Pazienza e perseveranza

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E veniamo a quell’energia dello Spirito costituita dalla lotta, alla quale ci si dedica impugnando la spada dello Spirito e la forza della gloria di Dio. All’interno di questa lotta si colloca la più importante virtù cristiana, che è la pazienza. La mirabile hypomone evangelica non ha nulla a che vedere con analoghe virtù stoiche o con particolari atteggiamenti o forme di resistenza propri del paganesimo.

«Anche noi non cessiamo di pregare per voi… perché possiate piacere in tutto al Signore, rafforzandovi con ogni energia secondo la potenza della sua gloria, per poter essere forti e pazienti in tutto» (Col 1,9-11), dice Paolo ai cristiani di Colossi. Questa forza di Dio, che è la forza dello Spirito, è il tratto peculiare dei cristiani. Chi dipende totalmente dalla Parola porterà il frutto della Parola nell’hypomone, «nella pazienza», come ricorda Luca.

Un tale uomo trattiene e (nel senso più forte del termine) custodisce la Parola. Egli si stringe a essa contro ogni speranza e al di là di ogni speranza, tutto proteso in avanti nell’attesa, lacerato dal desiderio e tuttavia sempre sostenuto da un grande senso di fiducia. Tutte queste cose sono contenute in un detto che, con ogni probabilità, fa parte degli ipsissima verba Iesu: «In patientia vestra possidebitis animas vestras», «Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime» (Lc 21,19).

In greco e in latino è una frase che risuona in modo abbastanza enigmatico. Se però cerchiamo di farne la retroversione aramaica, penso che il significato che ne emerge sia il seguente: «Nella pazienza voi assumerete i vostri veri volti», cioè» sarete pienamente voi stessi». La vera personalità cristiana di ciascuno di noi si realizza attraverso la pazienza, la perseveranza nella lotta.

Tratto da A. Louf, La vita spirituale, Edizioni Qiqajon – Comunità di Bose, Magnano (Biella), 2001, pp. 9-20