Commento al Vangelo del 23 settembre 2012 – don Mauro Pozzi

Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.

PURIFICA LE INTENZIONI

È molto interessante leggere questo brano di vangelo alla luce delle parola di Giacomo della seconda lettura. Gli apostoli sembrano proprio non capire la pre- dizione di Gesù circa la sua morte e resurrezione. Piuttosto si preoccupano della loro carriera, di chi sia il primo tra loro. Questo desiderio di primeggiare che è tipico del mondo, viene dalle passioni, dice Giacomo. Cosa significa? Bisogna capire di cosa stiamo parlando. Fondamentalmente dell’istinto di conservazione che è la vera radice di tutte le passioni. Infatti noi siamo spinti da forze molto grandi a mantenerci in vita e a cercare di perpetuare la specie. Da qui deriva la paura, che ci rende prudenti; la stanchezza, che è la necessità di risparmiare le forze per evitare di soccombere alla fatica; il desiderio sessuale, che non è cat- tivo in sé e spinge verso la ricerca della metà mancante; la fame, che impone il nutrimento come un’assoluta necessità. Queste forze sono potentissime e istin- tive e producono piacere se sono assecondate e sofferenza se non lo sono. Tutto questo è alla base del comportamento di ogni animale e spinge a mettere se stessi e il proprio interesse al primo posto. L’uomo però è molto più di un ani- male e può, come diceva il filosofo Mounier, superare, se vuole, il suo egocentri- smo e vivere animato dall’amore piuttosto che dal solo interesse. Naturalmente in tutto quello che facciamo c’è sempre la ricerca del proprio tornaconto e l’impegno a vivere un autentico amore per il prossimo implica una costante pu- rificazione delle nostre intenzioni. La capacità di mettere completamente da parte sé stessi è tipica dei santi, i quali si sono spesi totalmente per gli altri. Questo è ciò che intende il Maestro quando dice che essere il più grande vuol dire essere l’ultimo di tutti e il servitore di tutti. Accogliere un bambino vuol dire non preoccuparsi di avere un contraccambio e Gesù si identifica nel prossimo amato oltre ogni interesse. Quanto più il nostro impegno è a fondo perduto, tanto più acquista valore agli occhi di Dio. È qualcosa che va al di là delle no- stre forze, un atteggiamento eroico che non è comune. Per questo Giacomo con- clude che bisogna imparare a chiedere. Il Maestro ci ha detto: chiedete e vi sarà dato. Si può però anche chiedere male, cioè domandare qualcosa che non giova alla nostra salute spirituale, ma solo al soddisfacimento delle passioni. Il Si- gnore è pronto a darci la forza di amare se solo sappiamo chiederlo. Preghiamo dunque perché aumenti la nostra fede, per avere più speranza, perché ogni no- stra azione sia finalizzata all’amore, cioè alla carità, e mai all’egoismo.

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Mc 9, 30-37

In quel tempo, Gesù e i suoi di- scepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideran- no; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e aveva- no timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnào. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbrac- ciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

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