Oggi facciamo memoria dei santi Cirillo e Metodio, coloro che hanno portato lโevangelo nelle terre slave, coloro che si sono spesi perchรฉ la parola del Signore fosse compresa da quelle popolazioni inventando a tale scopo lโalfabeto che prende nome proprio da loro, lโalfabeto โcirillicoโ.
In questa memoria ascoltiamo e meditiamo sulla pagina evangelica che narra lโinvio in missione dei settantadue discepoli: Gesรน invia davanti a sรฉ i suoi discepoli, coloro che erano stati precedentemente chiamati a stare alla sua sequela, a stare dietro di lui, ora sono chiamati a precederlo. Solo chi รจ stato alla sequela di Cristo puรฒ diventarne testimone, apostolo, missionario (Paolo, lโapostolo delle genti, direbbe che essendo stato afferrato da Cristo non puรฒ non annunciare lโevangelo, รจ un suo dovere, una sua responsabilitร ): solo chi รจ stato alla scuola di Cristo puรฒ ora preparargli un popolo ben disposto.
Con lโavvento di Gesรน di Nazaret, il Cristo e il Signore, il Regno viene, si fa vicinissimo, e il discepolo รจ chiamato a essere araldo di questa buona notizia.
Gesรน invia i suoi discepoli con un mandato preciso ed esigente, radicale: andare spogli di tutto, persino di quello che ai nostri occhi sembrerebbe essenziale (borsa, sacca, sandali, sono il minimo necessario per chi si mette in cammino!) ma rivestiti della comunione fraterna (li inviรฒ a due a due) e della comunione con lui inscritta nel mandato stesso (vanno inviati da lui, vanno davanti a lui, vanno a portare lui perchรฉ รจ lui la pace e il Regno che sono chiamati ad annunciare).
Spogli di tutto, i discepoli-inviati sono resi liberi da tutto. Liberi dalla preoccupazione dei risultati (chiamati a dare la pace senza misurarne lโefficacia), liberi di essere risoluti nel cammino verso la meta (โNon fermatevi a dare il saluto lungo la stradaโ: al tempo di Gesรน il saluto non si risolveva come oggi in poche frasi di buona educazione ma era un vero e proprio atto di accoglienza che richiedeva tempo, attenzione e disponibilitร ).
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Gesรน rende liberi gli inviati anche dalla preoccupazione del cibo, delle bevande, dellโaccoglienza, insegnando loro la fiducia e la capacitร di accontentarsi (โIn qualunque casa entriate, restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hannoโ). Portatori della pace, li rende capaci di dimorare nella pace, di non vagare da una casa allโaltra ma di restare lรฌ dove vengono accolti (โNon passate da una casa allโaltraโ). Infine Gesรน, rendendo liberi i discepoli, li rende a loro volta capaci di liberare chi si trova nella sofferenza, nella malattia.
Anche a noi il Signore chiede di spogliarci di tutto per afferrarci a lui e, nella fede salda, essere portatori di pace e di liberazione per tutti coloro che incontriamo nel nostro cammino verso il Regno, sicuri che lui, il Signore risorto, sarร sempre con noi, come ha promesso proprio la mattina di Pasqua quando ha inviato ancora una volta i suoi discepoli: โAndate e fate discepoli tutti i popoli โฆ Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoโ (Mt 28,19-20).
sorella Ilaria
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Lc 10,1-9
Dal Vangelo secondoย Luca
In quel tempo, il Signore designรฒ altri settantadue e li inviรฒ a due a due davanti a sรฉ in ogni cittร e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: ยซLa messe รจ abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perchรฉ mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, nรฉ sacca, nรฉ sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarร un figlio della pace, la vostra pace scenderร su di lui, altrimenti ritornerร su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perchรฉ chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una cittร e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarร offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “ร vicino a voi il regno di Dio”ยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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