppure mangi.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicรฉsi
2 Ts 3,7-2

ย 
Fratelli, sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, nรฉ abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi.
ย 
Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi.
ย 
Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel Signore Gesรน Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillitร .

Parola di Dio

Vangelo

Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21,5-19

ย 
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesรน disse: ยซVerranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarร  lasciata pietra su pietra che non sarร  distruttaยป.
ย 
Gli domandarono: ยซMaestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarร  il segno, quando esse staranno per accadere?ยป. Rispose: ยซBadate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: โ€œSono ioโ€, e: โ€œIl tempo รจ vicinoโ€. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perchรฉ prima devono avvenire queste cose, ma non รจ subito la fineยป.
ย 
Poi diceva loro: ยซSi solleverร  nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
ย 
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darรฒ parola e sapienza, cosicchรฉ tutti i vostri avversari non potranno resistere nรฉ controbattere.
ย 
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrร  perduto.
ย 
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vitaยป.

Parola del Signore

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