don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 22 Marzo 2022

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Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]

L’infinita misericordia di Dio argine all’infinita miseria dell’uomo

Martedì della III settimana di Quaresima

La parabola ci invita a metterci nei panni dei servi debitori. È infatti quello il punto di vista da assumere quando un nostro fratello commette colpe contro di noi e accumula debiti nei nostri confronti. La compassione ci aiuta a vedere il colpevole oltre le sue colpe e a sentire nostra la sua sofferenza accostandoci con delicatezza a lui per aiutarlo a curare le sue ferite interiori.

La compassione è un dono di Dio che trova spazio nel nostro cuore se coltiviamo la grata memoria del perdono ricevuto. L’eucaristia è il memoriale del sacrificio di Cristo che attualizzaper me nell’oggi l’eterna compassione di Dio per la quale perdona liberando dal laccio del peccato. Non siamo meritevoli di nulla ma Dio ci ama gratuitamente e sempre ci perdona. La sua infinita misericordia è l’unico margine alla nostra infinita miseria. Senza la misericordia dilagherebbe il peccato e con esso la morte. 

Porre un limite all’amore fraterno significa opporre un rifiuto al dono di Dio. Chi ha la memoria corta dell’amore ricevuto ha anche il braccio corto nel donare amore. Quanto più parsimoniosi saremo nel perdonare tanto più avara di gioia si rivelerà la vita; al contrario, quanto più prodighi di misericordia saremo verso i fratelli tanto più generosa sarà la ricompensa nella vita eterna. 

Signore Gesù, paziente e misericordioso, che hai compassione di tutte le tue creature e perdoni chiunque ti invoca con cuore contrito e umiliato, ascolta il grido di questo misero uomo. Per quanto bene possa fare non potrei mai ripagarti della ricchezza infinita della tua bontà. Ti ringrazio perché tu non calcoli le mie colpe per comminare la pena che mi merito ma guardi con compassione le mie ferite per curarle con la tua grazia. La gioia del perdono da te ricevuto mi induca ad avere pietà del fratello mio e ad abbracciare il debitore per liberarlo dalle mani del giudice impietoso. Â