Commento al Vangelo di domenica 21 Marzo 2021 – Paolo Curtaz

Il commento al Vangelo di domenica 21 Marzo 2021 – Anno B, a cura di Paolo Curtaz. Qui di seguito il testo ed il video.

Regalati

si palesa da subito. Gesù sa che il suo modo di parlare di Dio non può essere tollerato, visto che non è stato possibile ricondurlo a normalità.

Non sa cosa accadrà. Sa solo che è pronto ad andare fino in fondo.

A non cedere.

Morirà, piuttosto che rinnegare il volto del Padre.

Allora parla di fecondità. Di seme che deve morire per portare frutto.

La gloria, la presenza di Dio, la shekinah, si manifesterà in Gesù, quando donerà definitivamente la sua vita.

Il cuore dell’annuncio di Gesù non è la morte, ma il portare frutto.

Ci sono gesti che apparentemente sono un fallimento ma che, invece, sono gravidi di vita e di futuro. Come la croce che non è un grande dolore, ma un grande dono di sé.

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Donare la vita

Gesù parla di odiare questa vita per conservarla per l’eternità.

Brutta traduzione. Gesù sta dicendo che esiste una vita più intensa nascosta in questa nostra vita. Una vita che è riflesso dell’Eterno. Una vita che si manifesta quando finalmente entriamo nella logica del dono, del servizio.

Servi della felicità altrui.

Servi come Filippo e Andrea che portano i greci ad incontrare Gesù.

Non è facile donare la vita. Non è facile diventare dono.

In perenne bilico fra un narcisismo innalzato a regola di vita e un servilismo strisciante vestito da umiltà, donare la vita è una lotta continua, un equilibrio difficile che solo alla luce dello Spirito Santo possiamo realizzare.

E che Gesù realizza come mai nessuno prima di lui.

Libero. Senza rancore. Senza rabbia. Senza pianti. Senza recriminazioni.

Libero di donare senza aspettarsi nulla in cambio.

Questo significa seguire il Nazareno, questo significa diventare discepoli.

Turbamento

Ma non è una scelta semplice, quella del dono.

Né eroica. Né devota.

È sangue e fango. È paura e tentennamento.

Gesù è turbato, e lo dice. E vorrebbe non arrivare fino a questo punto, fino al marcire in terra.

Tentenna, parla ad alta voce, vorrebbe essere salvato dalla tenebra che si staglia all’orizzonte.

Ma si fida di Dio. Si fida del Padre.

Sia Lui a decidere. Sia Lui. Se questo manifesta la gloria agli uomini, sia.

Accada.

Quella croce, quel dono, quel Dio osteso e osceno, quella brutale sconfitta esprime pienamente la logica del Padre. Che ama fino a morirne.

Mi rattrista questo Vangelo.

Perché vedo il dolore del Signore.

Mi consola questo Vangelo.

Perché vedo il dolore del Signore.

Che è il mio. Che è esattamente il mio.

Se Gesù ha avuto paura, cosa ho da temere? Perché mai dovrei nascondere le mie fragilità e fingere di essere ciò che non sono: forte.

Deciso a donare, sì. Ma pavido e vigliacco. Desideroso di essere discepoli, ovvio, ma spesso chiedo di essere salvato dalla terra umida e buia.

Ma da questa terra Gesù sarà innalzato.

E tutti volgeranno lo sguardo. Lo alzeranno.

Noi siamo i frutti di quel seme.

Io. Tu.

Noi siamo frutto di quel dono.

  • Io ci sono e sono con voi. Ogni giorno alle 20 (Alle 21 la domenica) sui miei canali Facebook e Youtube non mancate la piccola lectio #FTC per far crescere la fede e la speranza in questo tempo di Coronavirus
  • L’evangelizzazione continua con i webinar ogni alle 21: In principio, Commento a Gn 1 e 2 (3 incontri in diretta o differita). A seguire 5 incontri sul Credo. Li puoi acquistare su passaparola.org.

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