don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 3 Aprile 2022

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C’è un dettaglio geografico che anticipa il famoso racconto dell’adultera, che non può rimanere in secondo piano:

<<Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. Ma all’alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava>>.

Il monte degli ulivi era il luogo prediletto da Gesù per la preghiera. Era lì che molto spesso si ritirava a pregare, ed è proprio lì che poche ore prima della sua morte lo andranno ad arrestare, È interessante come la conseguenza della sua preghiera sia l’essere messo alla prova da parte degli scribi e dei farisei, quasi a voler dire che la vera preghiera non è una forma di yoga che ci fa sperimentare una qualche pace, ma è il luogo dove si preparano le più grandi prove.

<<Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”. Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo>>.

In cosa consiste la prova? Scegliere la cosa giusta davanti a una evidente cosa ingiusta. In fondo preghiamo soprattutto per imparare a fare la cosa giusta. Ma la giustizia che deriva dalla preghiera di Gesù è radicalmente diversa dalla giustizia dei farisei. Essi vogliono quella donna morta. Gesù vuole quella donna convertita.

<<E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi>>.

La prima cosa giusta che fa la preghiera è insegnarci ad avere consapevolezza di chi siamo e non chiarezza su quello che dovrebbero fare gli altri. La seconda cosa è ricordarci per cosa vale la pena ricominciare a vivere: <<E Gesù le disse: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”>>

È scegliere di vivere lontani dal peccato il più grande frutto della preghiera.

Nel seguente video, don Luigi commenta il brano del Vangelo di oggi durante la predica al Santuario Pontificio della Santa Casa di Loreto.