Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 2 Aprile 2021

l vangelo di Giovanni è il vangelo della Gloria di Dio, e per “Gloria” si intende la manifestazione della presenza di Dio. Nell’immaginare il testo, nella lettura contemplativa che oggi siamo chiamati a fare, occorre tenere presente che Dio si sta mostrando e che il suo piano si intreccia con il piano degli uomini.

Quest’ultimo è solo all’apparenza ordinato, ma in realtà si rivela forsennato e discontinuo: c’è il piano di Ponzio Pilato, il piano dei sacerdoti e il piano dei soldati, tutti accecati dall’egoismo, tutti concentrati nei personali interessi. Sembra che ciascuno di loro abbia in pugno la propria situazione, che reciti la parte del protagonista. Tutti questi personaggi cercano di accaparrarsi qualcosa: chi la libertà di rimanere irremovibile nelle scelte, chi la moralità pubblica e chi una veste rossa; davanti a questa apoteosi di inidividualità si ode il dono: è la voce del Cristo che dalla croce dona, in opposizione, tre cose: un figlio, una madre e lo spirito, e crea non individui soli ma persone e società. In questo contesto una sola è la richiesta: “Ho sete”. Allora la mente deve andare a quell’incontro con la donna samaritana e alla promessa che fece nei pressi di quel pozzo: l’eternità di Dio si mostra nel suo essere amore che costantemente e in ogni luogo zampilla salvezza e perdono.

Per riflettere

Nel silenzio di questo giorno contempla il crocifisso e cerca di vivere ad immagine del Cristo. Contempla il mistero del dono, chiediti da che parte stai: sei di quelle persone che pretendono di avere tutto sotto controllo o ti impegni a fare del dono la tua cifra di riconoscimento? Se ti sei immaginata o immaginato sotto la croce, sei madre, padre, fratello o sorella per i bisognosi di questo mondo? Il crocifisso ci rivela la presenza di un Dio che è davvero ovunque, mistero di amore e presenza profonda anche nella solitudine dell’uomo: oggi fai silenzio e cerca di percepire Cristo dentro di te, è l’antidoto migliore contro la solitudine e sorgente zampillante di speranza.

Preghiera finale

Popolo mio che male ti ho fatto?
In che ti ho provocato? Dammi risposta.
Io ti ho guidato fuori dall’Egitto,
e tu hai preparato la Croce al tuo Salvatore.
Perché ti ho guidato quarant’anni nel deserto,
ti ho sfamato con manna,
ti ho introdotto in paese fecondo,
e tu hai preparato la Croce al tuo Salvatore.
Che altro avrei dovuto fare e non ti ho fatto?
Io ti ho piantato, mia scelta e florida vigna,
ma tu mi sei divenuta aspra e amara:
poiché mi hai spento la sete con aceto,
e hai piantato una lancia nel petto del tuo Salvatore.
(Lamenti del Signore)


AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Beatrice Granaroli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

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