Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 3 Aprile 2020 – Gv 10, 31-42

Gesù deve essere lapidato per bestemmia: si è attribuito il nome di Dio. Poco importa se le sue opere prodigiose gli danno ragione: ha appena guarito un cieco nato, ci deve essere un qualche trucco, una qualche stregoneria.

Ma così non è e Gesù chiede ragione con dignità di tanta ostilità nei suoi confronti. I suoi avversari non sentono e non danno spiegazioni: è un bestemmiatore perché si rivolge a Dio come se lo conoscesse da vicino.

E Gesù ancora argomenta (ma quanta pazienza ha?) citando un salmo in cui Dio afferma: siete tutti dei. Niente da fare, Gesù è costretto a scappare, a ritirarsi nel deserto, non ha alcuna possibilità di essere ascoltato e creduto.

Troppo innovativa la sua idea di Dio, troppo audace, troppo destabilizzante perché venga accolta. Anche noi, oggi, impegnati in un percorso di conversione a Dio, siamo chiamati ad accogliere la novità del vangelo che ci presenta il volto di un Dio che si è raccontato in Gesù e che desidera che ogni uomo diventi figlio luminosissimo del Padre.

La conversione consiste proprio nell’allontanarci dall’idea che ci siamo fatti di Dio, da ciò che pensiamo essere intangibile, definitivo. Dio è sempre pronto a spiazzarci (salubralmente).

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