Commento al Vangelo di domenica 17 Novembre 2019 – don Luciano Labanca

Il discorso finale di Gesù posto da San Luca alla vigilia della sua Pasqua, ci accompagna in questa ultima parte dell’anno liturgico, aiutandoci a porre la nostra attenzione sul fine del tempo e della storia. Lo spunto viene offerto a Gesù da queste persone che ammirano la bellezza di una costruzione imponente, qual era il tempio di Gerusalemme, che nonostante la sua grandezza, è destinato ad essere distrutto.

Gli studiosi della Scrittura ci aiutano a capire che queste parole di Gesù, raccolte da Luca nel suo Vangelo, vengono rilette alla luce di un fatto storico già accaduto, ossia la distruzione di Gerusalemme del 70 d.C., ad opera delle truppe romane di Tito. Per la comunità cristiana delle origini alla quale Luca si rivolge dopo che erano accaduti quegli eventi, non deve essere stato semplice affrontare gli sconvolgimenti e le distruzioni, mediante i quali sono venuti meno in un istante secoli di storia e istituzioni saldamente ancorate nella tradizione d’Israele. Il messaggio di Gesù è chiaro: niente di ciò che non è divino, è eterno. Il mondo, la storia e le cose di quaggiù sono destinate a passare. Nella visione biblica il tempo è orientato verso un compimento, non è chiuso in una ciclicità, come volevano gli antichi filosofi al di fuori della cultura giudeo-cristiana. Dalla creazione di Dio, noi tutti siamo in cammino verso il compimento definitivo, il cui centro è dato dal passaggio pasquale di Gesù, ossia la sua passione, morte e resurrezione.

Giovanni nell’Apocalisse ci ricorda: “vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più” (Ap 21,1). A questo messaggio di Gesù, segue la curiosità dei discepoli, che a volte tocca anche noi. Quando e come avverrà tutto questo? Quali saranno i segni? Il rischio di ingannarsi, specialmente nel momento della crisi, in cui vengono meno le nostre certezze è sempre alle porte. Di fronte ad alcuni avvenimenti ricorrenti nella storia, Gesù mette in guardia i suoi discepoli. Ci sono eresie, ossia deviazioni dottrinali, visioni distorte e sbagliate della persona di Gesù, del messaggio del Vangelo e del senso della Chiesa. Di fronte a queste realtà, molto presenti anche oggi, non ci si deve far ingannare! Anche San Paolo, parlando ai Galati, li mette in guardia su tale rischio: “Mi meraviglio che, così in fretta, da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo voi passiate a un altro vangelo. Però non ce n’è un altro, se non che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Ma se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anàtema!” (Gal 1, 6-8). 

Accanto a questo, ci sono guerre e violenze tra persone e tra popoli. Il cristiano, uomo della pace, non può perdere l’orizzonte del suo cammino di fronte a ciò. Il dilagare del male in tutta la sua assurdità e spettacolarità, non può avere la meglio sulla potenza di Dio. Ultimo elemento richiamato da Gesù sono le persecuzioni. In ogni epoca della Chiesa, non sono mancate persecuzioni contro i veri discepoli di Gesù, a causa del suo Nome. Il messaggio evangelico in sé stesso, infatti, è segno di contraddizione per la mentalità del mondo.

Chi ama il Signore e vuole essere suo testimone, sa che troverà molti nemici sul suo cammino. Tutto questo, tuttavia, non può distogliere il cuore del discepolo dal desiderio della patria, dove avrà stabile dimora la bellezza, la verità e la giustizia di Dio. Le ultime parole di Gesù, nel brano di oggi, ci offrono un elemento imprescindibile: è con la virtù della perseveranza che salveremo le nostre vite per l’eternità. La parola greca utilizzata, ypomonè, indica sopportazione, attesa, costanza e pazienza. Non sono questi gli atteggiamenti che hanno incarnato tanti santi testimoni del Vangelo?

Fonte – il blog di don Luciano

Letture della
XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Sorgerà per voi il sole di giustizia.

Dal libro del profeta Malachìa
Ml 3,19-20a

 
Ecco: sta per venire il giorno rovente come un forno.
 
Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio.
 
Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 97 (98)
R. Il Signore giudicherà il mondo con giustizia.

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore. R.
 
Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra. R.
 
Giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine. R.

Seconda Lettura

Chi non vuole lavorare, neppure mangi.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
2 Ts 3,7-2

 
Fratelli, sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi.
 
Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi.
 
Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità.

Parola di Dio

Vangelo

Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21,5-19

 
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
 
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
 
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
 
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
 
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
 
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

Parola del Signore

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