Leggendo questo brano di Giovanni rischia di essere cosa naturale credere che il rapporto con Dio sia cosa magica. Credere alla Parola di Gesรน non รจ questione di lingua ma di vita. E credere che credendo in Lui noi siamo salvati non รจ cosa che riguarda la creduloneria politica dove sappiamo bene che i politici debbono fare delle promesse che poi non riusciranno a mantenere. Credere in Gesรน รจ salvezza perchรฉ credere รจ questione di passi piรน che di mente; รจ questione di mani che si danno da fare piรน che di sentimentalismo.
Credere in Gesรน significa entrare in un mistero di Luce dove i segni che condiscono la nostra esistenza prendono un colore e un senso di vita, tutto diverso da quello che gli diamo noi. ร quella Luce di sapienza divina che รจ stoltezza per noi uomini. ร quella sapienza che ci fa passare per fessi, come lo รจ passato Gesรน, ma che รจ un essere fessi bello, perchรฉ vitale, umanizzante. ร sapienza dire prima i nostri, secondo la nostra cultura malata di cose che non bastano mai. ร sapienza divina che umanizza i nostri rapporti dire โprima mio fratelloโ, coscienti che ogni uomo รจ mio fratello. Dire โprima i nostriโ significa mettere in cima alla scala valoriale nostra le cose che ci riempiono la vita rendendoci sempre piรน tristi. Dire โprima mio fratelloโ significa mettere al centro prioritario lโaltro come uomo e donna che รจ bello che possano vivere. Non interessa dove, interessa che possano vivere. Questa รจ sapienza del Padre che illumina le nostre scelte. A chi accoglie questa Luce รจ dato il potere di diventare figli di Dio, chi non accoglie questa Luce si autocondanna allโinfelicitร oggi, alla perdizione domani.
Il Dio di amore รจ Dio di amore che noi possiamo comprendere, se lo accogliamo, solo dopo la croce. La croce rivela la gloria di Dio, che รจ umanamente lโapice del nostro vivere. Questa vetta da scalare per la sua bellezza e non come dovere morale, รจ vetta che mi mostra il senso dei segni. Mi mostra che non possiamo scambiare lโamore con lโegoismo. Lโamore รจ prima il mio fratello, lโegoismo รจ prima i nostri. ร la differenza che passa tra vita e morte, tra morti viventi e vivi. Da questa diversitร essenziale di vita scaturisce il giudizio. Il giudizio รจ questo: se vuoi essere felice ascolta la chiamata ad abbandonare il tuo io per giocarti in quel noi che unico ci puรฒ portare al vertice della nostra umanitร . Se vuoi rovinarti la vita: prima io, poi ancora io, poi il mio cane e poi forse il mio vicino: piรน disumanizzante di cosรฌ!
Questo giudizio sul mondo รจ cosa che facciamo noi, non la compie Dio, tanto meno Dio Padre. Il giudizio รจ che noi giudichiamo Dio. Se andare in croce per amore, se donare la vita come la cosa piรน bella che ci sia a questo mondo, noi la giudichiamo cosa becera da tonti e bauchi, noi giudichiamo Dio come tonto e bauco. Il prima i nostri รจ un falsus merdis che condanna Dio il quale non disdegna di ritornare in croce per noi. Quella croce che diventa giudizio fatto da noi su Dio e sulla umanitร fraterna che Dio dice essere lโunica possibilitร di vita vera per ogni uomo. Giriamo col rosario in mano, andiamo da padre Pio, teniamo in mano la bibbia, diciamo di pregare, ma รจ tutta unโautocondanna che manifesta le gambe corte di questa bugia: sono io che uso Dio per i miei disumanizzanti interessi, anzichรฉ lasciarmi istruire dal suo abbraccio. Questa diventa la mia autocondanna perchรฉ mi tolgo ogni possibilitร di vita umana e di vita vera.
La salvezza per noi รจ solo una: accettare lโamore con cui Dio ci ama! Rifiutare Lui e la sapienza del dono della croce รจ rifiutare la vita, quella vera, quella umana. Questo noi lo compiamo per incoscienza, ci lasciamo condurre da un super-io triste e incapace di umanitร . Ma questa incoscienza prima o poi diviene cosciente nelle nostre scelte e a quel punto la frittata รจ fatta: la nostra disumanizzazione raggiunge apici impensabili. Lโillusione รจ ancora la stessa: cercare un falso nemico, scegliendolo naturalmente fra i piรน deboli che non possono reagire e recare male a noi, e prendercela con lui. Il nemico รจ sempre lo stesso, uno che non รจ dei nostri. I nostri possono compiere ogni forma di nefandezza. I nostri sono โcosa nostraโ che vanno protetti, รจ mafia legalizzata e politicizzata.
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Di fronte a questa condanna di Dio la risposta del Padre รจ ancora una risposta da incosciente. Di fronte a questo male supremo di inimicizia condita da una falsa furbizia, Lui reagisce ancora una volta con una umanitร che ci lascia a bocca aperta per la sua sapienza e per la sua bellezza: di fronte a questo male supremo Lui dร la vita per chi lo uccide! Cosรฌ il giudizio รจ compiuto!
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore
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Io sono venuto nel mondo come luce.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 12, 44-50
In quel tempo, Gesรน esclamรฒ:
ยซChi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perchรฉ chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perchรฉ non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerร nell’ultimo giorno. Perchรฉ io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento รจ vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico cosรฌ come il Padre le ha dette a meยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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