don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 28 Ottobre 2020

La fede ci fa membra del Corpo di Cristo e la carità le connette

SANTI SIMONE E GIUDA 

La Chiesa oggi, celebrando la festa dei santi Simone e Giuda, ci ricorda che la nostra fede si poggia su quella dei dodici apostoli. L’evangelista Luca rivelandoci il loro nome e, per alcuni di essi, anche il soprannome o l’appartenenza familiare, ci permette di entrare nella loro storia personale e avvertire la stessa emozione provata quando Gesù li ha scelti e chiamati a sé. Infatti, la fede è essenzialmente esperienza di chiamata e risposta, proposta e adesione personale. Il Signore, come per i Dodici, chiama ciascuno di noi per nome e in alcuni casi lo cambia per indicare che il rapporto con Lui, quando è autentico e rimane in piedi nonostante le crisi, ci trasforma intimamente, ci rende donne e uomini nuovi. 

Pur rimanendo con la propria identità, ma disponibili a lasciarsi convertire, chi accoglie la chiamata di Dio accetta una comune missione apostolica che ciascuno interpreta secondo la sua personalità. Ognuno è originale e la vocazione non mortifica le peculiarità proprie ma, al contrario, le esalta, come la luce fa brillare meglio i diversi colori. La comune origine e la medesima missione apostolica si coniugano con l’impegno a comporre in armonia le varie differenze perché esse siano orientate tutte al servizio all’uomo, in particolare a quello infermo e debole. Gesù non ci uniforma in un cliché ma ci conforma a Lui.

La vocazione non deve essere confusa con l’autorealizzazione dei propri progetti ma è un cammino insieme a Gesù nel quale egli gradualmente si fa conoscere e ci fa conoscere il Padre. Più siamo in dialogo con il Maestro più siamo capaci di distinguere la verità, cioè il volto di un Dio che ama follemente gli uomini e vuole nient’altro che il loro bene, dalle rappresentazioni che del Signore portiamo dentro di noi. Esse sono i luoghi comuni e i pregiudizi, anche se li spacciamo per principi, che fortemente risentono delle nostre paure e della poca fede. 

Dire che la fede si poggia su quella degli apostoli significa prendere come modello di vita personale e comunitaria, sia essa la famiglia o un gruppo in cui si milita, la comunità apostolica. Gesù, scegliendoci, ci mette insieme non semplicemente per fare numero, ma perché, uniti a Lui possiamo essere solidali tra noi come le membra di un corpo connessi dalle giunture. La vocazione diventa missione apostolica quando, come discepoli di Cristo, “facciamo rete”: non una recinzione protettiva che separa e che ci farebbe diventare una setta, ma quella che, gettata nel mare del mondo, “pesca”, attrae, riunisce. Se è vero che l’appartenenza a Dio prima che essere una scelta personale è un dono suo, essa si realizza quando, rinunciando a giudicare e selezionare i fratelli da amare, li accogliamo con benevolenza e scegliamo di servirli con tenerezza. 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!


Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
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