Il commento alle letture del 8 Novembre 2019 a cura diย Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dellโArcidiocesi di CatanzaroโSquillace (CZ).
Tu quanto devi al mio padrone?
Rm 15,14-21; Sal 97; Lc 16,1-8
Dio ha creato il presente dellโuomo, ha posto perรฒ il futuro, sia quello nel tempo che quello eterno non nelle sue mani, nella sua volontร , nelle sue scelte, ma nellโascolto della sua voce, nellโobbedienza alla sua volontร . Ascolti Dio? Il tuo futuro รจ nella vita. Non ascolti Dio? Il tuo futuro รจ nella morte. Obbedisci? Vivi. Disobbedisci? Muori.
Il Signore Dio diede questo comando allโuomo: ยซTu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dellโalbero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perchรฉ, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morireยป (Gen 2,16-17).
Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male. Oggi, perciรฒ, io ti comando di amare il Signore, tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perchรฉ tu viva e ti moltiplichi e il Signore, tuo Dio, ti benedica nella terra in cui tu stai per entrare per prenderne possesso. Ma se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dรจi e a servirli, oggi io vi dichiaro che certo perirete, che non avrete vita lunga nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso, attraversando il Giordano. Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione. Scegli dunque la vita, perchรฉ viva tu e la tua discendenza, amando il Signore, tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poichรฉ รจ lui la tua vita e la tua longevitร , per poter cosรฌ abitare nel paese che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbeยป (Dt 20,15-20).
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Il Signore creรฒ lโuomo dalla terra e ad essa di nuovo lo fece tornare. Egli assegnรฒ loro giorni contati e un tempo definito, dando loro potere su quanto essa contiene. Li rivestรฌ di una forza pari alla sua e a sua immagine li formรฒ. In ogni vivente infuse il timore dellโuomo, perchรฉ dominasse sulle bestie e sugli uccelli. Ricevettero lโuso delle cinque opere del Signore, come sesta fu concessa loro in dono la ragione e come settima la parola, interprete delle sue opere. Discernimento, lingua, occhi, orecchi e cuore diede loro per pensare. Li riempรฌ di scienza e dโintelligenza e mostrรฒ loro sia il bene che il male. Pose il timore di sรฉ nei loro cuori, per mostrare loro la grandezza delle sue opere, e permise loro di gloriarsi nei secoli delle sue meraviglie. Loderanno il suo santo nome per narrare la grandezza delle sue opere. Pose davanti a loro la scienza e diede loro in ereditร la legge della vita, affinchรฉ riconoscessero che sono mortali coloro che ora esistono. Stabilรฌ con loro unโalleanza eterna e fece loro conoscere i suoi decreti. I loro occhi videro la grandezza della sua gloria, i loro orecchi sentirono la sua voce maestosa. Disse loro: ยซGuardatevi da ogni ingiustizia!ยป e a ciascuno ordinรฒ di prendersi cura del prossimo (Sir 17,1-14).
Il futuro dellโuomo รจ dallโascolto della voce del suo Dio e dallโobbedienza ad ogni sua Parola. Vi sono i beni di questo mondo. A cosa essi servono? A prepararci con essi un futuro di benedizione sulla terra e un futuro di gioia eterna nel Paradiso. Come potrร avvenire questo? Facendo di essi uno strumento a servizio della fede, della speranza, della caritร . I beni non sono nostri, ma di Dio. Usiamo i beni di Dio per il nostro vero futuro di benedizione. ร saggezza ed รจ intelligenza. Lโamministratore disonesto usa i beni del padrone per procurarsi un buon futuro nel tempo. Gesรน ce lo offre come esempio di scaltrezza perchรฉ noi onestamente ci procuriamo un vero bene eterno. Non solo i beni sono di Dio, ma anche i frutti. Noi diamo i frutti in elemosina ed รจ il Paradiso.
Diceva anche ai discepoli: ยซUn uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamรฒ e gli disse: โChe cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perchรฉ non potrai piรน amministrareโ. Lโamministratore disse tra sรฉ: โChe cosa farรฒ, ora che il mio padrone mi toglie lโamministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farรฒ perchรฉ, quando sarรฒ stato allontanato dallโamministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa suaโ. Chiamรฒ uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: โTu quanto devi al mio padrone?โ. Quello rispose: โCento barili dโolioโ. Gli disse: โPrendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquantaโ. Poi disse a un altro: โTu quanto devi?โ. Rispose: โCento misure di granoโ. Gli disse: โPrendi la tua ricevuta e scrivi ottantaโ. Il padrone lodรฒ quellโamministratore disonesto, perchรฉ aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono piรน scaltri dei figli della luce.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci usare saggiamente ogni bene in vista del Cielo.
