don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 17 Marzo 2019 – Lc 9, 28b-36

Bagno di luce ecco che cosa ci offre il vangelo di questa seconda domenica di quaresima. Eppure ci viene il dubbio che tutta questa luce forse non c’entra molto con il tempo della quaresima, nella nostra immaginazione la quaresima è un tempo di penombra un tempo di buio un tempo in cui dovremmo ripagarci un po di più sulla fatica della penitenza, dovremmo abituarci alle tematiche della passione, della croce dovremmo capire che cosa sia la sofferenza e non riusciamo a capire perché un vangelo di luce è proprio nel cuore della quaresima.

Eppure quello non è un vangelo sbagliato perché i discepoli hanno bisogno di fare questo bagno di luce per poter affrontare invece un bagno di tenebre che è quello della crocifissione, è come se gesù volesse dire a questi discepoli che riusciranno ad affrontare lo scandalo della croce solo e soltanto facendo memoria di questa luce del Tabor, di questo racconto della trasfigurazione, di questa esperienza quasi insopportabile del vederlo così come egli è, il vero dio trasfigurato in questo candore immenso di luce mentre dialoga insieme a Mosè e ad Elia.

Ma calando questo dentro la nostra vita ci domandiamo che cosa c’entra, in che senso la luce dovrebbe dialogare con le tenebre , forse noi non ce ne accorgiamo ma noi continuamente abbiamo bisogno del Tabor per affrontare poi la croce. Cioè continuamente ci andiamo a cercare piccole soste di luce per poter affrontare poi delle grandi situazioni di tenebre, come quando qualcuno deve affrontare qualcosa di difficile, fosse anche soltanto un esame e prima di uscire di casa chi gli vuole bene gli da un forte abbraccio; certo quell’abbraccio non ti fa superare l’esame ma la memoria di quell’abbraccio ti aiuta ad affrontare poi la difficoltà di quell’esame.

C’è questo legame profondo tra quella luce dell’amore che uno si sente addosso e la forza, poiché ritrova dentro se stesso davanti alle difficoltà. E’ questo è il connubio che ci racconta il vangelo di questa domenica, soltanto facendo memoria di questo amore di questa luce, soltanto sperimentandola addosso forse possiamo trovare dentro di noi poi la forza di affrontare tutte quelle tenebre che non ci scegliamo ma che comunque ci sono dentro la nostra vita.

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Vangelo del giorno

Lc 9, 28b-36
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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