Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 22 Giugno 2022

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Mia nonna ha sempre abitato in una casa da sola e ogni volta che andavo a trovarla e dovevo andarmene mi ripeteva per due/tre volte sempre la stessa cosa: «chiudi bene il portone». Ancora oggi, nonostante non ci sia più da 5 anni, mi sembra di sentire la sua voce ripetermi più e più volte «chiudi bene il portone».

Quando dobbiamo dire qualcosa d’importante a chi ci sta ascoltando tendiamo a ripeterla più volte; ed è un po’ quello che oggi fa Gesù nel Vangelo; per due volte ripete «dai loro frutti li riconoscerete». Bisogna fare attenzione però leggendo questo passo del Vangelo a non cadere nella logica che ci fa credere esistano persone buone e persone cattive e che quest’ultime non possano diventare persone buone.

Gesù nel Vangelo parla di frutti non dell’albero in sé; dunque Gesù ci dice che un albero cattivo non può fare frutti buoni, per farlo deve diventare un albero buono. Per usare un linguaggio a noi più comprensibile: “in ognuno, anche nel più disgraziato, c’è un punto accessibile al bene”. Non chiudiamo mai le porte a nessuno, la possibilità di convertirsi non è mai qualcosa di remoto.

Ci viene chiesto di generare frutti buoni per trasformare gli alberi cattivi in alberi buoni; o come direbbe don Bosco: “tu non devi essere un buon predicatore, ma hai una maniera efficacissima per esserlo: il buon esempio”.

Il mio è un frutto buono, accattivante che trascina verso il bene? Devo riconsiderare la possibilità che tutti hanno la capacità di convertirsi e cambiare vita?

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