Il Vangelo del Giorno, 27 Luglio 2017 – Mt 13, 10-17

Il testo ed il commento al Vangelo di oggi,
27 Luglio 2017 – Mt 13, 10-17

XVI Settimana del Tempo Ordinario – Anno I

  • Colore liturgico: Verde
  • Periodo: Giovedì
  • Il Santo di oggi: S. Pantaleone; S. Celestino I; B. Raimondo Palmerio
  • A te la lode e la gloria nei secoli.
  • Letture del giorno: Es 19, 1-2.9-11.16-20; Sal. da Dn; Mt 13, 10-17
  • Calendario Liturgico di Luglio

Mt 13, 10-17
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?».
Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Commento al Vangelo del giorno – Mt 13, 10-17

A cura dei Monaci Benedettini

A voi è dato di conoscere, a loro no!

In questo brano Gesù sembra essere piuttosto pessimista sulla possibilità che il suo messaggio possa essere accolto dal suo popolo e anzi sembra negare loro una possibilità di salvezza. Se questo corrispondesse alle reali intenzioni di Gesù, allora non avrebbe neanche ragione di insegnare loro in parabole, ciò che invece egli continua a fare.

Ma Gesù, nel rispondere ai suoi discepoli, cita un brano della Scrittura, tratto dalla vocazione di Isaia. Il profeta sembrava essere dubbioso sull’efficacia della sua missione proprio per la durezza di cuore degli israeliti. In tutti e due i casi però l’incertezza del risultato della predicazione non elimina il compito stesso dell’annuncio della Parola di salvezza; anzi Gesù ed Isaia si sentono maggiormente responsabilizzati proprio per le difficoltà alle quali si andrà inevitabilmente incontro.

L’insegnamento per noi è non ricercare sempre preventivamente un risultato certo e positivo per poter intraprendere una qualsiasi azione; è nostro compito anche superare difficoltà che sembrano insormontabili. Sarà poi il Signore a “far crescere” quel grano che noi abbiamo, magari con tanta fatica, seminato.

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