Commento al Vangelo del 4 dicembre 2017 – don Mauro Leonardi

Un centurione che scongiura è una realtà ben strana per la Roma antica. Di solito erano soldati grezzi e molto aggressivi.

Che un romano, poi, lo facesse per uno schiavo era all’epoca qualcosa di impensabile perché per i romani gli schiavi erano servi e gli stranieri, quale Gesù era per il centurione, gente inferiore da soggiogare e cui non rivolgere neanche la parola.

E invece questo centurione si fa umile, si fa preghiera e si fa indegno e nel suo parlare di fede secondo la declinazione del suo lavoro e della sua vita e tesse la preghiera che tutti diciamo prima di accostarci all’Eucarestia e ricevere Gesù.

Poesia

Ci sarà questa tavola.
Ci sarà questa casa.
Sarà il tuo regno.
Sarà la tua cena.
E ci saranno tutti.
Tutti quelli che non sapevano.
Tutti quelli che non potevano.
Tutti quelli che non riuscivano.
Che stavano fuori.
Che stavano a terra.
Che stavano lontani.
Saranno lì, seduti, a casa.
Loro così piccoli e, ora, così lontani.
Loro saranno vicino ai grandi.
Vicino a te.

Che tenerezza il potere che serve la dolcezza, la forza che scongiura.
Che meraviglia il pagano che smuove le montagne.
Che amore questo centurione che ti ruba il cuore.
Sono commossa.
Sono turbata.
Sono ammirata.
Insegnami, amore mio, questa fede pagana, lontana, grande.
Insegnami questa fede che porta alla tua mensa.
Insegnami questo amore così forte e così potente.

Guardo questo centurione.
Siamo appena arrivati a Cafarnao.
Ed è già qui.
Avrà corso.
Ascolto questo centurione.
La sua emozione.
Il suo dolore.
Non è per sé.
Ma per un suo servo.
Ascolto le sue parole.
Vengono da un cuore buono.
Da un cuore vero.
Ama come sa.
Preoccupandosi.
Ama come può.
Lo tiene a letto, in casa.
Sa che lui non può tutto.
Corre da chi può.
Implora.
Scongiura.
Sa che l’amore guarisce, soccorre.
Anche se non lo meriti.
Guardo questo centurione.
E voglio la sua forza nell’amare.
Forza del cuore e delle gambe.
Ama e corre.
Guardo questo centurione.
E voglio i suoi sentimenti.
Dolore ed emozione per chi soffre nel suo cuore e nelle sue parole.
Ama e chiede, implora.
Guardo questo centurione.
E voglio la sua forza.
Forza umile, vera.
Sa chi è.
Sa chi sei.
Piega le ginocchia e ama.
E il servo guarisce e la fede fiorisce.
Guardo questo centurione.
E voglio rubarti il cuore come ha fatto lui.
E voglio tornare a casa con lui.
Perché lui siederà nella tua casa.
È sicuro.

Hai ragione, amore mio.
Non c’è.
Non lo troverai un altro come lui tra di noi.
Uno così forte da correre qui per primo.
Uno con il cuore nelle gambe.
Hai ragione, amore mio.
Non ce ne è un altro.
Un altro padrone che si inginocchia e scongiura per un servo.
Non ce ne è un altro.
Un altro capo che sa farsi obbedire ma che sa anche obbedire.
Non ce ne è un altro che sa di non essere degno e aspetta e attende tutto da te, certo e fedele, sicuro e amato.
Amore mio.
Amore mio.
Ho imparato tanto da questo uomo.
Ho imparato tanto.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Mt 8, 5-11
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

don Mauro offre la possibilità di lasciare intenzioni per la Messa della mattina sulla pagina Facebook del suo blog “Come Gesù” ogni giorno alle ore 19.

Questo commento/poesia del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).

A cura di don Mauro Leonardi – Il suo blog è “Come Gesù

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