Padre Antonio Salinaro – Commento al Vangelo del 5 Ottobre 2020

Ognuno di noi almeno una volta ha sperimentato cosa significhi essere in mano a “briganti”: chi ci ha tolto la voglia di amare; chi ci ha tolto il portafogli; chi ci ha tolto la libertà, etc… e tutti abbiamo cercato aiuto per uscire da situazioni mortifere o che ci sembravano tali. Chi ci ha aiutato è diventato per noi importante; ci ha reso un servizio, si è preso cura di noi, ci ha salvati.

Oggi il Vangelo scalza le nostre idee di prossimità … pensiamo che l’altro sia il prossimo a cui avvicinarmi e da consolare e aiutare… ma non è solo quello… il prossimo sono io quando mi accorgo del bisogno dell’altro e non passo avanti, ma mi fermo e faccio fronte; il prossimo sono io quando non solo sono capace di aiutare prontamente e senza preoccuparmi di cosa o chi sia la persona che aiuto, ma anche di spendere tempo e denaro per lei; il prossimo sono io quando di fronte al bisogno dell’altro sono capace di cambiare le mie mete pur di far sentire l’altro a casa; il prossimo sono io quando mi sta a cuore la dignità dell’altro e faccio di tutto per ridonargliela; il prossimo sono io quando vedo nell’altro la mia umanità e ne ho compassione…. Fëdor Dostoevskij doveva che la bellezza salverà il mondo… in questo tempo storico penso invece che: la compassione salverà il mondo!!!

Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».


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